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Diventare invulnerabili: mito o realtà?

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Tra le figure mitologiche, quella dell’invulnerabile ed invincibile Achille è di certo tra le più note. Secondo parte della narrazione, per donargli questo potere la madre Teti lo immerse appena nato nelle acque del fiume Stige. Nel farlo lo tenne per il tallone, unica parte del suo corpo a non essere bagnata diventando, per questo, vulnerabile. Il suo punto debole, che nella guerra di Troia fu anche fatale, per mano di Paride.

Fuori dal racconto mitologico, la vulnerabilità è una costante alla quale non possiamo sottrarci.

Dal latino vulnerabilis, con questa parola si indica chi può essere vulnerato, ferito, scosso. Colui che, non solo fisicamente, può essere colpito da qualcosa o qualcuno che lo sorprende e che lo danneggia, talvolta in modo irrecuperabile.

È una situazione che chiunque impara a conoscere crescendo; fino a quando si è bambini, infatti, spesso non c’è percezione del pericolo e del danno, ovattati dalla protezione dei genitori e dalla naturale sfrontatezza puerile. Ed è una situazione che si impara a conoscere anche attraversando certi momenti, certe situazioni: in molte persone, dicono le ricerche, la pandemia ha modificato la percezione di vulnerabilità, rendendole più consapevoli dei fattori di pericolosità a cui sono esposte.

Di fronte a tutto questo, la fragilità finanziaria di ciascuna persona può essere estremamente differente.

Si può essere di porcellana e andare in mille pezzi se si prende un colpo. Di plastica, e portare addosso i graffi ed i segni di ciò che si è vissuto. Ma anche di gomma, e rispedire tutto al mittente, diventando anche meglio di Achille: invulnerabili. Da una prospettiva strettamente finanziaria, si può.

Non si può evitare di essere colpiti. Ma si può – si deve – evitare di essere lesi.

Il concetto è esattamente questo: mettersi nella condizione di non subire lesioni, contraccolpi, ferite indelebili dal punto di vista patrimoniale.

Come raggiungere questo obiettivo? Attraverso due step.

Il primo: essere consapevoli della propria vulnerabilità. Il secondo: agire, in precise direzioni, per ridurla fino ad eliminarla.

Il primo aspetto richiede una analisi introspettiva, intellettualmente onesta. Richiede di fermarsi e ragionare con profondità, con lucidità su quali e quanti fattori di rischio possono mettere in discussione il raggiungimento ed il mantenimento dei più importanti progetti di vita.

Quali sono i detonatori che potrebbero modificare, intaccare o addirittura stravolgere la situazione finanziaria tua e della tua famiglia? Ciascuno di essi, quali conseguenze va ad innescare?

In questo primo step, non è necessario addentrarsi troppo nei meandri tecnici e quantitativi delle singole questioni. Si tratta di acquisire la giusta cognizione sul fatto che il problema esiste, partendo da considerazioni molto semplici: dalla notte dei tempi, quali sono i principali obiettivi di ogni aggregazione umana? Da sempre, se ci riflettiamo, l’uomo vuole assicurare per sé e per i propri cari sostentamento, salute, sicurezza economica e realizzazione.

Questi bisogni non sono soltanto importanti: semplicemente, non puoi permetterti di non raggiungerli.

Sono prioritari, fisiologici, incomprimibili.

Al tempo stesso, tuttavia, sono sgretolabili da quell’evento improbabile – l’imprevisto – capace di togliere, da un momento all’altro, ciò che di più caro possediamo.

L’imprevisto non ha preferenze, al suo cospetto non esistono raccomandati. Siamo tutti vulnerabili.

L’imprevisto, peraltro, si presenta nella sfera patrimoniale sotto mutevoli forme: la vulnerabilità di ciascuno non può essere circoscritta ad un incidente, ad una malattia o ad un generico evento avverso e non contemplato. L’imprevisto è in ogni relazione umana, sociale ed economica: è ovunque!

Più interrogativi rimangono senza risposta, maggiore è la vulnerabilità che dimostriamo di avere di fronte a molteplici situazioni. Da questa consapevolezza, ancora generica eppure così determinante, è indispensabile partire. È la molla che fa scattare il desiderio di attivare soluzioni mirate.

A questo punto arriva il secondo step: l’azione.

Preso atto della presenza di una certa vulnerabilità, si tratta di scavare, di approfondire, ma prima ancora di capire in quali direzioni è indispensabile intervenire.

E qui deve apparire chiaro e indiscutibile il ruolo del consulente finanziario, colui o colei che è in grado di prendere per mano la persona e accompagnarla in un percorso che la renderà invulnerabile.

Questo traguardo si raggiunge realizzando i seguenti obiettivi:

  • Primo, mettere in sicurezza il reddito
  • Secondo, mettere in sicurezza il patrimonio
  • Terzo, ottimizzare il risparmio generato
  • Quarto, evitare blocchi ed inefficienze generazionali

In cosa consistono, esattamente, questi punti? Per approfondirlo è a disposizione l’intero articolo su Kaidan, la prima piattaforma di formazione dedicata al consulente finanziario: https://kaidan.ecomatica.it

 

 

Andrea Rocco

 

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