Educazione finanziaria

Quanto costa acquistare un box auto, tutti i prezzi città per città

Compravendite in crescita. E chi lo affitta guadagna il 6,5%

Per chi abita o lavora in una grande città comprare oppure affittare un box auto sta diventando sempre più una scelta forzata, complice la scarsità dei parcheggi pubblici, le frequenti multe per divieto di sosta e le salate tariffe imposte dai Comuni sulle strisce blu. Basta pensare all’esempio di Milano, Roma o ancora di tante località turistiche. Per non parlare delle follie green del sindaco di Milano Beppe Sala che, dopo aver reso semi impossibile alle auto di circolare in città ai taxi di lavorare, vaneggia di mettere al bando le auto private.

 

Da qui la proposta di questa piccola indagine per capire come si stanno muovendo la dinamica dei prezzi nel nostro Paese. A fornirci i dati è l’ufficio studi di Gruppo Tecnocasa, secondo cui nella seconda parte dello scorso anno, i prezzi dei box sono aumentati dell’1,6% e quelli dei posti auto dell’1,7% nelle grandi città. Gli incrementi maggiori si sono verificati a Milano (rispettivamente +2,6% e +2,5%), Roma (+3,5% e +2,5%) e Firenze (+2,7% e +2,6%). Fanno eccezione Napoli (-0,4% il costo dei box), Palermo e Torino dove il ribasso ha interessato i posti auto.

 

In oltre la metà dei casi chi acquista un box lo utilizza personalmente (52,5%) ma anche affittarlo può risultare una valida alternativa, visto che il rendimento lordo annuo medio stimato è pari al 6,5 percento. Non male come contromossa all’inflazione, considerato il bassissimo profilo di rischio connaturato al mattone e la sua periodica rivalutazione. Finora abbiamo però visto le medie generali dell’Italia e quelle di alcune città. Non abbastanza insomma per farsi un’idea precisa, ecco perchè cliccando qui potrete invece trovare tutti i prezzi di box e posti auto nella vostra città, davvero quartiere per quartiere.

 

Nel 2022 sono stati venduti lungo lo Stivale oltre 450mila box, il 3,2% in più di un anno prima. Il mercato dei posti macchina è insomma ancora vivace, a differenza di quello della casa mandato in frantumi dalla Banca centrale europea: settimana scorsa, dopo dieci rialzi consecutivi ai tassi di interesse, la presidente Cristine Lagarde ha lasciato il costo del denaro inalterato, ma ha subito chiarito che potrebbe trattarsi solo di una tregua. Madame Bce per l’occasione ha citato Edith Piaf, rimarcando che non si pente di nessuna delle scelte compiute nell’ossessiva lotta contro la corsa dei prezzi: “Non, rien de rien Non, je ne regrette rien“, intonava la cantautrice francese. Peccato che nel caso della Bce a pagare siano le famiglie e le imprese che finiscono al tappeto, mettendo a repentaglio la crescita dell’intero Paese malgrado i positivi verdetti delle agenzie di rating.

 

Fateci sapere che cosa ne pensate. E se vorreste leggere maggiori contenuti di servizio. Qui, se vi interessa, una guida per orientarsi sulle obbligazioni.

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