La posta dei lettori

Caro Porro, la mia odissea all’hub di Malpensafiere

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Caro Nicola,

scrivo a lei perché è una delle poche persone “in vista” per la quale nutra stima e fiducia. La mia è una denuncia, che rimarrà nel vento, ma è bene che si sappia. Ieri ho accompagnato mia mamma 82enne al hub vaccinale di Malpensafiere. Appuntamento ore 13.20.

Già prima di arrivare al parcheggio lo scenario è da apocalissi, con macchine buttate ovunque sulla strada, sui marciapiedi, nei prati. Troviamo un posto selvaggio in terza fila, rimozione forzata. Fortunatamente la mamma è in forma e la giornata è buona, nonostante il freddo. Camminiamo. Chissà però domani che è prevista neve.

In vista del parcheggio ufficiale scorgiamo una massa informe di gente accalcata fuori dai cancelli. Saranno state un migliaio e già mi viene da dire come lei: “Ma porca di quella puttana! Hanno vietato gli assembramenti dei manifestanti no Green Pass nelle piazze e questo cos’è?!?”

Non posso prendere un caffè seduta al bar senza Super Green Pass, ma a me, che sono un’accompagnatrice potenzialmente infetta, non chiedono nulla e non misurano nulla. Ore 13:15: troviamo un volontario comprensivo, mostriamo la prenotazione per le 13:20 e ci fa entrare. Ma come noi ce ne sono molti che restano dove sono. Altra coda fuori prima delle porte di ingresso. Altra coda all’interno, sempre assembrati (per usare un termine che piace tanti a politici e giornalisti) con porte chiuse che non aprono perché fa freddo.

E qui arriva il bello, arriviamo finalmente alla sala d’attesa dove ci sono almeno 500 cristiani seduti, ad una distanza inferiore al metro. Scorre il tempo, non si muove nulla, ma intanto fanno passare all’area vaccinale vera e propria, file di persone a venti alla volta che devono fare prima e seconda dose e che hanno la precedenza. Perché poi hanno la precedenza? Per logica dovrebbero smaltire prima gli anziani.

Ore 14.15, dopo un’ora di attesa chiedo ad un signore seduto davanti a mia mamma a che ora avesse l’appuntamento. “11.25″. Prendo la mamma e me ne vado. Torneremo più in là, intanto lei ha gli anticorpi ancora alti, ha fatto il sierologico. Quel sierologico che ai nostri virostar non frega assolutamente nulla, ma che nella vicina Confederazione Elvetica, ti da il passaporto vaccinale per 90 giorni. In Italia evidentemente gli anticorpi sono differenti da quelli svizzeri.

Ho provato a fare una foto, ma ci sono persone preposte a controllare che non se ne facciano. “Perché”, chiedo, “Privacy”. Vabbè almeno una nota umoristica questa giornata ce l’ha. Poi vado sul sito dove le immagini di un luogo ordinato e semideserto non sono certo quelle di oggi) perché forse ho una visione distorta dei numeri, ma è proprio così. 5200 vaccini al giorno solo a Malpensafiere. Bravissimi! Così, a costo della salute delle persone, di quelle che si ammaleranno per il freddo, di quelle che si contageranno per la folla, degli anziani stramazzati al suolo per la stanchezza, la nostra informazione, fiera, potrà dire che abbiamo il record di vaccinazioni giornaliere.
Italia campione del mondo.

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