Liberilibri

Da Vanini a Cacciari: come evolve il rogo dei filosofi - Seconda parte

Cerca di porre rimedio a tale mancanza il volume in uscita in questi giorni intitolato Giulio Cesare Vanini: il filosofo, l’empio, il rogo, (Liberilibri). L’autore Mario Carparelli, vicepresidente del Centro Internazionale di Studi Vaniniani e curatore insieme a Francesco Paolo Raimondi dell’edizione critica con traduzione italiana delle opere di Vanini per Bompiani, raccoglie in queste pagine gli eventi fondamentali della sua appassionante vicenda umana e intellettuale, una vita avventurosa fatta di fughe e vagabondaggi in giro per l’Europa.

Vanini demoliva superstizioni e credenze in maniera spregiudicata e irriverente, avversava qualsiasi fede e qualsiasi finzione politica, smascherava l’uso subdolo della religione a fini di potere, confutava il sapere sistematico, gli schemi metafisici, il platonismo, l’aristotelismo, il materialismo epicureo-lucreziano e il neoplatonismo. Negava una finalità trascendente del mondo e adorava soltanto la dea natura, da cui l’umanità dipende in tutto e per tutto: nel bene e nel male, nella felicità e nel dolore, nella vita e nella morte. E per le sue idee, il 9 febbraio 1619, all’età di soli trentaquattro anni, questo ex frate carmelitano viene condannato al rogo per «ateismo, bestemmia, empietà e altri eccessi» e bruciato vivo a Tolosa in una piazza che oggi porta il suo nome. Prima di essere consegnato alle fiamme gli viene strappata la lingua, l’organo con cui aveva “offeso” Dio.

Liberilibri, 30 luglio 2021

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