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Draghi ai ministri: basta casalinate

Quando i neoministri del governo Draghi escono da Palazzo Chigi sono subiti travolti dalle telefonate. I cellulari squillano e quegli impiccioni dei cronisti iniziano a domandare: “Cosa vi ha detto? Si è sbottonato?”. Le cronache parlano di un giro di tavolo, per conoscersi, di un presidente del Consiglio che ha motivato la squadra sulla compattezza necessaria a mettere in sicurezza il Paese.

E ancora Draghi ha provato a tratteggiare la roadmap delle prossime settimane per far ripartire il Paese. Quaranta minuti di incontro con un imprevisto. A un certo punto uno dei ministri dell’esecutivo alza la mano e domanda: “Presidente, come dobbiamo comportarci con la comunicazione?”. Risposta secca dell’ex Mr. Bce: “Vi direi di parlare solo quando avrete qualcosa da dire”. I presenti restano di sasso. I politici, in particolare, si scambiano delle occhiatacce. Si conclude così il primo Consiglio dei ministri.

Vedremo chi rilascerà la prima intervista. E la delegazione destra dell’esecutivo prova a scommette: “Il ministro dell’Istruzione ci regalerà emozioni…”. Il riferimento è a Patrizio Bianchi, economista di rito prodiano, che si è già fatto notare per una gaffe: “L’ho imparato ieri…”. La scommessa è aperta.

Antonio Russo, 14 febbraio 2021

 

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