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Confessione choc dell’agente: “Sono i cittadini a chiederci di controllarli”

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A Pasqua, gli elicotteri, i droni, gli agenti, i posti di blocco, li avete visti tutti. Sta montando l’indignazione perché, dopo che a Natale era stata promessa un’applicazione elastica delle regole, qualcuno adesso s’è fatto prendere la mano: ormai si moltiplicano gli episodi di rappresentanti delle forze dell’ordine che bussano nelle case della gente per disperdere i famigerati assembramenti. Ma cosa pensano gli agenti di questa situazione? Sono stati contagiati dal delirio di onnipotenza, cui è esposto chi – ricordatevi La banalità del male – ha il via libera dalle autorità per perpetrare financo dei soprusi? Oppure, salvo qualche rara eccezione, quelli per strada sono i soliti poliziotti, i soliti carabinieri, i bonari e intrepidi tutori dell’ordine, al servizio dei cittadini onesti?

Abbiamo fatto una chiacchierata con una donna della Benemerita. Ovviamente, per non facilitarne l’identificazione, non vi diciamo né come si chiama (nemmeno il nome di battesimo, nemmeno le iniziali), né da dove viene, né dove lavora, né che grado abbia. Ma quello che ci ha riferito è inquietante. E non dal punto di vista della “guardia”, quanto dalla prospettiva della gente comune, che, a quanto pare, sta imboccando volontariamente la via della schiavitù.

Chiediamo all’agente: come vi sentite? Avete la sensazione di essere stati ridotti a vigilanti che applicano regole ingiuste e vessatorie?

Risposta: “Io sto vivendo male questo periodo, perché sono al servizio del cittadino, ma il mio dovere è far rispettare quello che il governo decide. In ogni caso, su tanti aspetti c’è un margine di discrezionalità che è stato lasciato a noi operatori sulla strada”.

Domanda: dunque, potete decidere se essere più rigidi o più elastici? Allora è tutta una questione di fortuna, se ci si trova davanti il poliziotto buono o il polizotto cattivo?

Risposta: “Posso parlare per me: io non agisco letteralmente come mi viene detto di agire. Penso con la mia testa e cerco di comprendere che la situazione è pesante per tutti”.

Fin qui, un’analisi incoraggiante. Magari non sono tutti come la nostra carabiniera. Magari qualche tutore dell’ordine gioca a fare Dredd: la legge sono io. Sono casi rari, ancorché disturbanti. Ma la cosa che più sorprende e che più lascia esterrefatti, è un’altra confidenza della nostra interlocutrice.

“Credo che in nessun caso si possa parlare di vessazioni da parte nostra. Anzi, se proprio devo essere sincera, sono i cittadini che VOGLIONO essere controllati”. Scriviamo “vogliono” a caratteri cubitali, perché è con enfasi che costei pronuncia il verbo. Abbiamo capito bene? Siamo noi italiani che chiediamo di essere tampinati? “Sì. Molti cittadini VOGLIONO che noi chiediamo loro dove vanno, cosa fanno”.

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