Il podcast di Sallusti

Covid, la guerra è finita (ma c’è chi non si arrende)

Il podcast di Alessandro Sallusti del 21 febbraio 2023

Non sentivamo la mancanza della discussione tra No Vax e Sì Vax, ma si sa, il giorno del compleanno è sempre un giorno speciale.

Tre anni fa, oggi, si scoprì che in Italia era arrivato il Covid, il famoso “paziente zero” di Codogno. Fu il panico: la notizia che la Lombardia, certamente, ma probabilmente tutta l’Italia era lì per chiudere, mi raggiunse mentre stavo per infornare pizze nel giardino di una casa in Toscana. Fu un fuggi-fuggi generale. Non ebbi neppure il tempo di capire che buona parte degli ospiti si era dileguata per raggiungere le proprie abitazioni primarie prima di rimanere intrappolato in villeggiatura. Due pizze andarono bruciate, la terza riuscì a salvarsi per miracolo e fu la cena di quella sera.

A pensarci ora viene da sorridere, meno a ripercorrere i tre anni successivi costellati di morte, angosce e sperimenti sociali.

Noto che a distanza di tempo e con un’agenda di preoccupazioni che non prevede più il Covid, c’è chi insiste a girare il coltello nella piaga. Parlo dei covidisti a tempo pieno, quelli che speculano sugli inevitabili errori e sulle paure più profonde, quelli che hanno costruito fortune mediatiche e si sa, le fortune mediatiche coincidono con quelle economiche.

Gente ovviamente plurivaccinata, greenpassata, attenta come pochi al rispetto di tutte le più severe regole di tutela, che ha però cavalcato la narrazione della scienza truffatrice e dello stato canaglia.

Non è che non riescono a mettersi alle spalle tutto questo, come la maggior parte dei cittadini, no, è proprio che non vogliono metterselo alle spalle, perché altrimenti ricadrebbero nell’oblio.

E quindi insistono, anzi approfittano della finestra che il terzo compleanno spalanca loro, tornando a ripetere “ci hanno preso in giro”, “ci hanno nascosto questo e quello”, “i vaccini hanno ucciso più del covid” e via con le note “teorie complottiste” e “no vax”.

Io che scienziato non sono, so una cosa: abbiamo vinto. Usando armi sporche in punta di democrazia? Può essere, l’importante era vincere. Ci sono stati effetti collaterali? Possibile, ma tanto statisticamente irrilevanti che valeva la pena di correre il rischio.

Davanti a questa ovvia teoria, confortata da migliaia di dati, i lor signori obiettano: “Palle, il covid se ne è andato anche da solo”.

Ok, ho capito, la terra è piatta, l’uomo non è mai andato sulla luna e le scie chimiche sono un’arma di distruzione di massa, ma piantatela un po’ lì che la guerra è finita. Buon compleanno invece a tutti coloro che il covid l’hanno combattuta sul campo, con i fatti e non a parole, parole spese troppo spesso a vanvera.

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