Cronaca

Il caso a Amsterdam

Greta fa il comizio pro Palestina: la rivolta di un attivista climatico

Un uomo sale sul palco per criticare la paladina del green: “Sono venuto qui per parlare di ambiente, non di politica”. E lo cacciano

Greta Thunberg contestata

Greta Thunberg ci ricasca. Da paladina delle battaglie climatiche al sostegno per la Palestina il passo era stato breve e stavolta è riuscita a fare pure di meglio: nel suo ultimo intervento ad Amsterdam, Greta ha mescolato i due argomenti con la solita retorica catastrofista che la contraddistingue. A Gaza si combatte sul terreno e si muore sotto le bombe? E lei denuncia l’assenza di “giustizia climatica” nei “territori occupati” in Palestina.

La cosa, ovviamente, c’entra come il cavolo a merenda. E infatti un uomo presente alla manifestazione, non appena Greta ha tirato fuori la tiritera filo-palestinese, è salito sul palco per interromperla: “Sono venuto qui per parlare di ambiente – ha detto – non di politica”. La sicurezza l’ha poi prelevato, fatto scendere dal palchetto e allontanato mentre Greta rinvigorita dai suo adepti intonava il coro “nessuna giustizia climatica nei territori occupati”.

Il video, ormai virale sui social, mostra gli attimi salienti della contestazione a Greta. Ieri migliaia di manifestanti climatici erano scesi in piazza per chiedere alle autorità di prestare maggiore attenzione ai cambiamenti climatici: mancano solo 10 giorni alle elezioni nei Paesi Bassi e l’argomento è molto sentito. Solita storia. In corteo svettavano le bandiere di Extinction Rebellion, Fridays for Future, Oxfam e Greenpeace. Il candidato loro più congeniale, ovviamente, sarebbe Frans Timmermans, ex vicepresidente della Commissione europea, papà del Green Deal e ora artefice del patto tra Verdi e sinistra olandese. I talebani del clima sono però indietro nei sondaggi, fermi al terzo posto in una speciale classifica che vede a pari merito il Vvd, il partito di centro-destra del premier uscente Mark Rutte, e l’Nsc di Pieter Omtzigt.

Il corteo climatico doveva servire a dare una spinta ulteriore agli ambientalisti di Timmermans. Ma s’è risolta in un ennesimo corteo pro-Palestina. La giovane svedese è salita sul palco con la kefiah al collo, ha invitato una donna palestinese a parlare e invitato tutti ad “ascoltare le voci di coloro che sono oppressi e di coloro che lottano per la libertà e per la giustizia” perché “altrimenti, non può esserci giustizia climatica senza solidarietà internazionale”. Il microfono, riporta Nexta, è andato anche a chi accusava Israele di genocidio. In fondo, a pochi giorni dal 7 ottobre, Greta si era subito catapultata a sostenere la causa palestinese: “Settimana numero 270 – aveva scritto – Oggi scioperiamo in solidarietà con la Palestina e con Gaza. Il mondo ha bisogno di far sentire la sua voce e chiedere un immediato cessate il fuoco, oltre a ottenere giustizia e libertà per i palestinesi e tutti i civili coinvolti”. Una posizione che ha spaccato il movimento green, soprattutto in Germania, dove non si sentono rappresentati più dalle posizioni politiche della famosa attivista verde.

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