Si chiama Btp Più ed è il nuovo bond pensato dal ministero dell’Economia per affidare il debito pubblico nelle mani sicure dei piccoli risparmiatori italiani. La speranza è di ripetere il pieno di raccolta con le quattro emissioni del Btp Valore, di cui il Btp Più si può considerare un figlio.
La differenza principale consiste nel fatto che il Btp Più, seppur abbia una durata di otto anni, è riscattabile dopo i primi quattro anni. A metà della sua vita. Il risparmiatore può quindi chiedere di rientrare dell’intero prestito prima della sua naturale scadenza. Una bella comodità per le famiglie laddove dovesserò materializzarsi delle spese impreviste o improvvise.
Una novità assoluta per il Tesoro che inserisce così un ulteriore elemento di flessibilità. Per tutti gli altri bond infatti l’unica alternativa per disinvestire in anticipo è quella di rivendere i titoli sul mercato al prezzo corrente. Attenzione però: per assicurarsi la possibilità di accedere alla porta d’uscita del riscatto anticipato è necessario sottoscrivere il Btp Più in fase di collocamento.
La facoltà di riscatto anticipato infatti decade per chi dovesse acquistare i Btp Più sul mercato secondario dopo la loro emissione. Lo Stato non ha tuttavia alcun interesse a trovarsi tra quattro anni una montagna di rimborsi. Il Btp Più più prevede quindi un rendimento crescente con il passare del tempo.
Il meccanismo scelto è quello dello step-up, peraltro già adottato dal Btp Valore, per premiare le famiglie di cassettisti che manterranno il titolo in portafoglio fino alla fine.
L’emissione potrà essere sottoscritta da lunedì 17 a venerdì 21 febbraio, fatta salva la possibilità per il Tesoro di chiudere in anticipo la raccolta se i libri si dovessero riempire rapidamente di ordini e raggiungere gli obiettivi prefissati dai tecnici come ottimali in base al calendario di collocamenti previsti per quest’anno. Il giorno precedente di Borsa aperta all’avvio del collocamento, quindi il 14 febbraio, il Mef comunicherà i rendimenti minimi garantiti dai Btp Più.
Il rendimento definitivo sarà invece annunciato solo dopo il collocamento, ma in ogni caso non potrà essere inferiore al minimo garantito. Nei primi quattro anni saranno pagate cedole trimestrali, dopo si salirà di uno scalino per i successivi quattro. Il taglio minimo resta pari a mille euro. Una soglia di ingresso quindi molto “popolare”.
Va poi detto che il Btp Più è il primo a debuttare dopo l’entrata in vigore della norma che esclude i Titoli di Stato detenuti in portafoglio fino a un massimo di 50mila euro di controvalore ai fini del calcolo Isee. In sostanza sottoscrivere le emissioni governative non pesa sul parametro che apre alle famiglie l’accesso a diversi bonus e aiuti sociali. Vige la medesima esenzione anche per i libretti o i buoni postali.
La tassazione resta inoltre quella agevolata al 12,5% contro il 26% che si corrisponde sulle azioni in caso di capital gain e non si pagano le imposte di successione. Insomma, visto anche San Valentino, la speranza del Tesoro è che gli italiani si innamorino del Btp Più.
Il bond si affianca al Btp Valore e al Btp Italia – oltre che alle precedenti tipologie di Btp, Bot e Ctz – nella cassetta degli attrezzi con cui il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti deve rinnovare un debito pubblico che a dicembre ha sfondato il muro psicologico dei 3mila miliardi.
Necessario inoltre continuare ad avere un buon feeling con le agenzie di rating, che di recente hanno migliorato le loro prospettive sull’Italia (il cosiddetto outlook) così da tenere a bada anche un eventuale attacco speculativo al debito sovrano: sull’Italia pende ancora la procedura di infrazione europea. Da qui l’importanza di avere, come fa da anni il Giappone, il proprio debito pubblico affidato ai cittadini e non alle banche estere.
Il tutto mentre la Bce, la Fed americana e le altre banche centrali non sanno più che pesci pigliare: se proseguire con il taglio dei tassi si interesse per cercare di esorcizzare il diavolo della recessione che incombe sull’economia globale o se invece lasciare tutto fermo, spaventate dallo spettro di un’inflazione che potrebbe rialzarsi a causa dei dazi promessi da Donald Trump, che è ormai a un passo dal ritorno alla Casa Bianca.