Esteri

Covid, gli Usa di Biden curano prima le minoranze etniche - Seconda parte

Adesso i progressisti si rendono protagonisti della discriminazione sanitaria sulle cure del virus

Discriminazione al contrario

Da quando l’equity è diventata una clava da utilizzare per punire i bianchi, equiparandoli tutti a presunti suprematisti? Precisamente, dallo scoppio della pandemia. Anche se allora nessuno aveva gli strumenti per dedurlo. “Settimane prima che Biden si insediasse alla Casa Bianca, i funzionari federali avevano già stabilito come distribuire i nuovi vaccini – ha denunciato qualche sera fa il giornalista Tucker Carlson nel suo show – a dicembre 2020 in America erano morti per Covid 750 mila cittadini, tutti erano impauriti e non c’erano linee guida per le cure.

Quando il responsabile sanitario del Cdc, Kathleen Dooling, espose il Piano nazionale per la diffusione dei vaccini, spiegò che gli anziani erano sottoposti al maggiore rischio di morte per Covid. Se si fossero voluti salvare più americani possibile dalla morte, si sarebbero dovuti privilegiare gli over 65 nella distribuzione dei sieri. Ma c’era un problema nell’adottare questo criterio: gli americani anziani erano in maggioranza bianchi. Non poteva essere permesso loro di accedere per primi all’iniezione. Così si è privilegiato un gruppo chiamato dal governo “essential workers”. Scelti non perché fossero davvero “essenziali” per la vaccinazione prioritaria ma solo perché erano meno bianchi di altri gruppi.

Questo è stato un cambiamento epocale. Mai prima d’ora nella storia di un governo si erano ufficialmente sottratti trattamenti sanitari salvavita alla popolazione sulla base del colore della loro pelle. Ma è quello che ha fatto il Cdc. Chi era più a rischio di morte per Covid ha dovuto aspettare settimane prima di essere chiamato a vaccinarsi. Quanti di loro sono morti nel frattempo? Nessuno ha mai fatto il calcolo perché a nessuno è mai importato. Oggi questo metodo si è esteso con le linee guida emanate dalla Fda: siamo passati dallo slogan “Healthcare for all”, sanità per tutti, a “sanità per gruppi prediletti”.

A scorrere gli ultimi dati diffusi dallo stesso Center for Disease Control and Prevention, si evince che privilegiare il criterio della “razza” e dell’etnia, oltre che essere illegale in base al Civil Rights Act del 1964 – una legge federale che dichiarò illegali le disparità di registrazione nelle elezioni e la segregazione razziale nelle scuole, sul posto di lavoro e nelle strutture pubbliche in generale – è vera e propria follia. Se non una autentica minaccia rivolta contro una fascia di popolazione ritenuta di serie B: la percentuale di morti per Covid delle persone di colore sul totale della popolazione americana è pari al 12.54%; quella degli ispanici-latini è del 18.45%, mentre la percentuale di morte tra i bianchi è del 60.11%. Una discriminazione al contrario, che di “equità” non ha proprio nulla ma che trae forza dalla propaganda e dallo stereotipo. Negare le cure mediche suddividendo la popolazione in maggioranza e minoranze è non solo immorale. È l’inizio dell’imbarbarimento di ogni consorzio civile e sociale.

Beatrice Nencha, 15 gennaio 2022

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