Strane cose accadono all’interno delle Mura leonine. Il Conclave che decreterà il nome del successore di Francesco è ormai alle porte, ma a fare notizia, non sono tanto, o meglio soltanto, le quotazioni dei vari “papabili”, bensì le singolari vicende che vedono come protagonisti alcuni dei porporati del Collegio cardinalizio. Del Tagle “canterino” e fenomeno social si è già ampiamente detto e scritto, ma, a ben vedere, quello del “Francesco asiatico” che intona a gran voce “Imagine” di John Lennon non è certamente l’unico caso, né tantomeno il più eclatante, assurto agli onori della cronaca in queste ultime ore.
Tra questi, a far discutere è sicuramente il caso di Angelo Becciu, il porporato sardo recentemente autoesclusosi dal conclave per il “bene della Chiesa” e in segno di “obbedienza alla volontà di Papa Francesco”, nonostante lo stesso continui a dichiarare ad ogni occasione utile la sua innocenza in riferimento alle vicende giudiziarie che lo hanno visto protagonista nei mesi scorsi. A convincere definitivamente Becciu a non esercitare il suo dovere di “elettore” sarebbe stata una disposizione siglata con la lettera “F”, mostratagli proprio in queste ore dal segretario di Stato Pietro Parolin, in cui il pontefice ribadiva la sua ferma volontà di tenere il cardinale sardo fuori dal conclave.
Un’indicazione che, tuttavia, secondo il parere dei legali di Becciu, non era sufficiente sotto il profilo del diritto canonico ad evitare che un cardinale potesse esercitare le sue prerogative e votare per l’elezione del nuovo Papa. Ma tant’è. Alla fine Angelo Becciu, su esplicito consiglio di alcuni cardinali a lui molto vicini, ha comunque deciso di farsi da parte per scongiurare il rischio di una spaccatura all’interno del Collegio cardinalizio ancor prima dell’inizio del conclave. Per un Becciu che rinuncia, c’è un Ouédraogo che fa letteralmente carte false pur di votare.
L’Ouédraogo in questione è Philippe, cardinale originario del Burkina Faso, la cui data di nascita sembrerebbe letteralmente avvolta nel mistero. Nell’Annuario Pontificio 2024, il porporato risultava nato il 25 gennaio 1945, ma nella nuova edizione il suo compleanno slitta miracolosamente in avanti di undici mesi, al 31 dicembre dello stesso anno. A chi gli chiede come tutto ciò sia possibile il cardinale africano risponde semplicemente: “Nel mio villaggio non c’erano né ospedali né scuole. Sono nato a casa e non mi è stata data una data di nascita”. Comunque siano andate le cose, resta il fatto che con questo salto indietro nel tempo Ouédraogo resterà nella lista dei cardinali con diritto di voto fino al prossimo 31 dicembre, giorno in cui compirà ufficialmente il suo ottantesimo compleanno. Risultato: il porporato africano, risultando ancora 79enne alla data di inizio del conclave, potrà regolarmente votare per l’elezione del nuovo pontefice.
Alle bizzarre vicissitudini del cardinale Ouédraogo, si aggiungono poi quelle di un altro cardinale, anch’egli non italiano, il quale, a margine di uno dei tanti momenti di incontro non ufficiali precedenti il conclave, avrebbe consumato l’intero contenuto del minibar nella sua stanza di Casa Santa Marta illudendosi che il tutto fosse gratis. Dopo cena, il cardinale in questione, il cui nome per ovvie ragioni non è stato reso noto, aveva deciso di invitare in camera alcuni colleghi cardinali per discutere in maniera “riservata” davanti a qualche buon digestivo. Un bicchiere tira l’altro, e in men che non si dica il frigo bar era già vuoto, e il costo dei liquori successivamente addebitato sul conto del porporato, il quale, secondo i ben informati, non avrebbe per nulla apprezzato la sgradita sorpresa.
Una menzione a parte la merita, poi, il caso dell’arcivescovo emerito di Lima Juan Luis Cipriani, accusato di pedofilia e debitamente sanzionato da Papa Francesco, il quale, nel 2019, decise di proibirgli di indossare le insegne cardinalizie, di pronunciare dichiarazioni pubbliche e di partecipare a un conclave qualora avesse avuto ancora l’età per poterlo fare. Un’eventualità, quest’ultima, tuttavia scongiurata, visto che il porporato peruviano ha già compiuto 81 anni e non potrà entrare in conclave per superati limiti di età. Purtuttavia, Cipriani ha comunque deciso di sfidare tutti e di presentarsi a Roma, proprio davanti al collegio cardinalizio, rigorosamente vestito di porpora. Una scelta per nulla apprezzata da molti colleghi cardinali presenti alle congregazioni generali, che ha ulteriormente contribuito a infuocare il clima pre-Conclave.
Da ultimo, c’è poi da attenzionare la questione relativa al numero dei cardinali che entreranno in conclave dal prossimo 7 maggio. L’art. 33 della “Romano Pontifici Eligendo” dispone espressamente che il numero massimo di cardinali elettori non debba superare le 120 unità. Senza prevedere deroghe né eccezioni, visto anche il contenuto del successivo articolo, il 34, che recita testualmente: “Dichiariamo nulli e invalidi i loro atti, che in qualunque modo tentassero temerariamente di modificare il sistema o il corpo elettorale”. Chiaro, no? Eppure, con le ultime nomine fatte da Francesco, il numero di porporati elettori ammonta a 135 (Becciu compreso), ben 15 in più rispetto a quanto ammesso dalla Costituzione apolostolica promulgata il 1 ottobre del 1975 da Paolo VI. La stessa Costituzione aggiunge tuttavia: “Nessun Cardinale elettore potrà essere escluso dall’elezione, attiva e passiva, del Sommo Pontefice, a causa o col pretesto di qualunque scomunica, sospensione, interdetto o di altro impedimento ecclesiastico”.
Risultato: nessun porporato potrà essere escluso dall’elezione del successore di Francesco, che, pertanto, sarà scelto da un numero di elettori di gran lunga superiore a quanto disposto dalla Costituzione apostolica, i quali, per di più, faticheranno anche a trovare posto a Santa Marta, visto che le camere, adeguatamente sigillate per garantire sicurezza e riservatezza ai porporati, sono predisposte per ospitare un massimo di 120 cardinali elettori. Non a caso, lo stesso numero previsto dalla Romano Pontifici Eligendo. Peccato solo che Francesco, nominando 108 nuovi porporati nell’arco del suo pontificato (per ragioni non molto difficili da comprendere), si sia spinto ben oltre i canonici 120 cardinali elettori previsti dalla Costituzione apostolica, con conseguenze spesso grottesche, e in molti casi al limite della tragicommedia.
Salvatore Di Bartolo, 3 maggio 2025
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