Chiesa

Così Bergoglio ha blindato il Conclave (e il nuovo Papa)

Francesco ha rivoluzionato il collegio cardinalizio. E dopo la morte di Benedetto XVI le correnti si preparano

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Per i profani vale una legge: chi entra Papa in Conclave, esce cardinale. Per i fedeli, invece, a poco serve ragionare su come si muove la Divina Provvidenza: a eleggere il pontefice è l’ispirazione dello Spirito Santo, non tanto le macchinazioni all’interno della cappella Sistina. Ma siccome anche la Chiesa è fatta di uomini, e tutto sommato la nomina del successore di Pietro avviene per elezione, molto in realtà si gioca su alleanze, correnti di pensiero, approcci alla dottrina e alla pastorale. Un po’ come nel Pd, solo con più sacralità. Ecco perché in questa fase in cui “ratzingeriani” e “bergogliani“, “conservatori” e “progressisti”, si stanno spaccando sempre più in Vaticano, già iniziano le prime mosse in vista del prossimo Conclave post Bergoglio.

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Il prossimo Conclave

Direte: ragionare sul prossimo Papa quando Francesco è ancora in vita è fuori luogo. Vero. Però il pontefice ha 86 anni, ormai non celebra quasi più messa a causa del dolore al ginocchio, gira in carrozzina e non ha escluso una possibile rinuncia. Prima o poi il conclave si farà e le manovre di preparazione cominciano molto prima. Lo sa bene lo stesso pontefice, che nei suoi 10 anni di regno ha già disposto le caselle per il Papa che verrà. Non significa aver indicato un nome, questo non si può. Ma un percorso sì, nominando cardinali elettori quei vescovi in linea con la “dottrina Bergoglio” sulla Chiesa: più missionaria, più aperta, più progressista.

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I cardinali di Ratzinger e Bergoglio

Il collegio cardinalizio al momento conta infatti 125 elettori, di cui 81 sono stati nominati da Francesco e solo una minoranza (appena 34) ormai da Benedetto XVI. Gli altri, una decina, arrivano dall’era di Giovanni Paolo II. La strada della successione sembra ormai segnata, grazie soprattutto all’ultimo concistoro del 27 agosto del 2022, senza contare che il divario tra le due fazioni potrebbe anche aumentare. Tra non molto 11 cardinali raggiungeranno il limite massimo di età, 80 anni, e perderanno il diritto di voto: 6 sono stati nominati da Ratzinger, 3 da Bergoglio e 2 da Giovanni Paolo II. Tra questi ci sono anche nomi di peso come Angelo Bagnasco e altri quattro italiani, fatto che riduce non solo il peso dei tradizionalisti ma pure della conferenza episcopale italiana al prossimo conclave.

I nuovi equilibri

Che tutto sia già scritto non è così scontato. Certo le nomine di Bergoglio hanno dato un’indicazione ben precisa. I cardinali “curiali”, quelli cioè che risiedono in Vaticano, sono ormai la minoranza. E il peso dell’Europa non è più così schiacciante rispetto al resto del mondo, senza contare le divisioni che vi sono all’interno delle varie Conferenze episcopali europee. Basti pensare alla Germania, dove è in corso una vera e propria guerra intestina tra progressisti e tradizionalisti, con un pezzo dell’episcopato pronto a benedire gli omosessuali, concelebrare con i protestanti e via dicendo. Da una parte i progressisti Reinhard Marx e Walter Kasper, dall’altra gli “ortodossi” Gerhard Müller e Walter Brandmüller, guidati – a questo punto – dal braccio destro di Benedetto XVI, quel monsignor Georg Gaenswein che ogni giorno regala rivelazioni e nuovi attacchi a Francesco.

Il Papa che verrà dopo Bergoglio

Questo non significa che il prossimo Papa sarà per forza la fotocopia di Francesco. Per due motivi. Primo: con un collegio cardinalizio così “globale”, le occasioni per i cardinali di incontrarsi sono poche. E dunque è difficile creare delle correnti che in Conclave poi sponsorizzino questo o quell’altro candidato, sebbene qualcosa si stia muovendo. Secondo: il papato di Bergoglio ha sicuramente scontentato i tradizionalisti più puri, ma anche i più fervidi progressisti che speravano in maggiori aperture da parte del romano pontefice. E poi c’è da considerare che Papa Francesco è stato eletto da un conclave in maggioranza composto da cardinali nominati da Benedetto XVI, dunque tutto è possibile. In fondo vale sempre quel vecchio adagio: chi entra Papa esce cardinale. Spirito Santo permettendo.

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