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Coronavirus, non dimentichiamoci la cultura

È questa l’occasione per chiamare a riflettere gli uomini di cultura che si ritrovano nell’orgoglio dell’arte italiana e del Rinascimento di cui Raffaello è il più alto simbolo. Avevo già invitato il Presidente della Repubblica a Urbino per venire a celebrare il grande pittore nel giorno della sua nascita. Non è stato possibile, evidentemente, ma si celebra comunque meditando e guardando le immagini delle sue opere. Però mi sembra, essendoci una grande mostra che molti non hanno visto perché ha chiuso dopo due giorni dall’apertura, una mostra di Raffaello così importante alle Scuderie del Quirinale, di poter fare un appello, un appello esteso a tutti quelli che lavorano, con orgoglio e identità, nel mondo della cultura, dal Ministro Franceschini agli assessori alla cultura, agli scrittori, ai pittori.

L’appello è semplice: che nei provvedimenti economici non ci siano tagli per la cultura, che, alla ripresa, la cultura possa essere il primo riferimento in un’Italia che avrà visto evidentemente per il turismo molte prenotazioni da Paesi stranieri annullate, ma anche quelli che non verranno in Italia dalla Germania, dalla Francia, dall’America, sanno comunque che l’Italia è il luogo in cui la bellezza ha il suo più alto trionfo, e ancor meglio gli italiani, quindi potranno limitare le vacanze al mare, i luoghi dove festeggiare in tanti gruppi, e andare nei musei e nelle mostre.

Possiamo recuperare nella fase conclusiva anche mostre che sono state aperte proprio i giorni della chiusura di tutto e quindi sono state più chiuse che aperte e, augurandoci che tutto possa avvenire prima della fine di aprile, io chiedo che non solo non vengano tagliati fondi, e chiedo a tutti quelli che mi leggono di condividere questo appello per la cultura, perché si possa investire sui musei e sulle mostre per i prossimi mesi, fino a che nel nuovo anno tutto possa riprendere prima; e che, tra le prime cose che si aprano, che sono state insensatamente chiuse, ci siano i musei, i musei e le mostre, e si faccia come con i supermercati, che sono così fondamentali per i beni primari; e primaria deve essere anche la conoscenza, un bene primario, primaria deve essere la letteratura, deve essere la bellezza, deve essere l’arte.

Con queste caratteristiche, non può un museo o una mostra essere perennemente chiusa, non poter tentare di andarci nemmeno in piccoli gruppi. Ecco, rispettando il contingentamento che viene applicato per chi va nei supermercati, chiedo, e spero che tanti con me lo chiedano, che musei e mostre siano riaperti il prima possibile, già subito dopo Pasqua. Si perde la Pasqua come grande occasione di movimento e le persone continueranno a stare in casa ma, quando usciranno, io credo 18 aprile, 20 aprile o 25 aprile, non sia tardiva la riapertura dei musei, si dica che possono venire per vedere le sale. In ogni sala, non più di 10 persone, a un metro di distanza, che è l’unica misura che sembra oggettiva e che sembra condivisa in tutti i decreti che sono stati fatti, compresi quelli assurdi che impediscono di fare una passeggiata.

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