Politica

Caro voli, il governo si arrende su Ryanair ma si muove l’Antitrust

Il governo Meloni ritratta l’imposizione di un tetto massimo ai prezzi dei biglietti degli aerei. Scontro tra Palazzo Chigi e le compagnie aeree

urso ryanair © Ioanna Alexa tramite Canva.com

È scontro tra Palazzo Chigi e Ryanair. Ma questa volta pare essere proprio la compagnia aerea a trionfare sul caro voli. Tutto nasce qualche settimana fa, quando il governo Meloni – rappresentato dal ministro Adolfo Urso – ha imposto un emendamento al decreto Asset (ora in discussione a Palazzo Madama prima della conversione in legge) che riscrive la norma pensata ad inizio agosto per imporre un prezzo massimo dei biglietti aerei, in particolare per i viaggi verso Sardegna e Sicilia.

Decreto Asset

Un esempio di puro statalismo, che nel recente passato abbiamo già visto, come per esempio per quanto riguarda la fissazione di un tetto massimo al prezzo delle mascherine, durante la fase pandemica da Covid-19. Eppure, a questo giro, non sarà imposto una fissazione massima al prezzo dei biglietti, rimanendo quindi legale la “fissazione dinamica”.

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Ciò vuol dire che le compagnie aeree recuperano la loro libertà di alzare o abbassare il prezzo dei voli in base al momento della prenotazione, con prezzi che via via si incrementano se più vicini alla data del viaggio e nei periodi con maggiore domanda. Rimane comunque un grande però: il governo Meloni ha infatti potenziato i poteri dell’Antitrust, garantendo sia la possibilità di avviare un procedimento contro i vettori se il prezzo dei biglietti salirà del 200 per cento per le rotte per Sicilia e Sardegna; che di svolgere indagini al fine di imporre alle compagnie “comportamenti strutturali, rispettosi della concorrenza e dei diritti degli utenti”, facendo anche ricorso ad algoritmi per aggiornare i prezzi dei biglietti.

Antitrust vs Ryanair

Da qui, l’autorità garante è già partita con l’esercizio dei propri poteri. Notizia di pochi minuti fa, infatti, è l’avvio di un procedimento per possibile abuso di posizione dominante di natura escludente da parte di Ryanair. Come si legge nella nota, la compagnia aerea farebbe leva “sulla posizione dominante detenuta nei mercati in cui opera per estendere il proprio potere, anche nell’offerta di altri servizi turistici (ad esempio hotel e noleggio auto), ai danni delle agenzie di viaggio e dei clienti che se ne avvalgono per comprare tali servizi”.

Una mossa che ha scatenato i vertici di Ryanair, i quali già nei giorni scorsi avevano definito il decreto del governo italiano come “stupido, idiota, illegale, che ridurrà i voli e aumenterà le tariffe”. Per di più, l’amministratore delegato della compagnia low cost, Michael O’Leary, aveva annunciato per protesta il taglio dei voli su una decina di rotte in Sardegna da inizio settembre. Un levata di scudi che, però, ha dato i suoi frutti, visto che l’esecutivo Meloni andrà a modificare il decreto Asset, a cui il Consiglio dei ministri aveva dato il proprio via libera il 7 agosto.

Matteo Milanesi, 20 settembre 2023

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