Cronaca

Il pandoro gate

Chiara Ferragni è innocente

La procura di Milano indaga, non ha condannato nessuno. L’influencer ha sbagliato, ma…

Chiara Ferragni innocente

Qualcuno dovrà pur dirlo, anche se non è popolare sostenerlo. Chiara Ferragni è innocente. E non per diritto divino, perché sia particolarmente simpatica o perché ha pagato un milione di euro la verginità della fedina penale. Banalmente perché lo prevedono la Costituzione, il codice di procedura penale e pure il buon senso.

In ordine al garantismo non si transige: fino a Cassazione, financo un condannato in primo grado è da considerarsi immacolato. Figuratevi un imputato. Figuratevi un banale indagato, come nel caso di Chiara Ferragni. Non bisogna dimenticare, infatti, che la procura di Milano ha solo avviato un lungo percorso: dopo l’esposto del Codacons, presentato a seguito della maxi-multa dell’Antitrust, il pm Eugenio Fusco ha chiesto alla Guardia di Finanza di acquisire i documenti, redigere un’annotazione sulla base della quale ha ipotizzato (ripeto: ipotizzato) un possibile reato. Da qui la decisione di iscrivere l’influencer e Alessandra Balocco, ad dell’azienda dolciaria, nel registro degli indagati. Ma ora l’esistenza del presunto reato va dimostrata, andrà poi chiesto un rinvio a giudizio (che un Gip deve accordare), bisognerà portare le prove in dibattimento e infine il pm dovrà cercare di strappare una condanna ad un giudice terzo. Non è affatto scontato: il pm potrebbe addirittura domandare archiviazione. Al momento, dunque, è tecnicamente innocente. Poi si vedrà e chissà che l’eventuale processo non riservi sorprese.

Questo significa che la moglie di Fedez è una santa? No, ovviamente. L’errore l’ha commesso eccome, come ha piagnucolato lei stessa in quel tragicomico video: la campagna pubblicitaria per i pandori (o per le uova di Pasqua) serviva più a dar credito alla propria immagine che a far bene ai bambini dell’ospedale Regina Margherita di Torino. E infatti finché non l’hanno pizzicata con le mani nella marmellata si è ben guardata dall’ascoltare chi già un anno fa la criticava. Ha gabbato gli acquirenti? Sì, dal nostro punto di vista. Ma da qui a configurare un reato ce ne passa.

Insomma: si può dare un giudizio di merito sull’intero patatrac innescato dal pandoro Pink Christmas, e l’abbiamo già ampiamente fornito su queste colonne. Si può contestare a Ferragni di aver esagerato nell’auto-eleggersi star della moralità (vedi le campagne pro aborto, contro FdI o per le donne), salvo poi ritrovarsi moralizzata. Si può criticare l’aver ostentato la beneficenza, che è sempre meglio mantenere sotto un certo riserbo o pubblicizzarla solo se si è in grado di garantire il massimo della trasparenza. Si può ritenere corretta la multa dell’Antitrust, che in fondo serve proprio a punire certi comportamenti commercialmente scorretti. Però occhio a scadere nel giustizialismo. Non serve. E in fondo non è sul piano penale che Chiara Ferragni va criticata.

Giuseppe De Lorenzo, 9 gennaio 2023

Nicolaporro.it è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati (gratis).

Iscrivi al canale whatsapp di nicolaporro.it

LA RIPARTENZA SI AVVICINA!

SEDUTE SATIRICHE

www.nicolaporro.it vorrebbe inviarti notifiche push per tenerti aggiornato sugli ultimi articoli