Conti correnti a rischio, perchè c’entra la Germania

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Il vero rischio per i conti correnti, anche quelli di casa nostra, si chiama Germania. Il 30 ottobre i risultati registrati da Deutsche Bank hanno messo in allarme il mercato di casa Merkel e non solo quello. La più importante banca tedesca ha registrato una perdita di oltre 800 milioni di euro, una perdita che si somma a quelle ancor più importanti registrate a luglio e che avevano superato i 3 miliardi di euro. Dall’Istituto fanno sapere che era tutto previsto, che tutto è dovuto alla profonda ristrutturazione avviata dalla banca. Ma intanto i numeri fanno preoccupare gli analisti che, più che alla calma, invitano gli investitori ad alleggerire le posizioni.

È legge di mercato: quando le cose vanno male, viene meno la fiducia e gli investitori si allontanano. Sarà importante che Deutsche Bank, nel prossimo trimestre dia chiari segnali di ripresa. Ma l’eventuale ripresa rischia di passare anche per l’aumento dei costi dei conti correnti dell’istituto tedesco, che dovendo cercare di far quadrare i bilanci, potrebbe essere costretto a fare scelte forti circa il trasferimento del tasso negativo di -0,50%, imposto sui depositi dalla Bce, direttamente ai correntisti. Indiscrezioni confermerebbero la volontà di cambiare lo status quo imposto da Mario Draghi, anche se ufficialmente non sono state prese posizioni precise.

Martedì scorso, attraverso un suo portavoce, Deutsche Bank, ha fatto sapere di osservare molto attentamente il mercato confermando di essere in stretto dialogo con i clienti che hanno i depositi più elevati, soprattutto quelli di istituzionali o di società internazionali, con i quali ci sarebbe il desiderio di concordare alternative di investimento o modelli di compensazione adeguati. Cosa vorrebbe dire in parole povere? Vedremo nelle prossime settimane.

Il vero tema, però, quello che ci riguarda tutti da molto vicino, è quello delle commissioni applicate alle operazioni bancarie. Secondo un recentissimo studio, 400 istituti in Germania quest’anno le hanno già aumentate in modo significativo, mentre la più grande Volksbank tedesca, la Berliner Volksbank, ha già introdotto tassi di interesse negativi per i nuovi clienti con depositi al di sopra dei 100 mila euro. Ma le piattaforme internet, Verivox e Biallo che confrontano i costi dei servizi offerti in più settori commerciali, annunciano nuove prese di posizione da parte degli istituti di credito tedeschi.

Anche Commerzbank vorrebbe evitare di dover applicare i tassi negativi, così come più volte dichiarato, tuttavia né Commerzbank, né Deutsche Bank hanno smentito di potersi ritrovare ad aumentare le commissioni bancarie proprio a causa dei tassi negativi. Horst Biallo, ha spiegato che le banche opereranno più sul fronte commissionale che su quello di un costo secco dello 0,50%. Questo perché i correntisti sono talmente pigri che non vanno a guardare gli estratti conto, mentre l’applicazione di uno 0,50% di costo sarebbe così forte da scuoterli dal torpore portandoli ad eventuali cambi di banca. Il portale ha verificato come 400 di circa 1300 banche e casse di risparmio abbiano già aumentato i prezzi dei conti correnti privati. In media, per le banche e le casse di risparmio gli aumenti avrebbero sfiorato aumenti fino al 30%.

Molte banche hanno aumentato anche i prezzi per le carte di credito o introdotto nuove tariffe per i servizi che fino all’anno scorso erano ancora gratuiti, come depositi e prelievi in contanti. Sempre più banche stanno trasferendo lo 0,50 dettato dalla Bce ai clienti con i maggiori depositi. Si tratta soprattutto di imprenditori ed imprese di media dimensione. Molte di queste stanno cercando di evitare di pagare le nuove tassazioni cercando forme d’investimento alternativo o investendo direttamente sulla propria azienda. Un sondaggio, però, rivela che il 26% delle persone colpite ha risposto, all’applicazione dei tassi di interesse negativi, con un cambio di banca a dimostrazione che si stanno aprendo più scenari e che la pigrizia, nei confronti di impatti così forti dal punto di vista dei costi, finisce per sparire in un lampo.

E da noi? Unicredit ha aperto una breccia importante sul fronte bancario che non appare compatto sull’applicazione e sulle modalità d’applicazione dello 0,50% direttamente ai correntisti. Ma siamo convinti che la strada aperta da Mustier verrà imboccata anche da altri. Intanto però, la ricerca di Banca d’Italia sui costi dei conti correnti ci fa comprendere che, dal punto di vista commissionale, la strada dell’aumento è stata già ben introdotta anche da noi e non ha nulla da invidiare a quella delle banche tedesche in quanto a forza ed entità dell’aumento determinato.

Forse, la pigrizia, di cui parlava la piattaforma tedesca dovremmo scrollarcela di dosso, dovremmo cominciare a guardarci attorno a comprendere, una volta per tutte, che se tutto è cambiato è giusto cominciare a considerare altre strade da seguire per gestire il nostro denaro: guidare una vecchia “Seicento”oggi, del resto, non ci porterebbe da nessuna parte.

Ebbene, i nostri soldi tenuti in conto rischiano di fare come la “Seicento”, di fare un viaggio anacronistico fuori dalla realtà, un viaggio che allontana sempre di più dal benessere persone e famiglie.

Leopoldo Gasbarro, 2 novembre 2019

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