Cronaca

“È il canto di un popolo”. Giorgia Meloni stronca Francamente sull’Inno di Mameli

La premier risponde (indirettamente) alle polemiche sollevate dalla cantante che voleva cambiare le parole dell’inno nazionale perché “poco inclusivo”

meloni francamente Immagine generata tramite Flux

Giorgia Meloni risponde a Francamente, l’artista che aveva pensato di modificare “Fratelli d’Italia”, il canto degli italiani, solo perché lo riteneva poco inclusivo. Una bordata, quella della premier, che arriva sui social senza citare l’ex concorrente di X Factor ma che raggiunge l’obiettivo.

L’Inno di Mameli è il canto di un popolo che ha lottato per la sua libertà e la sua unità. Ogni parola racchiude la nostra storia, il nostro orgoglio, il nostro senso di appartenenza – ha scritto la Meloni – ‘Fratelli d’Italia’ è un richiamo all’identità e alla fratellanza di una Nazione che guarda avanti con fierezza. Viva l’Italia, viva il nostro Inno. Sempre”.

Nei giorni scorsi Francamente, invitata a intonare l’inno di Mameli durante le Final Four di Coppa Italia di volley, aveva pubblicato un discutibile video sui sui social raccontando il perché avesse scelto di accettare l’incarico anche se riteneva il Tricolore “anacronistico”. “Ragioni transfemministe per cantare un inno non inclusivo. Prendiamo gli spazi, soprattutto quelli dai quali ci sentiamo più esclusǝ. Mi è stato proposto di cantare Fratelli d’Italia. Una manifestazione che nel suo essere campione di inclusività comincia con Fratelli d’Italia. La prima cosa a cui è pensato è: accetto però cambio il testo per renderlo più inclusivo. Poi però ho scoperto che sarebbe stato vilipendio alla bandiera così mi sono detta che forse non è il caso”, aveva detto Francamente. Poi aveva aggiunto: “Ho scelto di prendere uno spazio, di cantare l’inno che ha sì un linguaggio non inclusivo, ma farlo da donna queer e vestendo determinati colori per dare un messaggio molto chiaro: le persone queer esistono, le persone transessuali esistono e non sono cittadini di serie B che hanno pari diritti di tutti gli italiani e italiane. Le persone nere esistono e non sono cittadine di serie b. E che tante sono le persone stanche di un’Italia razzista, omofoba e che si riconosce in un Tricolore anacronistico“.

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