Cultura, tv e spettacoli

Che goduria Montanari e il più puro che lo epura

Paradosso per il rettore di sinistra che viene contestato da un pro-Palestina

Com’era quella insopportabile rottura di palle del compagno anarchico Faber, latifondista tra Liguria e Sardegna. “Dal letame nascono i fior”, che intuizione rarefatta, che cima lirica, che vetta immaginifica, manco Liala che incontra Elena Ferrante in una sala da tè con Selvaggia Lucarelli e Chiara Ferragni sotto l’altarino di Michela Murgia. Casomai, dal letame, ideologico, nascono fiori di zucca. Anzi di zucconi. Tu chiamala, se vuoi, Nemesi universitaria.

Un video meraviglioso, c’è il nostro Tomaso – con – una – emme – Montanari praticamente assaltato da un esagitato che farfuglia cose incomprensibili, ma idiote, del tipo “anche sotto il fascismo, il nazismo c’era il dissenso interno anche sotto anche”, e siamo già in pieno delirio assembleare movimentista fancazzista. E tu osservi e va bene che ancora ridi, che non riesci a smettere, però un tarlo ti s’insinua: ma io questo l’ho già visto, dove l’ho visto, sì sì questo non mi nuovo (e aggiungeresti volentieri, come il Mescal di Trinità: “Non l’ho mai picchiato prima”.

Alla fine, eureka! Ma sì, l’è lù, l’è propri lù: non il piffero principal de la banda d’Affori, ma Nini Salerno intellettuale in “Arrivano i gatti”, 1980, regia Carlo Vanzina, Titanus. La storia dei Gatti di Vicolo Miracoli da Verona al mondo. Nini è quello col bagaglio culturale. Questo chi sa che ci tiene nel bagaglio, nello zaino, è uno chiaramente a sinistra di Hamas. Che poi è un bel mistero perché Hamas casomai è nazista totale, sono i nipotini del Gran Muftì di Gerusalemme, Amin el-Hussaeini, che tramava col Fuhrer. Però, per uno di quei fraintendimenti della Storia in cui i comunisti sono maestri, gli stragisti iperislamici hanno finito per diventare gl’idoli della sinistra pacifista e antimilitarista. A senso unico.

E insomma c’è questo qui che investe il povero Tomaso con una emme, democraticamente non lo fa parlare, gli alita in faccia e Dio solo sa, alla fine il rettore formato migranti deve arrendersi e abbandonare l’Aula Magna e bevi. Più tardi, vergherà un pippone illeggibile per spiegare l’inspiegabile e cioè che lui è a favore della Palestina libera, di questo e di quell’altro, e dentro Paolo Borruso, tanto per far vedere che lui ne sa, è un colto multikulti, e Nazin Hikmet, e la rava e la fava, il pacifismo e la resistenza, il Buthan Clan, da non confondere con il Wu-Tang Clan, la Cirenaica e l’immancabile Michela Murgia, un frittone stantio, pesantissimo, tipicamente neowoke, cioè paranoide, cioè due maroni acsè.

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Si era all’inaugurazione dell’anno accademico e il rettore da ong marinara non ha aderito al boikottaggio delle università israeliane, nel nome del pluralismo culturale, del popolo curdo, palestinese, libanese, senese. Tanto è bastata per beccarsi l’accusa di sionista, praticamente ebreo di merda, bastardo d’un rabbino. Esageriamo? No, no, andatevi a vedere la caricatura di Nini Salerno, se non ci andava giù così pesante. Del resto, se un merito i cari compagni di Hamas hanno avuto, è quello di avere dimostrato quanti antisemiti e aspiranti cooperanti all’olocausto allignano ancora anche in Italia.

E insomma, il Montanari bollato come sionista, atlantista, servo della Nato, addirittura suprematista bianco e colonialista, razzista e, ovviamente, fascista: dai, come fai a smettere di ridere? Ma dove davvero evolvi nello scompisciarti, è scorrendo le considerazioni del Tomaso (I say Tomaso, you say Tomeso…): “I contestatori non erano interessati a ragionare… credo sia solo una strada sbagliata, miope, a suo modo inutilmente violenta… alla stupidità della violenza bisognerebbe saper opporre la resistenza dell’intelligenza…”. Ecco: pare un autoritratto. Tomaso, coltiva te stesso. Poi non si capisce davvero cosa c’entri l’intelligenza. Nel suo caso. Ed è subito sega, ed è immediatamente l’aformisma del compagno Pietro Nenni: “A fare a gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro che ti epura”.

Tomaso epurato. Puréè di Tomaso. Qui la faccenda si fa quasi seria però. Nel senso che, anche Montanari avesse boicottato, non sarebbe bastato. C’è una furia, una voglia di scannamento nei nostri pacifisti, i nostri Palestina da divano, che fa effettivamente qualche paura. Non tanto i maranza che pigliano i premiucci dai tramite di Hamas qui, quelli alla fine pensano ai talent e a riempire le discoteche. Ma chi sta dietro, o dentro, chi pullula per le strade e le università, le botteghe di copertura e le fogne dei centri sociali, questi sì, sono pericolosi. Gente che, in piena via Padova a Milano, che è da anni una propaggine di Gaza, solo più estrema, può sfilare, indisturbata, urlando, invocando il genocidio senza mezzi termini. Quello vero, non le puttanate sanremesi di Ghali.

Usque tandem? Fino a che punto? Lo scemo che ha aggredito il rettore militante è sicuramente uno da tenere d’occhio, e magari da rispedire al mittente, ma è anche una spia, un indizio, la punta avanzata dell’idiozia perniciosa. Intanto, un momento di felicità ce l’ha regalato: a fare a gara a fare i pirla, c’è sempre uno più pirla che ti fa pirlare.

Max Del Papa, 21 febbraio 2024

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