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Così il Biometano di Snam aiuta l’ambiente e l’agricoltura

La stangata in bolletta che sta mettendo in difficoltà famiglie e imprese dimostra, in maniera definitiva, come un Paese del G7 come l’Italia non possa prescindere per il suo sviluppo dal programmare una solida politica energetica.  Snam, sotto la guida dell’amministratore delegato Marco Alverà, ha da tempo raccolto la sfida, basando la sua crescita su due grandi direttrici: l’idrogeno e il biometano. Due fonti di energia pulita e sostenibile che possiamo pensare come le eliche del Dna della nuova Snam disegnata dal piano industriale al 2030. Vediamole insieme, partendo dal biometano che rappresenta una delle grandi leve scelte dal Pnrr per realizzare la transizione ecologica del nostro Paese. Nel Piano di ripresa e resilienza predisposto dal governo Draghi sono infatti previsti quasi 2 miliardi di euro di incentivi e 5 miliardi di investimenti al 2026. Lobiettivo è raggiungere un consumo di 5,5 miliardi di gas rinnovabile al 2030, su un potenziale al 2050 che potrebbe arrivare fino a 10 miliardi di metri cubi di biometano.

 

Che cosa è il biometano

Il biometano è una fonte di energia rinnovabile e programmabile che si ottiene da biomasse agricole (colture dedicate, sottoprodotti e scarti agricoli e deiezioni animali), agroindustriali (scarti della lavorazione della filiera alimentare) e dalla frazione organica dei rifiuti solidi urbani, valorizzando leconomia circolare. Essendo chimicamente indistinguibile dal gas naturale, il biometano può essere trasportato su lunghe distanze utilizzando le infrastrutture gas esistenti, come appunto quella di Snam che gestisce oltre 41mila chilometri di tubature tra Italia ed estero, per poi trovare impiego in molteplici settori, in primo luogo nei trasporti e in prospettiva nel riscaldamento e raffrescamento nei settori residenziale e terziario o nei processi industriali.

 

Meno emissioni, la strategia di Snam

Il previsto pacchetto di interventi permetterà allItalia di abbattere le emissioni in linea con gli obiettivi climatici, ponendosi tra i Paesi più virtuosi nella sfida della sostenibilità: si calcola che il biometano consenta una riduzione dei gas a effetto serra dell80-85% rispetto al gas fossile. Da qui l’impegno di Snam a realizzare impianti per una capacità installata di circa 120 MW, investendo 850 milioni di euro al 2025, 100 milioni dei quali in infrastrutture per la mobilità sostenibile a biometano. Il passo si coniuga con un percorso che Snam ha intrapreso da tempo creando una piattaforma leader nelleconomia circolare e nelle infrastrutture di produzione del biometano (da rifiuti organici, scarti agricoli, agro-industriali ed effluenti zootecnici) per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione.

 

 

 

 

Biometano e economia circolare

Il gruppo guidato da Alverà è attivo nel settore tramite la controllata Snam4Environment. Lazienda dedicata alla costruzione degli impianti è la pordenonese Ies Biogas, che sta realizzando un impianto a Schiavon (Vicenza), che produrrà biometano valorizzando reflui zootecnici da impiegare, una volta liquefatto in Bio-GNL, per alimentare mezzi di trasporto pesante. In Sicilia invece l’impianto di Assoro produce biometano avanzato da matrici agricole, zootecniche e scarti della lavorazione delle arance, sanse di oliva e altri sottoprodotti delle aziende agroalimentari dellentroterra siciliano e, sempre sull’Isola, a Caltanissetta, è stata avviata un’altra infrastruttura in grado di produrre biometano contribuendo al recupero della frazione organica dei rifiuti solidi urbani. Insomma le cifre del biometano sono la decarbonizzazione e l’economia circolare, esattamente quello che occorre per vincere la lotta del clima. L’ultimo passo lo scorso dicembre, quando Snam ha sottoscritto un accordo con Asja Ambiente Italia per acquisire un pacchetto di impianti di produzione di biometano in Liguria, Lazio, Umbria e Sicilia (quest’ultimo in fase di costruzione), per una capacità totale di circa 8,5 MW. Se saranno rispettate determinate condizioni il gruppo rileverà poi altre 5 realtà in Piemonte, Lombardia e Sicilia, allargando così la propria rete verde.

 

Vantaggi all’agricoltura

La valorizzazione del biometano farà da volano all’agricoltura e alla zootecnia italiane, industrie che rendono il nostro Paese celebre sulle tavole di tutto il mondo per i suoi tanti prodotti tipici. Il biometano aiuterà infatti sia ad aumentare la competitività del settore agricolo e quindi di una filiera di trasformazione che partecipa in modo importante al pil e all’occupazione, sia a ridurne limpatto ambientale. Un passo molto importante visto che si stima che tra l’attività agricola e la zootecnica siano oggi responsabili di circa il 10% delle emissioni complessive nazionali. Al momento, la rete gas nazionale di Snam conta una trentina di allacciamenti attivi con impianti che vi immettono biometano ma ci sono altri 1.700 impianti a biogas che possono essere riconvertiti a biometano. Un potenziale quindi di espansione è notevole anche sotto il profilo dei trasporti: ad oggi circa un terzo del gas consegnato dai distributori di carburanti sia in forma compressa per le auto sia liquefatta per i camion, è già di origine bio”.

 

Italia hub dell’Idrogeno

Levoluzione degli asset di Snam in ottica multi-commodity” è una delle principali direttrici del piano strategico di Snam, presentato alla fine del 2021. Il piano prevede investimenti fino a 23 miliardi entro il 2030, concentrati su tre aree: reti, stoccaggi e progetti green integrati nei gas verdi. Obiettivo di Snam è infatti rendere le proprie infrastrutture pronte per trasportare solo molecole decarbonizzate – appunto biometano e idrogeno –  entro il 2050, in linea con gli obiettivi climatici nazionali e internazionali.

 

 

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