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Cry Macho: Clint Eastwood e il tempo che passa. É la resa dell’ultimo cowboy? - Seconda parte

 

La libertà di scegliere il proprio destino

Un insegnamento importante però Cry Macho ce lo lascia: il texano, infatti, non si intromette mai nelle scelte del ragazzino. Nonostante la sua esperienza e conoscenza del mondo e nonostante venga a sapere che l’amore del padre nei confronti del figlio non sia totalmente disinteressato, lascia sempre a Rafa, dopo averlo adeguatamente informato, la libertà di decidere cos’è meglio per se stesso. Niente imposizioni, nemmeno un consiglio innocente. E noi oggi sappiamo perfettamente come questa libertà sia maledettamente importante.
Cry Macho non è sicuramente uno dei film più riusciti di Eastwood, è inutile negarlo. Per certi versi può sembrare quasi la resa dell’ultimo cowboy. Eppure, noi saremo sempre lì a guardare i suoi film pronti a gustarci anche solo una frase, un insegnamento, una battuta di spirito. Un po’ come si fa con quei grandi campioni del tennis che sembrano sul viale del tramonto. Ci si mette alla tv a guardarli non perché debbano per forza vincere il torneo ma per assistere a quel rovescio perfetto o  a quella volèe impossibile che solo il loro immenso talento può regalarci. Quella giocata, insomma, che vale il prezzo del biglietto e che diventa a tutti gli effetti “arte”. Ogni anno pregando che non sia l’ultimo. Sotto sotto, però, da inguaribili romantici quali siamo, crediamo che Wimbledon si possa ancora vincere. E che il nostro Clint abbia ancora molte cartucce da sparare.

“Freedom is just on the other side of this hill. Let’s go, kid”.

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