Cronaca

Ritorna la censura

È tornato Burioni: l’anatema contro il “no vax” in Rai

Il caso Foa nella radio pubblica si infiamma. Il televirologo all’attacco. Che fine ha fatto la libertà di parola?

burioni vaccini © Ari Kustiawan tramite Canva.com

“Mi chiedo se, la prossima volta che si parlerà in trasmissione di molestie sessuali, Radio Rai darà spazio anche al punto di vista di uno stupratore”. Inizia così la provocatoria dissertazione lanciata via social dal virologo Roberto Burioni, uno dei principali custodi del dogma virale che ha imperversato per oltre tre anni, producendo danni incalcolabili sotto molti aspetti.

Come ampiamente riportato dalla stampa nazionale, il virologo pesarese ha lanciato il suo ennesimo anatema a seguito dell’intervista al medico Massimo Citro della Riva, andata in onda su Rai Radio 1, nella trasmissione Giù la maschera condotta da Marcello Foa, in cui ha parlato di cure non assicurate ai malati di Covid e di presunti pericoli dei vaccini.

Egli, nella sua qualità di unto del signore sanitario, si è anche permesso di redarguire un altro suo collega del terrore virale, Massimo Galli, professionista della paura sempre in servizio attivo permanente, sebbene sia da tempo in pensione. Burioni ha così bollato la scelta del medico:  “È a mio giudizio un comportamento sbagliatissimo: dove ci sono le bugie pericolose non ci deve essere la medicina seria.”

Difatti la medicina seria, sostenuta da Burioni a spada tratta durante le fasi più buie delle restrizioni, è quella degli arresti domiciliari di massa (invocati dallo stesso h24 in quel fatidico marzo del 2020, dopo aver detto che in Italia non si correva alcun rischio), degli elicotteri che inseguivano solitari podisti sulle spiagge, delle mascherine all’aperto, dei coprifuoco, dei banchi a rotelle, del delirio psicotico dei tamponi, dei vaccini sperimentali che non sterilizzano, dell’abominevole e inutile green pass (visto che i vaccini non bloccano i contagi), della caccia selvaggia agli assembramenti e chi più ne ha più ne metta.

Se la scienza seria, a cui fa tronfiamente riferimento Burioni, è la medesima che ha suggerito questa successione infinita di misure tanto demenziali quanto distruttive, forse sarebbe stato meglio rivolgersi a qualche sciamano, o stregone che dir si voglia. Una scienza che, attraverso i suoi più ascoltati rappresentanti, si è permessa il lusso di dire tutto e il contrario di tutto, di avallare tutta una serie di provvedimenti magici, attribuendo loro un valore salvifico, non mi sembra che abbia molto a che spartire con la scienza di Galileo e dei suoi molteplici epigoni moderni.

Ma c’è di più, Burioni se la prende persino con la Rai la quale, pur prendendo le distanze dalle tesi di Citro, che ha sparato a palle incatenate contro i vaccini a mRna in particolare, non avrebbe proprio dovuto ospitare un simile “eretico” sanitario. “La Rai – conclude – si dissocia dalle affermazioni del medico e, in particolare, da quelle relative alle cure che non sarebbero state garantite ai malati di Covid e da quelle sull’efficacia e sui pericoli dei nuovi vaccini, però le ha trasmesse. Che mondo strano”.

E già, egregio professor Burioni, è invero uno strano mondo quello in cui è ancora ammesso il libero dibattito e la libera espressione delle proprie idee. In tal senso, il famoso “non sono d’accordo con quello che dici ma darei la vita affinché tu possa affermarlo”, spesso attribuito al grande Voltaire, non sembra proprio di casa nel suo mondo sterile e perfetto, egregio professor Burioni.

Claudio Romiti

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