Politiche green

La fine dell'idolo green

Ciao ciao Greta, hai fatto la fine di Soumahoro

greta thunberg

Ricadona Lang proprio un fulmine di guerra, anche senza conoscerla, non dev’essere (poi la vedi e ne hai conferma): intanto è copresidente dei Verdi crucchi, i Verdi, questa peste che ammorba l’ambiente lungi dal salvarlo (per tacere delle casse pubbliche). Poi prende sul serio la ragazzina svedese, Greta Thunberg, la marionetta del globalismo di rapina. Almeno, nel sopravvalutata, ne diffida, la critica: benvenuta Ricardona, benvenuti Verdi, benvenuto mondo, benvenuto Bergoglio, benvenuti potenti della terra “che mi rubano il futuro” ma chissà com’è, appena ne scorge uno, Greta ci si fionda e fa le boccacce: bla, bla, bla.

Le rubano il futuro. Come i Casiraghi, i monegaschi petrolieri che fornivano i catamarani bio per le traversate, scortati dalle corvette a nafta pesante. Tutta così la parabola di questa truffatrice di istanze, di visioni e di scioperi per il futuro, ogni dannato venerdì, roba da far impallidire Landini. Truffando truffando, tanto è stata scippata del futuro da aver messo su una fondazione: sì vede che i potenti della terra a qualcosa servono, se non altro ad erogare buoni consigli.

Greta ha funzionato finché perdurava l’anagrafe, la dimensione lolitesca, acerba, anche preoccupante, arricchita da probabilmente reali problemi di adattamento, involuti in capriccioni. Dai 16 ai 20 anni la scioperosa ha pontificato come una baccante ebbra su: clima, dando lezioni agli scienziati, regimi politici, dando rampogne ai reggenti, Dio, dando sermoni al papa, poi, a salire, gender, guerra civile americana, economia e finanze, fascismo, migranti, un quiz umano, una Greta Rischiatutto. O raschiatutto. L’hanno proposta per il Nobel per la Pace, le hanno regalato una laurea ad honorem, ad Uppsala, che finalmente uno capiva come l’università di Uppsala entrasse sarcasticamente negli scherzi del conte Mascetti che in casa di riposo si trombava la pornononna.

Niente Nobel, in compenso le hanno dato, caso unico nell’universo mondo e squinternato, un diplomino, a Stoccolma, dopo la laurea, senza aver mai frequentato un giorno di scuola dell’obbligo: pare abbia lei interrogato la commissione, ringhiando una serata di “come osate”, finché i docenti, atterriti, non hanno deciso all’unanimità di togliersela dai coglioni col massimo dei voti. Voti religiosi, Gesù e Maria portatecela via.

Dismesse le bionde trecce è arrivata, inesorabile, la crisi. Non di maturità, certo di visibilità. Allora Gretinetta ha cominciato ad elevare il livello dello scontro, a portare l’attacco al cuore dello stato imperialista delle multinazionali, che di passata la foraggiano; previa convocazione dei media, arrivavano copiose le gesta di disobbedienza civile, gli arresti fittizi, le salite sugli alberi, ah Greta facce Tarzan.

Finché a furia di strafare, invece di Tarzan è arrivata la scimmia delirante: kefiah al collo, più fanatica che mai, eccola a manifestare pro Hamas al grido “non può esistere giustizia climatica nei Territori occupati!”. Che come nonsenso, come delirio è persino meglio di “posso vedere la CO2 depositarsi sui balconi” (una tipa del genere è diventata la voce della scienza, dell’etica, dell’estetica e della cotica de sinistra…). Eh no, questo era troppo: sfanculata dai Verden krapfen, “devo dire che considero queste dichiarazioni non solo deprimenti, ma assolutamente oscene”. E vorrei pure vedere.

Siamo al limite della istigazione allo stragismo e a questo punto neanche gli squilibri veri o enfatizzati possono soccorrere: verum est che Greta è finita sui santissimi a tutti e ormai anche da dentro lo sbomballato movimento acchiappamocciosi, FFF, Friday for future, cioè allunghiamo la settimana corta scolastica scioperando alla faccia del pianeta, partono i regicidi. La diretta concorrente, altrettanto integralista e demenziale, ma un po’ più grandicella, Luisa Neubauer, perfidamente la invita a “non sfruttare la nostra rete per diffondere disinformazione e antisemitismo”.

Le danno tutti della sciacalla, della disonesta. Benvenuto mondo, benvenuto pianeta che non impari mai, che sempre e sempre più ti abbeveri alle fonti peggiori, ai veleni degli imbonitori, degli imbroglioni globali. Si poteva rischiare un procedimento disciplinare dall’Ordine, ovviamente a mezzo Pd (è successo a chi scrive) se criticavi santissima Greta, non ti invitavano più alla radio, perdevi la collaborazione con la testata, Trecciolina indiscutibile, indispensabile, insindacabile come i vaccini, come questa globalizzazione di grandi ladri e di grandi stragisti, di giganteschi conformisti e di colossali stupidi. Lei l’interfaccia, una faccia che si spacciava per pulita, con l’expertise del “disagio” che scoraggiata qualsiasi obiezione. La maschera è caduta e si vede il ghigno orrendo in tutto splendore.

Adesso le danno, per primi i suoi stessi sponsor, della opportunista, della fuori di testa e, quel che è più grave, della antisemita, non a torto. Finisce come una Soumahoro qualsiasi. Finisce sempre così, nel sic transit gloria mundi e nella pelosa indifferenza degli adepti. Ma il mondo non impara, il mondo ha bisogno di sempre nuovi e più indecenti influencer, deve aggrapparsi, questo mondo senza dignità, alle peggiori fandonie sapendole tali ma senza il coraggio di farne a meno. Mondo drogato di illusioni, di mitologie e superstizioni, di ideologie rancide spalmate di panna montata giovanile.

Vedi come funziona? Gratta l’ambientalista sensibile e troverai il filoterrorista, gratta l’inclusione e troverai il razzista, gratta il pacifista e troverai il forsennato, gratta l’ecumenico e troverai l’antisemita, gratta la vocetta petulante in nome della scienza e troverai l’abisso dell’ignoranza, gratta il disinteresse che vola alto e troverai l’avidità più pesante, più zavorra al consumismo dei diritti pretesi. Impara, pianeta, se ancora un poco di rispetto di te lo conservi.

Max Del Papa, 15 novembre 2023

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