Cronaca

Il caso dell'estate

Corna a Torino, la sfuriata di Segre è la forma più alta di amore

Vittorio Sgarbi si schiera sul caso Segre-Seymandi: “Difficile non stare dalla sua parte”

segre Seymandi Sgarbi

Ha fatto rumore, ha fatto sorridere, ha fatto irritare, ha fatto indignare la vicenda di Massimo Segre e di Cristina Seymandi.

Due, una coppia, non so se li ho mai incrociati, probabilmente no, nonostante l’amicizia con il deputato del Udc Vietti, che è un intelligente simpatico amico, che era presente a quella festa, una festa d’estate nella Torino bene, in una casa bella, con un’aria leggera in attesa di un annuncio perfino prevedibile e in fondo indifferente, che Massimo e Cristina si sarebbero sposati.

Questa era la ragione, sembra di capire dalle parole di lui: tutti si attendevano un annuncio che è arrivato. Gli invitati sicuramente sono stati i più stupiti e anche i più divertiti, ma gran parte dei commenti che ho letto hanno riconosciuto in Cristina, nella donna, una vittima di una violenza sessista, un atteggiamento prepotente.

Allora io che ho letto i commenti, ma che non avevo sentito le parole, ho cercato la registrazione che c’è, delle parole di Segre e mi è venuta in mente una delle scene più violente del teatro d’opera, quella di Alfredo che raggiunge il bellissimo ballo della traviata Violetta e davanti a tutti, esattamente con lo stesso metodo che ha usato Segre, le butta in maniera molto violenta, molto prepotente del danaro in faccia dicendo che “qui pagata io l’ho”. Colpisce molto perché c’è l’ira di un uomo che usa il danaro per indicare che la donna esosa, quindi una puttana, che è acquistabile, che è stata pagata e lei mortificata, lei vittima, lei sicuramente vittima di una violenza equivoca perché poi il comportamento di Alfredo è determinato da un suggerimento o da una suggestione del padre, dalla volontà di lei di allontanarsi per consentirgli una vita più regolare, quindi dei costumi e dei comportamenti che oggi non ci sono più.

Oggi invece ci sono due persone che lavorano insieme, che stanno insieme, che decidono di sposarsi e con amarezza, dolore e incredulità, immagino, dopo precedenti sospetti, l’uomo viene a sapere di essere stato tradito, di essere stato tradito due volte, con un avvocato e con un noto imprenditore e sono certo che lui non lo dice per sospetto. Il sospetto sarebbe sufficiente per provocare la gelosia.

Vediamo un’altra opera che è L’Otello in cui Desdemona viene uccisa per un sospetto che non ha fondamento di verità, quindi stiamo a cavallo tra la traviata e L’Otello, ma mentre Otello cornuto non era, Segre è certo di essere cornuto e lo dichiara, in quanto cornuto soffre e soffre non perché il suo orgoglio sia stato mortificato dalle corna, non soffre neppure perché lei lo ha tradito in quelli che erano affetti che riteneva fossero sinceri e forse lo erano anche da parte di lui; (…) ma il tradimento con il corpo non vuol dire che si smette di amare e si ama un altro, il sospetto di lui è che il tradimento del corpo corrispondesse anche a un tradimento dello spirito, il fatto sta che evidentemente turbato, addolorato, sofferente e approfitta dell’occasione di un annuncio felice, di una festa assolutamente normale in cui tutti si divertono, per scrivere addirittura quello che vuole dire a Cristina.

E lo dice in maniera struggente, che la forma più alta di amore è quella di consentire a una persona di fare quello che vuole. Quindi l’amore non può essere una forzatura di affetti o un obbligo di affetti, deve essere una libertà di affetti, quindi lui in quello è perfino nobile. È vero che l’effetto mediatico, la diffusione di quel video diventa una denuncia per cui lei pensa addirittura agli avvocati perché è stata diffamata. Ma non è stata diffamata.

Forse qualcuno può pensare che lo sia, per quello le femministe e un mondo di donne si è schierato con lei, perché lei avrebbe dovuto essere tutelata da lui, fare quello che voleva, tradirlo e lui accettare il tradimento, questo sarebbe stato il comportamento. Lui invece non accetta il tradimento, ma non lo accetta non perché è un maschio prepotente, non lo accetta perché soffre, la sua sofferenza è più forte di tutto e quindi dice delle cose anche terribili, parla di soldi, “ti ho pagato le vacanze, puoi andare in vacanza con il tuo amato”, ma dice una cosa fondamentale che la forma più alta d’amore è far sì che la persona che tu ami sia felice e la felicità può essere anche senza di te, cosa che fa soffrire lui, “io ti restituisco la tua libertà, non dovrai tradirmi, io ho sofferto di essere cornuto, soffro di essere cornuto, ma tu sarai felice con l’uomo che ami”.

Va rovesciato tutto il giudizio: non può essere, come da tutte le parti ho letto, contro di lui. Quella non è diffamazione, è dolore, è una cosa diversa. È il dolore di chi sente che un sentimento che riteneva reciproco è stato tradito e non per il corpo. Dice anche la parola “sessualmente”, ma quello che lo turba è che l’altro, l’altro che dice anche che lei ha cercato di far passare antipatico per non farmi dispiacere (…).

Lo ha detto davanti a tutti, poteva dirlo soltanto a lei, poteva litigare con lei, farsi mentire da lei, ma spiega anche questo. Lui ha voluto dirlo in quel modo per impedire a lei di dare la sua versione che sarebbe stata auto-giustificativa (…). Lui ritiene che lei non avesse giustificazioni, che il tradimento fosse un tradimento intollerabile come ha manifestato e occorresse dire che lui da quel momento non la lasciava, perché non l’aveva mai lasciata, l’amava, l’aveva sempre amata, lui le restituiva la libertà perché lei potesse attraverso la libertà essere felice.

Quell’intervento ha un carattere sicuramente letterario, che ha collegamenti con le cose che ho detto, che è mosso dalla gelosia, ma con qualcosa che sublima il comportamento del maschio, non umiliando la donna, ma cercando di non essere umiliato, perché lui esce umiliato, cornuto, non voleva lasciarla, ma non voleva neanche tenerla per forza, o tenerla per un interesse reciproco, con lei che avrebbe continuato ad avere rapporti diversi, ma forse soltanto fisici, ma temeva che fossero piuttosto invece spirituali.

Segre non poteva sopportare che lei amasse un altro e questo è un sentimento nobile, nel senso che non è che lui ha manifestato cattiveria o punizione cercando di allontanare l’altro. Lui non ha sopportato che lei amasse un altro. Quella lettera è un documento di dolore, è una testimonianza di sofferenza. È molto difficile stare dalla parte di lei perché in quel momento lei è stata mortificata, ma non mortificata da lui, mortificata dalla verità.

Quindi la mia interpretazione è che non c’era nulla di sbagliato in quello che lui ha fatto, neanche nella forma in cui l’ha fatto, perché farlo tra loro due non avrebbe impedito a lei di raccontare una storia diversa, di mentire. Segre ha cercato di impedirle di raccontare la sua verità, che sicuramente c’è. (…) Ecco io credo che tutte le interpretazioni, i pettegolezzi, i riferimenti sui giornali a una violenza di lui siano fuori luogo. È stata una pagina di dolore, di sofferenza, di volontà di dire la verità anche a se stesso. Non era possibile trovare un accordo, se non rinunciando alla cosa fondamentale che univa i due nella visione di lui: l’amore. Non essendoci l’amore, non aveva senso che stessero insieme. Lui lo ha detto, nient’altro.

Vittorio Sgarbi, 19 agosto 2023

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