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Diciamo basta alle mediazioni in politica

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Per anni sono stato affascinato dalla mediazione, forse il punto più alto della politica. Trovare soluzioni percorribili che fossero condivise dal maggior numero possibile di interlocutori, un’arte, quasi divina, nella quale eccellevano alcuni straordinari protagonisti della nostra politica. Maturando mi sono convinto che il consenso si potesse costruire in due modi: o attraverso il dialogo costruttivo, o attraverso un uso ragionato della forza che, senza scadere nell’arroganza, nella menzogna e nella prevaricazione, facesse pendere l’accordo verso la parte maggiormente rappresentata dell’elettorato, senza cancellare l’altra.

Basta con la mediazione

Poi sono venuti Mani Pulite, il giustizialismo, l’odio per l’avversario, il M5S. Questo percorso ha bloccato completamente il funzionamento del nostro sistema democratico. Il primato morale, l’affermazione del politicamente corretto fino alla cancel culture, sono figlie del medesimo atteggiamento mentale che ha ucciso ogni possibilità di risvegliare l’Italia dal letargo nel quale è stata posta.

Perciò, contrariamente alle mie opinioni precedenti, oggi voglio provare a ribaltare la prospettiva: non si deve più aspirare alla mediazione, ma perseguire una chiarezza assoluta, non si usa la logica ma si adopera il rasoio di Occam, ovvero “a parità di tutte le altre condizioni, è sempre da preferire la spiegazione più semplice di un fenomeno o la soluzione più immediata di un problema”.

Voglio dividere il mondo in bianco e nero senza sottostare a nulla che non sia la mia opinione e voglio esprimerla nel modo più chiaro possibile. Tanto, se grazie a questo metodo diventassi Ministro degli Esteri senza averne alcun merito, tra qualche anno mi potrei sempre scusare con le vittime del mio metodo, ovvero con gli elettori che ho preso in giro

O bianco o nero

Mi limiterò alla cronaca recente solo per ragioni di spazio, ma il metodo può essere esteso. Uomo e donna sono diversi? Sì. Puoi decidere tu il tuo sesso? No. Puoi decidere di cambiare sesso? Si. Hai diritto che lo Stato riconosca il tuo sesso dopo il percorso di transizione? Sì. È necessaria una legge sull’omotransfobia? No. Sono sufficienti le norme ordinarie con le aggravanti previste? Si. Basta ipertrofia legislativa. La “dote” ai diciottenni è utile? No. È una misura giusta? No. E’ dovere dello Stato permettere l’eguaglianza dei punti di partenza? Sì. È giusto reintrodurre la tassa di successione? No perché significa tassare due volte gli stessi redditi. È utile? No, perché genererebbe un gettito irrisorio non colpendo i grandi patrimoni che già si sono schermati. La tassazione deve avere un fine redistributivo? No deve servire a coprire le spese dei servizi prestati ai cittadini. Deve essere progressiva? Si, lo prevede la costituzione. E’ sostenibile una tassazione superiore al 30%? No, perché non è accettata dai contribuenti, favorisce l’elusione quando non l’evasione, e disincentiva la crescita.

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