Economia

Tutti i prodotti che spariranno dai supermercati

Zuppa di Porro: rassegna stampa del 4 settembre 2019

Economia

Un paio di Whatsapp hanno scatenato il panico: gli autotrasportatori potrebbero incrociare le braccia contro il caro carburante. Ma la colpa è davvero tutta della guerra in Ucraina?

E’ già stata battezzata “la passione prima della Pasqua”: e rischia di essere uno sciopero senza precedenti. Secondo un tam tam cominciato con alcuni messaggi su Whatsapp gli autotrasportatori incrocerebbero le braccia da lunedì 14 marzo per protestare contro il caro carburante. Il primo effetto è stato devastante: è bastato per scatenare in poche ore, in tutta la Sardegna, il timore di restare a breve senza scorte alimentari e come conseguenza una reazione di massa che ha spinto nella giornata del 10 marzo migliaia di cittadini sardi a prendere d’assalto i supermercati.

La guerra in Ucraina sta portando conseguenze in diversi settori, come quello commerciale ed alimentare, per cui farina, acqua, mele, latte a lunga conservazione, olio, pasta, pane carasau, i beni di prima necessità e a lunga conservazione spariti, in un solo giorno, dagli scaffali sardi delle catene della grande distribuzione.

Allarmismo giustificato? “Assolutamente no, dichiara in una nota Federdistribuzione: “Non ci sono problemi di disponibilità di prodotto a scaffale – spiega -, le aziende della distribuzione sono impegnate a garantire la continuità di approvvigionamento e al momento non ravvisiamo criticità”.

Insomma, nessun problema a meno che non siano i cittadini a provocarlo, prendendo d’assalto i punti vendita, o gli stessi commercianti. Tuttavia alcuni supermercati italiani si sono mossi per prevenire ed evitare che possa esserci una mancanza di prodotti, che ad oggi non c’è. Risultano rincari sicuramente ma non ci sono gli scaffali vuoti.

L’Italia dipende dall’Ucraina per oltre il 60% delle importazioni di olio di girasole e Kiev, con il 60% della produzione e il 75% dell’export, è il principale coltivatore di girasoli al mondo. Così nell’ultima settimana il prezzo del mais nelle diverse borse merci è cresciuto del 25%. Aumenti a doppia cifra si sono osservati anche per il grano tenero, l’orzo, il sorgo e, tra le farine proteiche, la soia, il girasole e la colza.

Tuttavia alcune catene di supermercato come la Coop.Fi di Firenze, fanno sapere ai propri clienti che su determinati prodotti meglio non abusare ed evitare la ressa: “Al momento non emerge alcun rischio relativo alla mancanza di prodotti nei propri supermercati a causa della guerra in corso in Ucraina. Tuttavia, alla luce di diversi episodi di accaparramento che si sono verificati nei punti vendita Coop.fi da parte di alcuni operatori commerciali, la Cooperativa ha deciso di mettere un limite all’acquisto di 4 pezzi per carta socio per olio di semi di girasole, farina e zucchero. Prodotti di largo consumo quotidiano.

Una decisione che vuole tutelare da eventuali rischi speculativi tutti i soci e clienti che ogni giorno fanno la spesa nei punti vendita Coop.fi. Stesso discorso in altre regioni: da Ventimiglia a Sanremo, da Treviso a Imperia, altri comunicati con lo stesso appello: “per gli olii a base di semi (olio di girasole, olio di semi vari, olio per friggere e olio di palma) potrebbero verificarsi temporanee indisponibilità di prodotto a seguito dei recenti eventi che coinvolgono Ucraina e Russia. Per andare incontro alle necessità di ciascun cliente, abbiamo introdotto il limite di acquisto di 50 litri per tessera per giorno con decorrenza immediata e fino a nuova comunicazione”.

E la Coldiretti avverte “I primi 15 giorni di conflitto tra Russia e Ucraina, e la crisi energetica già in corso che la guerra ha peggiorato, hanno messo sotto scacco l’agroalimentare italiano. Il mercato rischia di finire al palo, tra il blocco delle forniture cerealicole e di olio di girasole”. Ma da qui a pensare che gli scaffali siano vuoti c’è di mezzo un allarmismo assolutamente ingiustificato.

Lorenzo Palma, 11 marzo 2022

 

 

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