Come l’emergenza sanitaria ha ucciso le nostre libertà

Leggi liberticide in nome della libertà: un libro ci spiega come sia potuto accadere

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C’è una letteratura sconfinata sulle conseguenze politiche e sociali indotte dalla pandemia e dal suo contrasto da parte dei governi occidentali. Ma se possiamo permetterci di fare una classifica, per noi liberali il podio, il posto più alto spetta senza alcun dubbio a “Leviatano sanitario e crisi del diritto”, a cura di Carlo Lottieri (edito da Giometti & Antonello).

È un testo scritto a più mani. Roberto Festa che teorizza la pratica inesperta della politica nelle sue scelte; Daniele Velo Dalbrenta che racconta il paradosso della normativa liberticida adottata in nome della libertà; Tommaso Gazzolo che si interroga «sul nostro comune modo di intendere le norme giuridiche come guide della condotta, ragioni per compiere una determinata azione». Ma senza fare torto a nessuno, ciò che è formidabile e vale il prezzo del libro è il primo capitolo scritto da Lottieri e intitolato «Gli oligarchi, i renitenti e gli altri». Lottieri sostiene che la risposta alla pandemia «ha ridefinito le regole della convivenza civile e ci ha condotto entro un universo nel quale diritti e libertà appaiono quanto mai indeboliti». E fino a qui ci potevamo arrivare anche noi. Ma ciò che segue è davvero originale.

Come Alexis de Tocqueville in fondo ci insegna che i rivoluzionari francesi hanno potuto fare ciò che hanno fatto «perché la monarchia aveva aperto loro la strada», così i politici di oggi hanno potuto violare ogni nostra libertà grazie a quelle costituzioni che ci avrebbero dovuto proteggere. Le carte sacre della Repubblica, come il Re Sole, pretendevano di ottenere certi scopi, e ne hanno ottenuto gli opposti. «Il peccato del costituzionalismo è la mancanza di realismo… e nella sua tendenza di far credere che il potere non esista. Infine c’è la convinzione che una tecnologia basata su regole, procedure e apparati, possa essere in grado di disinnescare la violenza, potenzialmente illimitata che è al cuore della nozioni di sovranità».

Vi è infine la drammatica complicità delle grandi multinazionali tecnologiche, gli oligarchi, come va oggi di moda dire, della Silicon Valley. «Dovrebbe essere chiaro ai più come la battaglia combattuta per limitare la libertà di espressione, utilizzando il bavaglio giustificato dal cosiddetto fact-checking, sia semplicemente la prova che questi apparati sono ormai asserviti al conformismo dilagante e a quell’intreccio di interessi e valori che oggi usa l’emergenza sanitaria per rafforzare il dominio politico e già si appresta a modificare il proprio potere sfruttando l’emergenza climatica». Top.

Nicola Porro, Il Giornale 10 aprile 2022

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