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Cosa va a fare Macron in Ungheria - Seconda parte

Eppure nonostante il suo spessore politico alla fine Macron ha molti difetti del suo piccolo imitatore di Rignano: innanzi tutto quello di puntare sull’idea di comprimere la politica nello stato delle cose presenti senza gli slanci di un certo conservatorismo che vuole fare i conti con le derive del globalismo, e senza i valori di una certa socialdemocrazia né i travagli di un ecologismo erede costruttivo (almeno in parte e in Germania) del distruttivo ribellismo sessantottino.

Sia per la Francia sia per l’Unione europea Macron non offre tropo spesso visioni ma formule retoriche che per di più deprivate di una reale dialettica politica non sono in grado di risolvere i giganteschi problemi che abbiamo di fronte.

In questo senso mentre non si può non applaudire alla sua mossa intelligente verso Budapest, non si può neanche non incrociare le dita nel timore di quel che ci preparerà per il “dopo” il vivace Macron.

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