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Ennio Doris. Nel giorno più triste la lezione più grande. Ciao Presidente

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Ennio Doris.

Questa notte è diventato immortale.

Ennio Doris è uno di quelli “QUELLI CHE FANNO ACCADERE LE COSE” sono quelli che la storia non solo la stanno scrivendo, ma la indirizzano, la plasmano, la modificano. Lui è uno di quelli in grado di cambiare le cose, uno di quelli che… Ennio Doris sarà sempre un uomo speciale. Un gigante. Uno di quelli che hanno cambiato e cambieranno la storia. Da lui ho imparato la “Logica dell’Ottimismo”, essere pessimisti dice sempre lui, porta solo energia negativa e non conviene subirla. Da lui ho imparato cosa significa essere un uomo dai valori incrollabili. Non che non fosse consapevole delle difficoltà oggettive della vita ma era sempre lì a raccontarti che l’Amore, l’Amore con la A maiuscola, vince sempre. Conoscendo il rapporto che ha con sua moglie Lina, che abbraccio con tutto l’affetto che ho per lei, sono certo che tutti avremmo voluto e vorremmo vivere una storia d’amore come la loro

“C’è anche Domani” è la filosofia portante della sua vita. E’ il sapere che anche nei momenti di difficoltà c’è sempre qualcosa di positivo a cui guardare.

Un giorno mi disse: “Leo, ricorda che il miglior modo per essere egoisti è essere altruisti”.

Se dai, se sei disposto a dare, tutto ti tornerà sempre indietro con gli interessi.

Un altro giorno, proprio mentre mi raccontava una parte della sua vita da scrivere, fummo interrotti proprio da Serenella. Gli passò una telefonata, poi un’altra, poi un’altra ancora. Furono sei nel giro di qualche minuto. Sei telefonate dallo stesso tono. Richieste di aiuto.

Aiuto per un figlio, per una raccomandazione particolare. Quando per la sesta volta mise giù il telefono, lo guardai e dissi:” Ma come fai? Te ne arriveranno tantissime ogni giorno…”.

Lui non si scompose un attimo, poi guardandomi diritto negli occhi mi rispose: “Vuoi sapere come faccio Leopoldo? Nella mia vita ne ho aiutati tanti. – poi aggiunse – da ragazzo ho vissuto una vita non agiata, non certo ricca, anzi. Ma era una vita piena d’amore. I nostri genitori l’amore non ce lo hanno mai fatto mancare. Ma non si vive di solo amore. E se io avessi avuto qualcuno che ci avesse dato una mano in quei momenti difficili, forse la mia vita, quella di mia sorella sarebbe stata diversa…”.

Cosa aggiungere di più?

Una storia. Voglio regalarvi la storia più particolare di tutte che comincia dove il libro finisce e diventa un mantra per tutti. Una storia che ci fa comprendere la forza che Ennio Doris ha impresso alla sua vita ed a quella di tanti che l’hanno conosciuto ed amato.

 

La storia comincia da qui..

Io Non Ho Paura.

Io non ho paura, perché so che “C’è anche domani”. “Io non ho paura” perché sono consapevole. So che alla notte seguirà il giorno, che dopo l’estate tornerà l’inverno, ma che proprio in inverno la natura si prepara a sbocciare di nuovo nei mille colori della primavera.

Io non ho paura perché so che finché c’è vita, “C’è anche domani”.
E siccome credo, credo fermamente in qualcosa di più grande di noi, so che ci sarà vita sempre e, se ci sarà vita sempre, ci sarà anche un domani in cui continuare a sperare, per cui varrà la pena vivere, vivere appieno ogni attimo della nostra esistenza.

 

È il 9 marzo del 2009.

Dal fallimento di Lehman Brothers erano ormai passati quasi sei mesi. Terribili. I mercati erano precipitati e ogni giorno toccavano minimi che nessuno avrebbe neanche osato immaginare. Con gli indici azionari precipitava il senso di fiducia degli investitori e dei risparmiatori, ma anche quello di tantissimi addetti ai lavori.

Come avevo immaginato, il fallimento di una delle più grandi banche americane aveva fatto traboccare il vaso dell’economia internazionale e lo scossone era stato talmente forte che ora anche il vaso stesso rischiava di rompersi. Avevo cercato di supportare i miei uomini in ogni modo, nella speranza che anche la clientela potesse avere il giusto appoggio in un momento così delicato.

Dalla TV aziendale continuavamo a trasmettere sistematicamente solo notizie positive: dovevamo fronteggiare, contrastare in qualche modo il clima di forte negatività che si respirava tra gli esperti del settore e non solo. Incontravamo i clienti in migliaia di eventi organizzati in tutte le città italiane, il nostro Marketing studiava ogni iniziativa utile a trasmettere il nostro messaggio di positività. eravamo l’unica voce fuori dal coro e in tanti ci guardavano come se fossimo matti:  era la mia storia che si ripeteva.

Invece eravamo semplicemente consapevoli che il mondo non sarebbe finito e volevamo fare in modo che se ne convincessero anche gli altri, i nostri clienti in primis, volevamo che approfittassero di un momento di mercato tanto favorevole: prezzi così bassi rappresentavano occasioni di investimento che non si sarebbero ripresentati facilmente nella storia finanziaria di ciascuno di noi.

Tuttavia, per quanto la nostra voce fosse forte, era coperta dal caos che ci circondava, molti dei miei consulenti finanziari, i miei family banker, cominciavano a mostrare il fianco alla stanchezza psicologica: non era facile lottare contro tutto e contro tutti eppure sapevo che prima o poi sarebbe finita.

 

Quando comincia la discesa?

E’ come andare in bicicletta in salita lungo una stretta strada di montagna. Si percorre un tornante, poi un altro e non potendo vedere la cima ogni curva della serpentina che si arrampica lungo la parete per vincerne la pendenza diventa un ostacolo sempre più difficile da superare. In tanti mollano, alcuni molto presto. Altri ancora più a ridosso dell’ultima curva, ignari che appena dopo quell’ultimo tornante quegli gli ultimi metri, sarebbe cominciata la discesa.

Semplicemente non lo sapevano, non sapevano che qualche metro ancora e la fatica per tutto quello sforzo sarebbe finita, io avevo già percorso quella salita più di una volta, conoscevo a memoria ogni curva, per questo non mi perdevo d’animo e cercavo di infondere coraggio ai miei, sostenendolo in ogni modo.

 

Il 9 marzo del 2009

Era anche il giorno della nostra Convention Nazionale. Mai come in quella giornata i miei ragazzi avevano bisogno di essere incoraggiati. Dovevo trovare il modo di comunicare in maniera forte ciò che pensavo, quello in cui credevo da sempre. Il forum di Assago era stracolmo. L’ aria che si respirava lasciava trasparire un falso ottimismo: gli animi di tutti, anche dei miei collaboratori più stretti erano ormai segnati da mesi di difficoltà indicibili di lotte contro i mulini a vento.

In camerino in attesa di cominciare cercavo le parole giuste da utilizzare, un messaggio semplice. Avevo fatto preparare tutto in ogni dettaglio. Mentre raggiungevo l’ultimo anello del Forum, tra il pubblico venivano distribuiti migliaia di cuscini circolari, quelli tipici da stadio. Un messaggio semplice e chiaro questa volta ci voleva…

Le luci si spensero e l’unico faro acceso inquadrava il mio ingresso in sala. Avevo anch’io uno di quei cuscini tra le mani. Lo sollevai verso l’alto, invitando tutti a fare lo stesso. Cominciai a camminare verso il palco urlando alla platea il mio messaggio semplice, chiaro, lo stesso che ho fatto scrivere su ciascuno di quei cuscini: IO NON HO PAURA

Lo ripetevo incessantemente ad ogni passo della mia voce 

Io non ho paura 

divenne un mantra collettivo contro le preoccupazioni, la pioggia e le nuvole.

E l’effetto fu immediato. le nuvole si allontanarono davvero.                                             

Io non ho paura, io non ho paura.

Mentre tutti insieme scacciavamo i nostri fantasmi ebbi l’impressione che anche fuori dal Forum la gente pronunciasse le stesse, identiche parole. Da quel giorno gli indici finanziari di tutto il mondo  hanno ricominciato a salire. Proprio quel 9 marzo 2009 è stato il giorno in cui è stato toccato il fondo prima di ripartire. Un caso?

Mi piace pensare che forse il nostro messaggio andò aldilà delle mura che ci circondavano, superandole e raggiungendo con la sua forza dirompente, con la sua semplicità disarmante quanta più gente fosse possibile fare. “Io non ho paura” è diventato un messaggio di straordinario ottimismo, di rottura con il buio che aveva contrassegnato quei giorni tremendi, aiutando tutti a guardare avanti, finalmente con fiducia. Da quel giorno la mia banca è cresciuta a ritmi vertiginosi, imponendosi come una delle realtà più solide ed importanti nel panorama nazionale. Con me, tutti quelli che in me avevano creduto.

Per quanto mi riguarda continuo a non credere alle coincidenze, soprattutto quando sono troppe per essere tali, quando pretendono di descrivere un disegno straordinario come quello della mia vita.

Un messaggio semplice. Un messaggio che Massimo e Sara ( vi abbraccio forte forte) hanno già straordinariamente dimostrato di saper trasferire con identica intensità.

Ennio Doris. E’ un messaggio semplice, ma tanto forte da trasformare il mondo. Un uomo che ha cambiato prima di tutto la sua vita e quella di tutte le persone che gli sono state vicino. Migliaia. Chi ha intercettato anche per pochi minuti la sua traiettoria ha avuto la fortuna di subirne gli influssi. In questi momenti di estrema confusione emotiva mille immagini si rincorrono. Ogni tanto si fermano sul suo volto che scruta l’orizzonte capace di leggere ogni linea sottile che lo compone come solo i grandi sanno fare. Ciao Presidente. 

Leopoldo Gasbarro 24 novembre 2021

 

 

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