Cronaca

“Colpa del dominio maschile”. Pure il governo sposa la lotta al patriarcato

Dopo l’omicidio di Giulia Cecchettin, il ministero dispone un minuto di silenzio nelle scuole

Giulia Cecchettin e il ministro Valditara sul caso patriarcato

Il conformismo ha questo di nefasto, che è stupido e come tale pandemico, fa velocemente proseliti. Il conformismo si intontisce al suono delle sue stupidaggini, non gli importa di arrivare a una comprensione dei fatti, anzi la aborre, l’unica cosa che gli preme è uno slogan, un luogo comune, una idozia monumentale con cui chiudere i conti: è così e basta. E tutti, felici, si accodano. Perché il conformismo è una galera fetida ma rassicurante, dove tutti si anestetizzano al loro stesso tanfo. È come quando dicono: stiamo con Hamas se no non può esserci giustizia climatica. Che nell’ordine è: una aberrazione, una roba priva di senso, un delirio consequenziale. Roba da Greta o da Massimo Fini, l’apocalittico che adora il mullah Omar dal divano di casa sua. Anche sulla tragedia della disgraziatissima Giulia poco si sa e poco si dovrebbe aggiungere, se non che era capitata nelle grinfie di un bamboccio inadeguato e furioso, come sempre più ne crescono; invece la politica cialtrona e sciacallesca ha già risolto tutto col patriarcato, il maschio bianco tossico (nero no, nero va bene), l’esigenza di corsi di gender nelle scuole, in cui bambini nell’età dell’asilo provano a sedursi e a violarsi a vicenda, operazione tra l’altro sconclusionata perché anagraficamente impossibile, irrimediabilmente prematura. E “prematurata”: se si fanno queste cose, se si danno queste ricette, le Giulia di tutto il mondo non muoiono più. Nessuno le bracca, le massacra, le rapisce, le finisce a coltellate in faccia e poi le scaraventa giù da un dirupo, pensando per giunta di farla franca in Germania.

Il patriarcato. L’asterisco. Viene una fatica, una stanchezza a dover sempre commentare tutto questo, perché è una battaglia persa e sempre più perdente: il conformismo ha questo di devastante, che è stupido e il governo italiano si comporta da stupido indicendo un incredibile, angosciante minuto di silenzio nelle scuole in memoria dell’ultima vittima, e passi pure, non fosse che l’iniziativa viene corredata da un proclama che pare uscito dalle menti alternative di Elly Schelin, Alessandro Zan, quello della legge liberticida e censoria, Monica Cirinnà, per la quale chi si oppose alla Zan deve portare rimorso per l’omicidio di Giulia, e via farneticando. Roba immonda, accuse immonde, ma stupidissime. E questo governo conformista, perennemente terrorizzato di restare indietro, di non venire accettato, di fare la figura del criminale di guerra, subito si accoda, scodinzola sotto al desco in cui si lanciano lacerti di sciacallaggio, miseria morale, infamia.

Il patriarcato. La matria. Il maschio tossico; cosa c’entrano con un eccidio bestiale e demenziale? Non sanno spiegarlo quelli che lo mettono in correlazione. Però che sfinimento, che disperazione dovere ancora denunciare, raccontare, arginare l’oceano di assurdità con due mani e una tastiera. “In memoria di Giulia e di tutte le donne vittime di violenza, il ministro Giuseppe Valditara vuole invitare l’intera comunità scolastica a osservare un minuto di silenzio alle 11 di martedì 21 novembre. [la commemorazione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, che cade il 25 novembre], “coincide, purtroppo, con l’ennesimo tragico femminicidio, che ha scosso le coscienze di quanti hanno visto in Giulia Cecchettin una figlia, una sorella, un’amica, una studentessa impegnata. Un’altra donna vittima della cultura del dominio e della sopraffazione maschile”. “Purtroppo”, rimarca la circolare ministeriale. Se no non era abbastanza chiaro il rincrescimento. O il rincretinimento.

“Nei giorni prossimi alla ricorrenza del 25 novembre, le istituzioni scolastiche sono chiamate, altresì, a organizzare iniziative sulla tematica della lotta contro la violenza sulle donne, coinvolgendo attivamente studentesse e studenti in riflessioni e dibattiti, che possano sensibilizzarli e responsabilizzarli, anche attraverso eventuali approfondimenti sugli strumenti a disposizione delle donne vittime di violenza, sulla normativa e sulle politiche in essere”.

Le riflessioni, i dibattiti, i tavoli, i giochi di ruolo. Dai, proiettate pure quella caricatura del neorealismo di Paola Cortellesi, così vi sistemate la coscienza, tutti. Eh, no, no, così non va. Non può andare. Questo svendersi così, non è quello che volevano milioni di elettori decisi a cambiare pagina. Così siamo peggio che alla sudditanza, siamo alla prostituzione morale verso un partito che, c’è da giurarsi, non vede l’ora di mettere le mani – lo fa sempre – sui parenti della vittima, come quella sorella fuori controllo, che da tre giorni non perde un colpo, una lacrima, un microfono, che predica, accusa, in modo grottesco, Salvini, fingendo di fraintenderlo, e intanto già escono i suoi scatti improntati a un penoso satanismo di provincia. Si vede che anche di questo ha colpa il patriarcato bianco, ma la sensazione è che di roba dovrà uscirne ancora, e che serviranno ancor più massicce overdose di stupidità per dirottare, stravolgere, camuffare.

Max Del Papa, 20 novembre 2023