Banca

Conti correnti: 26 per molti, 74 per pochi

In realtà il titolo sarebbe ventisei per cento. Così scritto dovrebbe, nelle intenzioni dell’autore, rendere maggiormente l’idea su cosa la gran parte dei risparmiatori pone l’attenzione.

In Italia facciamo ancora una gran fatica a relazionarci tra risparmio investimento e speculazione.

Tendiamo a confonderli. Cerchiamo illudendoci, di giustificare un comportamento da risparmiatore piuttosto che da investitore nelle scelte alle volte degne del più avido speculatore.

Millesettecentocinquanta miliardi si narra, giacciono infruttiferi nel conto corrente del Signor Risparmiatore Italiano.  Circa un mese fa ha ricevuto una lettera in cui si preannunciavano le variazioni dei costi del suo conto corrente.

L’aumento medio di qualche euro, resta comunque tanta roba se finalizzato a se stesso. Il Risparmiatore Italiano sembra abbia posto l’attenzione al dettaglio, al particolare sbagliato. Si è incaponito sull’aumento in quanto tale, senza valutare cosa, meglio dire come, ottenere dei ritorni positivi dalla sua gestione finanziaria.

Potrebbe guardarsi in giro, cercando la banca che costa meno. Potrebbe cambiare semplicemente istituto, sfruttando le campagne commerciali e promozionali, sempre alla ricerca di nuovi clienti. Oppure potrebbe fare un passo indietro, fermarsi un attimo e riflettere.

Non sono più i tempi in cui la pura liquidità in conto genera interessi. Non sono più i tempi in cui il tasso avere di remunerazione della raccolta compensa e supera le spese del conto.

Perché siamo arrivati a questo punto è altro disquisire.

Ora bisogna gestire la situazione, sviluppando una operatività che consenta di ottenere una performance positiva. Fare in modo cioè che i ricavi superino i costi. Questa sarà la missione dei prossimi anni.

1750 miliardi circa dicevamo. Decine, in alcuni casi centinaia di euro per la gestione delle spese del conto, tutto incluso pure le tasse, resta l’obiettivo minimo da superare.

Il Risparmiatore Italiano vorrebbe guadagnare tanto senza rischiare. Fosse possibile anche evitando di pagare la tassa del capital gain. Sempre alla ricerca disperata di una cedola irrisoria (al lordo dell’imposizione fiscale e dei bolli) pone l’attenzione sul poco dimenticandosi del tanto.

Vorrebbe diventare finalmente un investitore, ma poi paura ed un mix di concetti che i tempi moderni faticano a scardinare smorzano ogni velleità. Non dopo aver preso qualche cantonata, con perdite inenarrabili. Il Risparmiatore Italiano, sempre lui, racconta con soddisfazione trading in guadagno. Tacendo le volte in cui, sempre confondendo investimento con speculazione, perde ben oltre quanto precedentemente guadagnato.

Forse sarebbe il caso di sviluppare metodi e percorsi che possano realmente e finalmente elevare il risparmiatore al ruolo, non privo di errori, di investitore. Forse sarebbe il caso di realizzare le basi per ottenere anno dopo anno sempre più capital gain da pagare. Perché in questo specifico caso, più tasse  pago, più ho guadagnato.

Solo allora l’attenzione si focalizzerà sul tanto che mi resta (74) e non sul meno che pago (26).

Il passo successivo sarà capire con quali strumenti finanziari poter pagare meno tasse. Ci sono dunque i mezzi per far fruttare i costi dei conti e della consulenza.

Tanti risparmiatori si accontenterebbero ora di uno zero virgola quale cedola per remunerare l’intera giacenza del loro conto corrente. Gestire anche solo una minima parte di quei 1750 miliardi in un banalissimo fondo globale permetterebbe di ottenere rendimenti ben oltre i famigerati aumenti delle spese dei conti correnti.

Dimenticare la cedola e la scadenza potrebbe essere soluzione alternativa degna di nota.

Se nell’essere investiti si ottengono i guadagni desiderati, perché concentriamo tutte le attenzioni su ciò che del guadagno risulta essere una conseguenza?

Perché insistiamo nel cercare prodotti con scadenza, sapendo che limita i nostri rendimenti, quando il tempo traduce gli investimenti in guadagni? Dobbiamo avere fin dall’inizio chiari gli obiettivi. Dobbiamo dare loro un nome preciso, dobbiamo perseguirli con costanza giorno dopo giorno nel tempo.

Nella semplicità si celano soluzioni inaspettate.

 

Giovanni Cedaro

 

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