Avete presente il dibattito sul ddl Sicurezza? Ecco, il testo è all’esame del Senato e potrebbe essere approvato definitivamente se non fosse che sul punto vi sono alcuni tentennamenti da parte della maggioranza. Non parliamo dello “scudo legale” a difesa dei poliziotti, di cui ha parlato Giorgia Meloni e che ieri il ministro Carlo Nordio ha confermato che non entrerà in questo provvedimento. Parliamo delle cinque osservazioni che il Quirinale ha già fatto avere a Palazzo Chigi e che avrebbero spinto FdI ad aprire alla possibilità di alcune modifiche, ritocchini che però costringerebbero a rinviare l’approvazione definitiva di almeno due mesi, giusto il tempo per un secondo passaggio alla Camera in terza lettura.
Tra le segnalazioni arrivate dal Colle, due potrebbero essere “accolte” dalla maggioranza: potrebbe sparire dal testo il divieto di vendere sim telefoniche a chi si trova in Italia senza permesso di soggiorno; e potrebbe essere reintrodotto l’obbligo di rinvio di esecuzione della pena per le madri incinte e con figli minori a carico, che il ddl voleva eliminare. Giusto? Sbagliato?
Ubi maior, minor cessat. Però ci sia permessa una segnalazione. Mentre le istituzioni discutono sul sesso degli angeli, ieri i carabinieri hanno arrestato per l’ennesima volta Ana Zahirovic, una trentunenne croata e madre di dieci figli, che ha dedicato più di vent’anni della sua vita a compiere furti e scippi, operando nelle grandi città italiane quali Roma e Milano.
L’arresto di Zahirovic si è consumato quando, vestiti in borghese, i carabinieri della stazione San Lorenzo in Lucina l’hanno individuata e inseguita fino a piazza Navona. Qui, la donna è stata colta in flagranza mentre asportava il portafogli dalla borsa di una giornalista argentina in pensione. La prontezza con cui i carabinieri sono intervenuti ha portato al suo immediato arresto per furto.
Conosciuta come ‘Lady scippo’, Zahirovic vanta una storia criminale costellata da quasi 150 episodi di furti e scippi, accumulati nell’arco di vent’anni. Questi reati le sono costati condanne che, sommate, raggiungono i 30 anni di carcere. Tuttavia, Zahirovic ha spesso beneficiato di misure alternative al carcere, soprattutto per via delle sue gravidanze, che l’hanno vista tornare in libertà in diverse occasioni. La prima segnalazione risale a quando aveva 11 anni, nel 2004. L’ultima, prima di ieri, alla scorsa estate quando venne arrestata dopo uno scippo in centro storico.
Dal punto di vista giudiziario, l’ultimo arresto si è concluso con una condanna a otto mesi di reclusione ed una multa di 200 euro per Zahirovic. Il giudice, pur riconoscendo il suo pesante passato giudiziario e accogliendo la pena patteggiata, ha optato per una misura cautelare che prevede l’obbligo di firma quotidiana anziché gli arresti domiciliari richiesti dalla procura. Questa decisione solleva perplessità sulla sua effettività nel prevenire ulteriori reati da parte di Zahirovic.
Magari il carcere per le donne incinta contenuto nel ddl Sicurezza non piacerà al Colle. Ma che ci sia un problemino sarà oggettivo, no?
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