Caro Porro, pure gli islamici criticano il ddl Zan

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Gentile Dottor Porro,

credo sia passata inosservata ai più, chissà perché, il testo dell’audizione in Senato del responsabile dell’Ucoii. La Murgia dice che siamo tutti razzisti, Fedez attacca tutti e lo stesso Zan e compagni definiscono omofobi chiunque osi criticare il disegno di Legge. L’Ucoii in audizione in Senato ha consegnato un documento per affermare il punto di vista del mondo Islamico.

Ebbene, dopo i preamboli classici arriva il vero pensiero, ne riporto alcuni passaggi: “La proposta in questione affronta tematiche molto spinose, molto dibattute e sulle quali ad oggi non vi è consenso né scientifico, né filosofico, né tantomeno etico, con una leggerezza estremamente problematica che si riflette nella definizione frettolosa ed approssimativa di concetti che solo oggi si affacciano sul dibattito pubblico e da poco sono sottoposti all’attenzione della cittadinanza.” Poi: “I passaggi a nostro avviso più critici sono l’art. 4 che pone diversi dubbi e seri problemi sulla libertà di espressione lasciando intendere ad alcuni la possibilità di continuare ad esprimere la propria posizione culturale, dottrinale, personale sulla natura dell’omosessualità e ad altri, invece, l’impossibilità di farlo senza incorrere in un possibile reato. Per questo chiediamo che questa legge sia chiara”.

Ed ancora: “La strategia pubblicata parla in maniera molto esplicita anche delle istituzioni religiose che secondo questo documento accusa con le testuali parole che vi riporto: “Gli incitamenti all’odio e alla discriminazione occupano ancora uno spazio rilevante nelle dichiarazioni provenienti da autorità pubbliche e rappresentanti delle istituzioni politiche ed ecclesiastiche, e sono veicolate costantemente dai media italiani”. Queste parole non possono essere condivise e costituiscono un ostacolo al dialogo libero e sincero delle parti sociali a partire dalla diversità, un paradosso per una legge che vuole essere a tutela proprio della diversità.”

Poi: “Credere che la famiglia sia formata da una donna e un uomo non vuol dire discriminare qualcuno…”. Ed ancora: “Altro importante tema è invece l’imposizione di teorie a livello formativo e scolastico ai dirigenti, ai docenti e agli alunni a partire dalla tenera età. Crediamo fortemente che l’imposizione sia lo strumento meno consigliato in relazione a questo tema. Temiamo che una teoria poco condivisa e appartenente ad una minoranza della società possa provocare l’effetto contrario rispetto al voluto. L’imposizione nell’istruzione nella scuola è preoccupante, non solo nel contenuto non condiviso dalla maggioranza, ma anche nelle modalità. Tutte le questioni importanti, come questa, che rimettono in discussione un punto fermo delle nostre convinzioni millenarie e appartenenti alla sfera delle risposte esistenziali, hanno bisogno di un cammino più lungo e percorsi, non sempre semplici purtroppo, per essere maturate all’interno di una società.”

“Riteniamo di grande importanza che la scuola pubblica continui a tutelare la libertà educativa dei bambini sulle tematiche etiche e le convinzioni religiose degli studenti non vengano sopraffatte da una visione di parte imposta per legge. Riteniamo molto problematica anche la definizione ambigua di identità di genere, concetto estremamente ambiguo e aperto che così come posto nella proposta di legge lascia aperta la strada a numerose ed imprevedibili conseguenze in tutti i campi.” Ecco il link dove poter scaricare integralmente il documento.

Ora dottor Porro mi pare superfluo fare commenti, se questo testo l’avesse scritto Matteo Salvini o Giorgia Meloni, a quali manifestazioni di proteste sarebbero andati incontro? Perché nessun parlamentare, cantante o commentatore di sinistra osa entrare nel merito di questo testo per definirlo, alla pari degli altri, “omofobo e razzista”? Sarebbe interessante, partendo da questo testo, approfondire ulteriormente le posizioni di questa comunità sul decreto Zan così, con molta probabilità, la sinistra potrebbe coglierne spunti ancora più “genuini” per alimentare al meglio le già contorte e controverse basi “culturali e riformiste”.

Un caro saluto
Giovanni

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