Economia

Arriva la dichiarazione dei redditi, è incubo istruzioni

Sono 152 le pagine di regole per il Modello 730. Ecco tutte le scadenze

dichiarazione dei redditi © nomadsoulphotos, Oleg Troino's Images e enzodebernardo tramite Canva.com

Il Modello 730 resta un dedalo di regole e regolette da togliere il sonno al ragionier Ugo Fantozzi. Sia chiaro, niente a che fare con l’incubo di qualche decennio fa. Ma chi non vuole rivolgersi a un Caf e corrispondere la relativa parcella, si deve sorbire 152 pagine di istruzioni.

Un mattone burocratico, che pesa 8 pagine in più rispetto all’anno scorso. E una prova di nervi per l’ignaro contribuente, che possiamo immaginare fino a pochi istanti prima in tutt’altro affaccendato tra impegni di lavoro e di famiglia.

Per i “lavativi” che si rifiutano di studiare,  il rischio di commettere qualche svista o errore resta peraltro elevato. E, soprattutto, mette a rischio il rimborso spettante dallo Stato con detrazioni e deduzioni: dalle spese mediche o dentistiche a quelle per la scuola o l’università dei figli.

In tutto, ha calcolato l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, sono 625 gli sconti fiscali ora in vigore. Un terzo in più, alla faccia della semplificazione, rispetto ai 466 del 2018. L’incremento è riconducibile all’impennata subita dai crediti di imposta legati ai lavori edilizi. In tutto si tratta di una torta che vale 105 miliardi, di cui oltre la metà (57,5 miliardi) ascrivibile alle spese fiscali ai soli contribuenti Irpef, quindi dipendenti e pensionati.

Va detto che gli italiani che compilano il modello 730 in fai-da-te stanno aumentando. Ma va considerato il sommerso. Cioè i tecnici che compilano la dichiarazione dei redditi per parenti e amici: essendo pagati senza fattura, sfuggono alle statistiche. Un fenomeno, avverte la Cgia di Mestre, che appare in crescita sebbene naturalmente manchino dati certi.

Malgrado note e tabelline degne dei più complessi rebus enigmistici, si profila però una piccola consolazione per il contribuente base. Quest’anno l’Agenzia delle Entrate renderà infatti disponibile ai lavoratori dipendenti e ai pensionati (in una apposita sezione dell’applicativo web della dichiarazione precompilata) le informazioni in proprio possesso che ciascuno – tramite un percorso guidato – potrà confermare o modificare.

Nessuno sa se questa bussola sarà o meno davvero a prova di uomo della strada. Naturalmente chi non si avvarrà della modalità semplificata non avrà altra scelta che procedere in via ordinaria, imputando nuovi dati o modificando quelli presenti.

Vediamo allora quali sono le date con l’Erario da cerchiare sul calendario di casa e su quello dello smartphone, con la premessa che i termini che scadono di sabato o in un giorno festivo sono prorogati al primo giorno feriale successivo:

  • a partire dal 30 aprile i contribuenti potranno accedere alla dichiarazione precompilata tramite i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate. La dichiarazione precompilata verrà pubblicata sull’area riservata del contribuente;
  • entro il 15 giugno i sostituti d’imposta, i CAF o i professionisti abilitati a cui i contribuenti si sono rivolti entro il 31 maggio effettueranno i controlli sulla regolarità della dichiarazione e trasmetteranno in via telematica all’Agenzia delle Entrate le dichiarazioni predisposte e il loro risultato finale. Altresì, consegneranno al contribuente copia della dichiarazione elaborata e il relativo prospetto di liquidazione.
  • La scadenza del 15 giugno può essere posticipata al 29 giugno, al 23 luglio al 15 o al 30 settembre, a seconda che il contribuente si sia rivolto al sostituto di imposta, CAF o professionista abilitato entro i rispettivi termini: dall’1 al 20 giugno, dal 21 giugno al 15 luglio, dal 16 luglio al 31 agosto e dall’1 al 30 settembre;
  • a partire da luglio i sostituti d’imposta tratteranno le somme dovute per le imposte o effettueranno i rimborsi;
  • entro il 25 ottobre è prevista la scadenza per l’invio del modello 730/2024 integrativo;
  • a novembre il sostituto d’imposta effettuerà la trattenuta delle somme dovute a titolo di seconda o unica rata di acconto relativo all’Irpef e alla cedolare secca.

 

Fonte: Cgia

 

Il tutto nella speranza che prima o poi si capisca che occorre una vera e complessiva riforma del fisco, che riduca le tasse anche alla classe medio-alto, così da far ripartire consumi e Pil.

Per approfondire leggi anche: il fisco Dracula succhia 77 miliardi agli automobilsti.

Perché in uno Stato occidentale, che voglia essere moderno e liberale, pagare le tasse per un cittadino non può diventare una condanna. Non può essere un salasso a favore delle casse pubbliche, non può trasformarsi in un incubo di controlli per chi commette un errore veniale.

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