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Crolla Credit Suisse. La banca svizzera abbandonata dagli arabi precipita in borsa

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E’ il giorno di Credit Suisse ed è un giorno negativo.

A differenza della Silicon Valley Bank e della Signature Bank, la banca svizzera è classificat come sistematicamente importante dal Financial Stability Board degli Stati Uniti, il che significa che è troppo grande per fallire poiché un crollo ha il potenziale per innescare una crisi finanziaria.

Dopo una giornata di crollo in borsa, Credit Suisse ha chiesto alla Banca nazionale svizzera e all’autorita’ di controllo di borsa, la Finma, di dare una dimostrazione di sostegno a favore del gruppo e rassicurare i mercati dopo che le azioni del colosso elvetico sono arrivate a perdere anche il 30% del proprio valore salvo poi ridurre parzialmente le perdite a -17%.

Il forte calo del prezzo delle azioni e’ arrivato sulla scia del crollo della Silicon Valley Bank negli Stati Uniti e dopo che il presidente della Saudi National Bank, che lo scorso anno ha acquistato una partecipazione del 10% in Credit Suisse, ha escluso di fornire al gruppo elvetico qualsiasi ulteriore assistenza finanziaria.

Qualcuno lega la scelta della banca saudita anche all’accordo appena fatto con la Cina per mediare la situazione con l’Iran. Un quadro geopolitico che sembrerebbe fantascienza, ma che di fatto potrebbe non esserlo.

Ma intanto…

La capitalizzazione di mercato di Credit Suisse e’ scesa sotto i 7 miliardi di franchi, con la banca che ha raccolto 4 miliardi di franchi solo pochi mesi fa. Secondo alcuni analisti appare tuttavia inevitabile che banca nazionale svizzera debba intervenire e fornire un’ancora di salvezza.

Separatamente, sempre secondo quanto riporta il quotidiano britannico, la Bce ha chiesto alle banche della Ue di rivelare le loro esposizioni a Credit Suisse. La Bce avrebbe inoltre discusso i pro e i contro di fare una dichiarazione pubblica per cercare di calmare le acque ma avrebbe deciso di non farlo per timore di aumentare il panico del mercato.

Il Credit Suisse ha riferito che il suo patrimonio gestito ammontava a quasi 1,3 trilioni di franchi svizzeri, ovvero l’equivalente di 1,4 trilioni di dollari, solo il mese scorso. In prospettiva, ciò equivarrebbe a quasi il 10% dei 14,5 trilioni di economia dell’area dell’euro

Il costo per assicurare il debito del Credit Suisse contro l’insolvenza per un anno è balzato a un record di 2728 punti base mercoledì. Nel frattempo, le azioni della società sono crollate ad un livello record e le sue obbligazioni sono precipitate a livelli tipicamente da default. 

Negli Stati Uniti, una rapida risposta da parte dei politici, inclusa la Federal Reserve, ha scongiurato una crisi che incombeva sul panorama finanziario dopo il fallimento di SVB. L’istituto di credito con sede in California è crollato dopo che la perdita di fiducia dei depositanti ha costretto la banca a vendere attività che avevano perso valore a causa della stretta della Fed.

La Fed ha perso poco tempo prima di svelare un programma di finanziamento a termine che essenzialmente consentiva alle banche statunitensi – presumibilmente quelle che potrebbero trovarsi in una situazione simile a SVB a causa dell’aumento dei tassi di interesse – di prendere in prestito obbligazioni che potrebbero aver perso valore a 100 centesimi sul dollaro. Quel rapido sostegno ha contribuito a placare alcuni dei peggiori timori di depositanti e investitori.

 

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