Articoli

Caro Vasco, ora lo spieghi tu a mia madre… - Seconda parte

Davvero fa specie che questa esigenza di responsabilità sociale – non social, sociale, etica, civile – non venga percepita da nessuno, istrioni, guitti, cantanti, virologi improvvisati, politici, giornalisti, tutta gente che di etica della responsabilità si riempie la bocca, preferibilmente coperta da una mascherina. Lo sanno, che hanno una responsabilità diffusa? Lo sanno che i loro ululati si dilatano? Lo sanno, lo sanno: e gli va bene così, poi a fare i martiri è un attimo. Qui c’è chi solfeggia di “negazionisti terrapiattisti del cazzo” e ci fa pure la parte del ribelle perché dice sì alla mascherina sempre e comunque, a parte qualche selfie con altri intransigenti a giorni alterni. Ma tanti anziani annaspano, rantolano, vivono nel terrore, cioè non vivono più, perché sono malati anche da sani, perché sono convinti che, là fuori, stiamo tutti cascando come mosche per colpa di chi la mascherina non la porta a scuola, in casa, in chiesa, in macchina, e anche cucita sulla pelle. Lo sanno cosa combinano, lo sanno che vanno travasando la santa prudenza in isteria, in follia? Lo sanno che lo fanno per agevolare un controllo da un potere di stampo cinese, loro che per tutta la carriera hanno scassato i maroni con l’attacco al potere, e li si escludeva, e non erano capiti, eh, oh, sono ancora qua?

Ho una madre fragile come un vecchio cardellino, che, senza saperlo, ed è l’ironia più feroce, usa le parole di una canzone: “Tu mi sa tanto che finisci male”. E dà i numeri. Che faccio, la drogo? Le do 100 gocce di Valium? Mettila come vuoi ma, dovesse succederle qualcosa, non sarà stato il Covid e non saranno stati i “negazionisti del cazzo”.

Max Del Papa, 20 settembre 2020

PaginaPrecedente
PaginaSuccessiva

www.nicolaporro.it vorrebbe inviarti notifiche push per tenerti aggiornato sugli ultimi articoli