Politica

Divieto di fumo all’aperto, che autogol per il centrodestra

Stavolta Speranza e il Pd non c’entrano nulla. Il mostruoso Leviatano affiora da destra…

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Questa volta ci avevamo creduto. Avevamo convintamente coltivato la speranza di esserci una volta per tutte liberati delle Speranzate. Ma si sa, chi di speranza vive, disperato muore. Disperato ed oppresso dall’asfissiante presenza di uno Stato che, sempre più frequentemente, finisce con l’invadere la sfera personale e a limitare le libertà dell’individuo. E ciò che è peggio, è che questa volta il mostruoso Leviatano non affiora da sinistra, bensì da destra. Si, perché per una volta Speranza e il Pd non c’entrano nulla. Questa volta, ad incarnare l’onnipresenza e l’autorità dello Stato è Orazio Schillaci, ministro della Salute del governo Meloni, l’esecutivo di centrodestra che proprio sulle scelte illiberali dei governi precedenti ha costruito le proprie fortune elettorali e il largo consenso popolare di cui oggi gode.

Ragion per cui, l’ipotesi ventilata nelle ultime ore di una possibile ulteriore stretta sul fumo appare completamente folle, oltre che pericolosamente illiberale.

Nello specifico, il provvedimento che, secondo le ultime indiscrezioni, sarebbe già fatto e finito, prevederebbe il divieto di fumo in specifichi luoghi anche all’aperto, e anche per le sigarette elettroniche. La stretta in questione riguarderebbe in particolare, le fermate di autobus e metro, le aree esterne dei traghetti, ma anche i cortili delle scuole e l’esterno degli ospedali. E poi ancora i parchi, dove si potrà fumare, ma bisognerà spegnere la sigaretta laddove in presenza di donne incinte, donne con bambini e bambini in generale. Divieto di fumare, infine, anche se seduti sui tavolini all’aperto di bar e ristoranti, sia per le e-cig che per le sigarette tradizionali.

Gli eventuali trasgressori sarebbero sanzionati con multe dell’ammontare di 275 euro, cifra dimezzata se pagata entro 60 giorni.

Una scelta, quella che starebbe per adottare Orazio Schillaci, che finirà col sollevare non pochi malumori anche all’interno della stessa maggioranza di centrodestra. Il primo a manifestare il proprio dissenso nei confronti del provvedimento è stato il leader della Lega Matteo Salvini, che ha immediatamente bollato come “esagerato” il divieto. E c’è da scommettere che nelle prossime ore il dibattito intorno al tema si farà sempre più incandescente e divisivo, e andrà a suscitare parecchi dubbi e polemiche.

Quel che è certo, è che l’eventuale decisione di un’ulteriore stretta sul fumo, sarebbe un brutto autogol per il centrodestra, coalizione per cui la difesa delle libertà ha sempre rappresentato un inespugnabile baluardo. L’auspicio, inutile dirlo, è che sul tema il governo possa prontamente ravvedersi e abbandonare questa strada che conduce dritto all’illiberalità. Anche perché, contrariamente, a cosa mai sarebbe servito sbarazzarsi di Speranza&Co., per poi ritrovarsi poco dopo alla mercé di altri tecnici altrettanto vogliosi di dirigere le esistenze altrui?

Salvatore Di Bartolo, 6 marzo 2023

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