La vicenda giudiziaria sulla decadenza della Governatrice della Sardegna Alessandra Todde, vedrà il primo round giovedì presso il tribunale civile di Cagliari. Qui non ci interessa la condanna o meno, lo vedranno gli organi preposti. Certo la condanna politica della presidente pare senza possibilità d’appello se pure fra gli alleati del Pd non si fa mistero dei malumori sul pressapochismo grillino che si disvela ogni giorno di più di fronte alla palese incapacità di affrontare gli spinosi problemi dell’isola: sanità al collasso, trasporti più che inefficienti, industria del Sulcis ben oltre l’estrema unzione. Come in tutte le vicende giudiziarie che riguardano personaggi politici, la strumentalizzazione delle parti offusca la comprensione di ciò che è successo. Abbiamo incontrato l’avvocato dello Stato Francesco Caput perché ci aiuti a districarci sul brutto pasticciaccio pentastellato.
Partiamo dall’inizio, cosa è stato contestato dal collegio di garanzia presso la corte d’appello alla presidente Todde?
Nel documento di dieci pagine erano sette i punti contestati. Secondo il collegio la dichiarazione relativa alle spese elettorali della campagna della presidente Todde non sarebbe “conforme” a quanto sancito da due norme, la legge nazionale 515 del 1993 e la regionale 1 del 1994 che la recepisce. E poi “non risulta essere stato nominato il mandatario, nomina obbligatoria” ai sensi delle due leggi richiamate. Terzo aspetto evidenziato “non risulta essere stato aperto un conto corrente dedicato esclusivamente alla raccolta dei fondi”. Così come “non risulta la sottoscrizione del rendiconto da parte del mandatario che avrebbe dovuto essere nominato”.
Il collegio di garanzia aveva infine posto l’accento sull’assenza dell’estratto del “conto corrente bancario o postale” e “dei nominativi di chi ha erogato i finanziamenti per la campagna elettorale”. Ultimo punto l’assenza di chiarezza su quale conto siano state indirizzate “le donazioni raccolte durante la campagna attraverso PayPal”.
In sintesi, secondo il collegio il rendiconto elettorale del comitato elettorale del M5s, inviato il 23 maggio, firmato dal senatore Ettore Licheri e inviato alla Corte dei Conti, non chiarisce “se le spese indicate nei documenti depositati afferiscano alle spese della singola candidata alla carica di Presidente o alla campagna elettorale dei candidati alla carica di Consigliere sostenuti dal Movimento”. Il collegio riporta di aver ricevuto i documenti e la memoria della presidente Todde a integrazione dei dubbi sollevati, ma l’organismo aggiunge di ritenerli non sanabili.
La decisione finale del Collegio è stata quella di condannare la Todde al pagamento di euro 40.000 a titolo di sanzione pecuniaria e di trasmettere gli atti al Consiglio regionale per applicare alla Todde la sanzione della decadenza dalla carica di Consigliere regionale.
Qual è stata la reazione della Governatrice? Quali strade ha deciso di intraprendere?
La Todde ha da subito contestato i rilievi formulati dal Collegio di Garanzia e ha preannunciato di voler proporre ricorso contro il provvedimento sanzionatorio adottato nei suoi confronti. Infatti, dopo qualche settimana è stato depositato il ricorso in opposizione davanti al Tribunale ordinario, con la richiesta di una immediata sospensione in via cautelare dello stesso provvedimento Impugnato. Ma il Tribunale ha rigettato la richiesta di sospensione e ha fissato l’udienza del 20 marzo per la decisione sul merito del ricorso.
Si deve sottolineare che diversi consiglieri regionali di maggioranza sono intervenuti nel giudizio per appoggiare il ricorso della Todde.
Dopo la proposizione del ricorso, inoltre, il Consiglio regionale, su proposta della maggioranza che sostiene la Todde, ha deliberato di proporre un ricorso per conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale, sostenendo che la legge nazionale non può dettare norme sulla decadenza dei consiglieri regionali e del Presidente eletto.
Una settimana fa è intervenuta anche la Corte dei Conti.
La Corte dei Conti della Sardegna, e più precisamente il suo collegio per le spese elettorali, ha ritenuto conformi alle leggi tutti i rendiconti dei partiti che hanno partecipato alla campagna elettorale regionale. Tutti, compreso quello del M5s, mentre sulle spese dei singoli candidati, come è successo per la presidente Todde è competente il Collegio di garanzia elettorale regionale della Corte d’Appello di Cagliari.
Ecco la conclusione del documento redatto dalla Corte dei Conti : “L’analisi del conto e dei documenti allegati – condotta nei limiti delle competenze – anche alla luce delle dichiarazioni integrative rese in sede istruttoria, non ha evidenziato profili di irregolarità o di difformità rispetto alla disciplina riguardante le spese relative alla campagna elettorale e le correlate fonti di finanziamento. Il Collegio, pertanto, ritiene di non formulare osservazioni in ordine al consuntivo in oggetto”.
Nella delibera del Collegio per il controllo delle spese elettorali della Corte dei Conti della Sardegna è anche precisato che “Quanto all’ampiezza del controllo intestato al Collegio va evidenziato che la normativa di riferimento opera una netta separazione dell’obbligo di rendicontazione della formazione politica da quello del singolo candidato e attribuisce i rispettivi controlli a due organi distinti. La verifica dei rendiconti presentati dai singoli candidati, è, infatti, demandata al Collegio regionale di garanzia elettorale, istituito presso la Corte di Appello del capoluogo di regione secondo quanto disposto dalla Legge regionale 27 gennaio 1994, numero 1”.
Giovedì 20 marzo ci sarà la prima udienza presso il tribunale civile. Cosa può succedere?
Giovedì il Tribunale dovrebbe decidere il merito del ricorso e quindi potrebbe : a) accogliere integralmente la opposizione della Todde, annullando la sanzione pecuniaria di pagare 40.000 euro e la contestuale proposta di decadenza del Collegio di Garanzia; 2) accogliere solo parzialmente il ricorso, annullando la sanzione pecuniaria ma dichiarando il proprio difetto di giurisdizione sulla richiesta di decadenza; 3) rigettare il ricorso, confermando la legittimità dei rilievi e delle sanzioni applicate dal Collegio di Garanzia.
È possibile ipotizzare dei tempi?
Se il Tribunale non riterrà di chiedere ulteriori documenti istruttori, la decisione dovrebbe arrivare in tempi brevi. La legge non prevede termini vincolanti per il deposito della sentenza, per cui potrebbero passare dei giorni ma anche qualche settimana prima di conoscere la motivazione della sentenza.
Si badi, però, che in ogni caso la pronuncia di primo grado potrà essere appellata e quindi i tempi si potrebbero dilatare parecchio.
La decisione sulla decadenza a chi spetta in definitiva?
La decisione finale sulla decadenza è attribuita per legge al Consiglio Regionale e il giudice non potrebbe mai dichiarare la decadenza di un consigliere regionale. Ma ovviamente, qualora venisse respinto il ricorso della Todde, il Consiglio regionale non avrebbe margini di discrezionalità al riguardo.
Tuttavia, non c’è solo l’opposizione davanti al Tribunale ordinario, poiché ormai esiste anche un conflitto di attribuzione depositato in Corte Costituzionale. Quindi, probabilmente, il Consiglio Regionale potrebbe decidere di attendere la decisione sul conflitto prima di dichiarare la decadenza della Todde.
Da cosa scaturisce la complessità di tutta questa vicenda?
Tutto deriva dal fatto che il regime sanzionatorio applicato dal Collegio di Garanzia è contenuto in una legge statale e in una legge regionale del 1993 e del 1994, quindi anteriori alla riforma del sistema elettorale. Quel regime, in altre parole, era modellato su un sistema elettorale che ancora non prevedeva l’elezione diretta del Presidente della Giunta. La incongruenza è proprio questa : come è possibile che la decadenza del Presidente-Consigliere possa determinare lo scioglimento dell’intero Consiglio ? Le irregolarità di un singolo candidato possono riflettersi in modo così gravoso sull’intera Assemblea legislativa? Purtroppo siamo in uno dei tanti casi in cui il quadro normativo non si è adeguato in modo organico e coerente alla evoluzione del sistema elettorale, creando queste situazioni paradossali di difficile soluzione.
Antonello Picci, 19 marzo 2025
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