Politiche green

Ecologisti e zozzoni: non lavano le mutande per salvare il pianeta

Niente doccia, acqua razionata, vestiti sporchi. La vita degli ambientalisti duri e puri

Politiche green

Nel Mantovano, che ne è la patria, costellata di allevamenti, li chiamano “gugioi”. Che non è proprio come dire maiali, suini: ha più qualcosa di antropologico, di comicamente spregevole, quel lì l’è un gugiòl, è uno sporcone, uno che non si tiene, che lo senti arrivare. Ecco, che le sedicenti anime ecologiche fossero dei gugioi l’avevamo capito: la fauna è quella dei fannulloni di buona famiglia che si riducono a straccioni da centro sociale per essere più consapevoli, vogliono ripulire il mondo ma sembrano usciti da una porcilaia.

Adesso se ne ha la conferma: la nuova pretesa “per salvare il pianeta” è far vivere tutti come loro e cioè senza lavarsi la biancheria, i vestiti, ma, soprattutto, loro stessi. È, tanto per cambiare, un’idea demenziale e mi ricordo che Franco Battaglia aveva già chiarito le proporzioni della follia; lo chiamo e mi ribadisce: in Italia vengono giù ogni anno 250 km cubi acqua. 20 km cubi è il consumo pro capite, metà in agricoltura, metà per usi industriali e civili; l’uso personale 2 km cubi l’anno. Se uno chiude il rubinetto per lavarsi i denti è stupido, l’acqua è sempre la stessa, il risparmio dell’acqua è in bolletta, punto. E questi vorrebbero salvare l’Africa, il pianeta senza lavarsi il culo?

Un vantaggio c’è, li si tiene alla larga. Ma se poi passa l’idea che tutti debbono fare così, se entra il supermegaglobal greenpass pure per le mutande? Le ragioni di questi zozzoni sono all’insegna del più puro, fa per dire, classismo estetico: e allora i vip di Hollywood? Brad Pitt, Leo di Caprio, non si lavano mai. Cazzate, sono sponsorizzati dalle multinazionali cosmetiche, anche, e girano il mondo in jet privato per predicare contro l’inquinamento. Come Bono Vox, che una volta è stato capace di far venire un cappelletto di pezza con un aereo perché se l’era dimenticato dall’altra parte del mondo. Girano con le chiazze perché fa glamour, per dire noi possiamo, perché li pagano. Perché sono degli ipocriti giganteschi e dei pessimi esempi. C’è pure la svalvolata Stella Mc Cartney, figlia ereditiera di Paul, quello dei Beatles che da solo ha un pil che oscura quello di una economia europea media: no, ma che state a sprecare acqua, dice Stella, io al massimo una doccia al mese e i vestiti una all’anno. Poi aggiunge: come stilista, sto lavorando con un marchio che lancerà i vestiti autopulenti. Ecco dove vanno a pare gli ecocialtroni: al busillis, al soldo, tanto per cambiare.

Pessima idea, avverte Carlo Signorelli, igienista all’Università San Raffaele, col buon senso che nessuno ascolta più: se lavi gli indumenti ogni tanto per quanto, li trasformi in colonie batteriche che ti si attaccano addosso (e poi hai voglia a immunizzarti coi sieri, potremmo aggiungere: praticamente, per scongiurare la pandemia la crei). Un’altra idea grandiosa di questi che a Milano vengono affettuosamente chiamati “pioeucc, pioeucc”, pidocchi, pidocchiosi, è “spruzzare i vestiti sotto le ascelle con la vodka”. Per risparmiare acqua si usa la vodka? E quanta acqua richiede il processo di preparazione della leggendaria bevanda russa? Ma il progresso è come il mare di Lucio Dalla, non lo puoi fermare non lo puoi recintare. Un mare di cazzate, scandito da sigle insopportabili, bercianti, mocciose: Ultima generazione, climate activist, adesso pure i no wash.

Il mondo si disumanizza, va alla rovescia, l’istinto dell’uomo, una volta uscito dalla caverna, è di pulirsi, sentirsi fresco, il corpo che respira, in armonia col creato e col rispetto di sé, è se mai la società dei consumi che lo fa sudare, ansimare, per ripulirlo meglio, giungle d’asfalto, piedi infuocati da mane a sera, traspirazioni da metrò o ufficio o catena di montaggio, da cui l’esplosione dei prodotti per l’igiene, della cosmesi, della vanità fin dal dopoguerra democratico: saturato il mercato, siamo al capolinea, oggi i nuovi consumi ribaltano sensibilità e attitudini, vince la ruggine, un tempo si diceva l’omo ha da puzzà, ma non vale più perché l’omo è stato abolito per gaypride: la “persona umana” ha da puzzà, se no non è degna di Greta.

Saluto Franco Battaglia e siamo entrambi mesti: qui non si capisce più una fava, siamo spaesati in un mare di demenza, di dementi, e ci dicono che i savi sono loro, chi buca le gomme, caga nelle fontane, blocca il traffico (poche ore dopo farà il pieno di nafta alla volta della discoteca ad alto consumo energetico), bandisce le abluzioni e “lava i jeans una volta l’anno”. E se l’igienista dice no, ma cosa dite, fermatevi, vi ammalate, basta dargli anche a lui del negazionista.

La verità è che siamo costretti a star dietro a questi squilibrati in una rincorsa impossibile, perché questi lunatici, tutti pagati dagli ereditieri petroliferi riconvertiti al green, all’odio per il petrolio che ha fatto miliardari i loro nonni e di conseguenza loro, questi maleodoranti sono solo armi di distrazione di massa; e più oscenità s’inventano, più dobbiamo perdere tempo con le nostre pistole ad acqua della ragione, dell’informazione scientifica (Battaglia, non io), della logica, dell’analisi critica. La verità è che abbiamo perso, e per sempre. Fosse vivo oggi, Orwell non scriverebbe della dittatura dei maiali ma dei “gugioi”, anche se questi ultimi hanno la forza non dell’intelligenza e dell’organizzazione, ma dell’idiozia situazionista.

Max Del Papa, 7 giugno 2023