Esteri

Come Zelensky ha fottuto i burocrati europei

© Quintin Gellar tramite Canva.com

Credevo che nonostante le spesso scarse facoltà e la limitata inclinazione al ragionamento, coloro che sbarcano il lunario osservando il proprio tempo fossero “consumatori razionali di dati è informazioni”. Ritenevo che il loro essere spesso in errore derivasse da paralogismi continui e scarsa conoscenza di storia, politica e filosofia.

Mi rendo conto proprio in questo momento di follia collettiva di quanto conti il marketing: Zelensky, il presidente del Paese più corrotto della storia umana, ha conquistato la mente delle classi dirigenti europee presentandosi come il cavaliere senza macchia e senza paura a difesa di tutto ciò che conta nella storia dell’Occidente.

Improvvisamente, e solo in virtù di un’invasone militare, Atene, Roma, Firenze, Parigi e New York hanno trovato una metafora dell’umano nella quale riconoscersi e compiacersi. 25 secoli di Occidente si riverberano nel profondo del Teo Teocoli ucraino. E diventa quasi impossibile parlare con i malati di ucronia ucrainista. Perché l’Ucraina, un paese che ha poco più di 30 anni, mal costruito e pessimamente governato ormai è diventato un luogo dello spirito, un’extrema Thule nella quale tutto si incontra, da Pericle a JFK.

L’Ucraina non è più un elemento della realtà per le classi dirigenti europee, ma un regno dell’apparente e del Geist. La costruzione della Russia come il male assoluto passa attraverso l’assurgere dell’Ucraina a regno del Bene indiscutibile. Non è facile mantenere un minimo di razionalità in queste circostanze.

Luigi Marco Bassani, 5 marzo 2025

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