Cronaca

Interviene la Digos

Ecco chi ha urlato “viva l’Italia antifascista” alla Scala

Prima alla Scala

La 75a edizione del ”Don Carlo”, in scena per la Prima della Scala, ha portato alla ribalta non solo l’arte, la lirica e la bellezza del teatro. Ma anche le pochezze della politica italiana: da una parte le autorità si sono messe litigare per quali posti occupare sul palco reale; e dall’altra il pubblico ci ha messo del suo per politicizzare un evento mondano: qualcuno, infatti, dal loggione ha urlato “viva l’Italia antifascista” non si sa bene perché.

Veniamo ai fatti. Ieri sera, dal pubblico, appena concluso l’inno d’Italia qualcuno ha urlato “viva l’Italia” a cui è subito scattata la risposta “viva l’Italia antifascista”. La Digos, presente sul posto visto l’alto tasso di autorità presenti, si è subito attivata e ha identificato l’autore del grido antifa. Si chiama Marco Vizzardelli, noto loggionista e appassionato di lirica. Vizzardelli, che è anche un giornalista esperto di equitazione, ha raccontato l’intera vicenda. “A meta del primo atto si e avvicinato un individuo e ho capito che si trattava di un agente in borghese”, ha spiegato. “Mi sono un po’ spaventato e mi ha fatto un gesto di stare tranquillo. Alla fine dell’atto mi ha mostrato il tesserino e mi ha detto che voleva identificarmi, ma gli ho risposto che non avevo fatto nulla di male e che non aveva nessun senso in un paese democratico”. Nonostante l’identificazione da parte delle forze dell’ordine, Vizzardelli ha ironicamente commentato: “L’ho buttata sul ridere, ho detto agli agenti che avrebbero dovuto legarmi e arrestarmi se avessi detto il contrario, ‘viva l’Italia fascista‘, ma cosi no”. A quel punto “si sono messi a ridere anche loro, ma mi hanno detto che dovevano fare così. E quindi mi hanno fotografato la carta d’identità”.

Parlando con l’Ansa l’ha poi buttata in lagna: “Trovo un pò inquietante che io sia stato identificato, non può non venirmi il dubbio che siamo alla soglia di uno stato parafascista – ha detto – Non sono un pericoloso comunista, al massimo un liberale di sinistra, ma non reggo due cose: qualsiasi vago profumo di fascismo e qualsiasi forma di razzismo. E ieri avevo davanti due rappresentanti dello Stato come Salvini e La Russa che su entrambi questi fronti mi lasciano molto perplesso”.

La reazione a questo urlo ha scatenato una serie di commenti, inclusi quelli dell’ex sovrintendente Alexander Pereira, del ministro Matteo Salvini e dell’imprenditore Arturo Artom. Per l’ex sovrintendente Alexander Pereira, ‘l’antifascismo non ha niente a che fare con la prima della Scala'”, mentre Matteo Salvini si è limitato a ricordare che “alla Scala non si urla”. L’imprenditore Arturo Artom dal canto suo ha definito il grido di Vizzardelli “un grido antistorico”. Il Presidente del Senato Ignazio La Russa ha invece affermato di non aver sentito l’urlo.

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