Ci incolpano dei morti ma non sanno nemmeno contarli

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I circa 1000 morti censiti negli ultimi giorni per Covid hanno provocato dichiarazioni ipocrite, per usare un eufemismo, da parte degli esponenti della maggioranza giallorossa. La loro loquacità social pare considerare la letalità un fenomeno autonomo che esenta chi gestisce l’emergenza dalle responsabilità. Così si è espresso il segretario del Pd Nicola Zingaretti: «In 24 ore quasi 1000 persone sono morte a causa del Covid. Negli ultimi 15 giorni oltre 10.000. Rifletta chi non capisce quanto è importante tenere alta l’attenzione con regole rigorose per sconfiggere la pandemia. Combattiamo insieme e uniti». Oggi il segretario dei dem invoca l’unità, ma ieri pronosticava una mattanza di vite con la destra al governo.

Il ministro della Salute Roberto Speranza, autore di un libro sul Coronavirus ritirato anzitempo dagli scaffali a causa di una narrazione ottimistica alienata dalla realtà, ha giustificato la recrudescenza delle misure restrittive con la solita retorica paternalistica: «Non è una linea “dura” ma una linea “necessaria”. In questo momento siamo davanti a due verità. Da un lato c’è una situazione molto complicata, il numero dei decessi di ieri deve farci riflettere, e il numero assoluto dei contagiati è ancora molto alto. La seconda verità è che nelle ultime settimane le misure messe in campo e il modello costruito hanno prodotto un abbassamento della curva e siamo riusciti a piegare la curva senza lockdown generalizzato». Dimentica di dire il ministro Speranza che la linea è necessaria a causa delle omissioni gestionali del governo che, malgrado la seconda ondata fosse stata annunciata, nulla ha fatto per mitigare l’impatto della recidiva epidemica.

In Italia da settimane cresce l’indice di letalità del Coronavirus, ponendo l’Italia ai vertici della lugubre classifica elaborata dalla Johns Hopkins University di Baltimora. L’indice è ottenuto calcolando il rapporto tra morti per Covid e il numero di casi positivi. Il Messico guida il triste primato con 10 vittime ogni 100 contagiati da Sars-CoV-2, segue l’Iran, con una media di 5 decessi ogni 100 positivi, e sul podio con il terzo posto c’è, ahinoi, il nostro Paese. L’Italia con circa quattro morti ogni cento casi diagnosticati smentisce la bufala del modello da emulare con cui il governo cerca di manipolare la percezione della sicurezza sanitaria dei cittadini. I numeri, purtroppo, dicono altro e ci silurano come i peggiori in Europa, ma Conte ed i suoi ministri continuano a schivare le responsabilità dei decessi con una narrazione inverosimile. Anzi, l’aggravamento del quadro sanitario viene strumentalizzato per agitare un clima di paura e posticipare la consapevolezza sulle negligenze organizzative della struttura emergenziale che sono all’origine dell’incremento letale del virus.

Ma nemmeno quando provano a sfruttare le vittime per farci la ramanzina, i giallorossi riescono a non pasticciare. Sul record dei 993 decessi del 3 dicembre, infatti, pare ci sia un’eccedenza di 128 morti nel computo totale per cause relative ai ritardi di registrazione dei dati: nei report quotidiani sono finite casistiche di mortalità avvenute in periodi antecedenti. Forse il primato negativo serviva per rendere accettabili le limitazioni e il “pacco” di Natale di un governo che tiene in ostaggio gli italiani.

Andrea Amata, 4 dicembre 2020

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