Politica

“Deve dimostrare di non sapere”. Soumahoro ora è nei guai (politici)

Atteso per oggi l’incontro tra l’ex sindacalista dei braccianti e Alleanza Verdi Sinistra. Fratoianni: “Ognuno farà le sue valutazioni”

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C’è la questione giudiziaria, su cui nessuno può sferrare accuse fino a prova contraria. Le indagini della procura di Latina riguardano le due cooperative, Karibu e consorzio Aid, legate alla compagna Liliane Murekatete e la suocera Marie Terese Mukamitsindo. Dunque Aboubakar Soumahoro non c’entra nulla, sempre peraltro che le accuse siano poi verificate. Per il deputato, invece, la faccenda è tutta politica. Non solo perché i suoi “compagni” di partito, i verdi della sinistra, applicheranno all’ex sindacalista il principio del “non poteva non sapere” e sono pronti a scaricarlo. Ma anche perché dai ghetti pugliesi, via via che si scava, fioriscono storie sempre più torbide.

Le accuse della Caritas a Soumahoro

Nel mirino delle contestazioni c’è quella “Lega Braccianti” fondata dallo stesso Soumahoro, ormai – a sentire il racconto del Giornale – malvista anche dagli stessi abitanti dell’accampamento. Nessuno avrebbe preso le sue difese di fronte al taccuino dei cronisti. E molti hanno detto “di non poter rispondere e di avere paura”. Anche la Caritas pugliese, non proprio dei sovranisti cattivoni che odiano gli stranieri, ha avuto modo di lamentarsi col deputato di Avs per una raccolta fondi da 16mila euro per i regali di Natale dei migranti del Foggiano. Unico problema: tra Torretta e Borgo Mezzanone vivono pochi bambini. “Ci sono stati problemi, e li abbiamo avuti anche noi, con alcune persone che facevano riferimento prima a Usb e poi a Lega Braccianti – ha detto a Repubblica don Andrea Pupilla, direttore della Caritas di San Severo – Ci hanno impedito di fare corsi di italiano, scuola. Noi ci rechiamo a Torretta Antonacci ogni settimana per ascoltare e aiutare persone. In alcuni periodi sale la tensione, perché ci sono sempre personaggi che vengono da fuori a fomentare gli animi. E magari ci costruiscono una carriera politica sopra. Davanti a fenomeni complessi non c’è bisogno di navigatori solitari ma di risposte corali. Non serve un sindacalista che viene da fuori, urla, fa i selfie e magari costruisce una carriera politica, soprattutto quando c’è anche un po’ di incoerenza”.

L’imbarazzo del partito

Di fronte a simili accuse, l’Alleanza Verdi Sinistra di Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli, Eleonora Evi e Luana Zanella si è trovata disarmata. Qualcuno ammette di aver fatto forse una “leggerezza” a puntare alle urne su questo idolo dell’immigrazione. Oggi o nei prossimi giorni ci sarà l’incontro risolutivo. In Avs la tensione si taglia col coltello, come riportano fonti all’Adnkronos: “Aboubakar si dice prostrato da questa situazione, ma noi lo siamo altrettanto perché non riusciamo a capire, visto che lui non vuole parlarne”. E ancora: “Dal punto di vista politico deve dimostrare che non era al corrente di niente”. Fratoianni ritiene di dover tenere distinte le due questioni: quella giudiziaria “che peraltro da quel che leggiamo pare che neanche lo coinvolga direttamente”; e poi “la dimensione della politica che riguarda le questioni del diritto del lavoro”. Su questo la sinistra vuole avere “un confronto diretto”, di persona. Sintomo che il piagnisteo di Soumahoro sui social dell’altro giorno non ha sortito l’effetto sperato. I compagni di partito vogliono vederci chiaro. Poi “ognuno farà delle valutazioni”. Non è esclusa l’espulsione.

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