Economia

Ippica: il business ruota attorno ai purosangue

Datti all’ippica!
Quante volte abbiamo ascoltato questa frase usata quasi sempre in modo dispregiativo
nei confronti di chi non è capace di fare il proprio lavoro, di svolgere la propria professione.
Se sapessimo quello che c’è dietro l’universo “ippica” credo proprio che la useremmo in senso contrario!

“Datti all’ippica” sarebbe un invito a fare qualcosa di difficile ed impegnativo dove entrano in gioco tanti fattori come in qualunque altro contesto lavorativo, commerciale, economico, un guanto di sfida complesso più che mai! Un mondo fatto di competenza, passione, rischio, imprevedibilità, competitività.

Se scrivo queste cose è perché di questo modo ci faccio parte da più di vent’anni, anni di alti e bassi, di gioie e dolori, di vittorie esaltanti e sconfitte brucianti, di sogni infranti e voli pindarici sulle ali di Pegaso, di gloria e di polvere, di corse perse di un millimetro o a causa di una giornata di pioggia incessante, ma sono stati e sono tutti giorni bellissimi che rivivrei dal primo all’ultimo!

Ebbene sì, mi sono dato all’ippica prima che me lo dicessero gli altri.
Ho sempre avuto la passione per i cavalli ed in particolare per le corse dei Purosangue da galoppo.
Nascere e vivere a Bagnoli,un quartiere di Napoli poco distante dalla piana di Agnano, sede dell’ippodromo, ha contribuito non poco ad alimentare questa passione unitamente all’influenza di Zio Gianni, lo zio preferito.

Non potevo da giovane permettermi di essere proprietario di un cavallo da corsa, con quello che costava il cavallo più il mantenimento la mia famiglia ci “campava” un lustro! Appena però la vita mi ha dato la possibilità ci sono entrato in questo mondo incredibile! Era il 1997 e ad un’asta di cavalli in allenamento ho deciso con la consulenza di una famiglia di miei amici di tentare di comprarne uno.

Avevo un budget di massimo 20 milioni delle vecchie Lire ed avevamo individuato due cavalle interessanti.Si era deciso di prendere una femmina in modo da poterla rivendere a fine carriera come fattrice, come mamma per capirci. Durante l’asta le due che avevamo adocchiato una aveva superato il budget e l’altra non ci convinceva più ma come spesso accade alla fine ho speso 30 milioni per un maschio!! Quando si dice che uno ha le idee chiare!

Acquistato alle 12.30 Awkard, questo era il suo nome, era iscritto quel giorno stesso alla prima corsa in programma a Capannelle, ippodromo di Roma, e pensate un po’, ha corso per me, è arrivato secondo ed ha vinto un premio di circa 10 milioni!

Praticamente mi aveva detto: “Caro Peppe hai fatto bene a prendermi e ti restituisco il tuo extra budget”! Che cavallo incredibile che è stato per me Awkard, quante soddisfazioni, quante belle vittorie! Da allora non mi sono più fermato tra cavalli da corsa e da allevamento.

In Italia purtroppo l’ippica è “morta”, il settore è in una crisi irreversibile da anni e non basterebbero 100 mega di memoria per contenere i motivi del fallimento di questo settore, mi riferisco alle corse ed all’allevamento di cavalli da corsa di Galoppo e Trotto, tant’è che io come altri miei compatrioti, allevo i miei cavalli in Francia e corro e vendo in Francia, Inghilterra, Irlanda.

In tutto questo il comparto “Thoroughbreds”, è così che gli inglesi chiamano i purosangue, in altre nazioni è un settore vivo, importante, un’industria che muove centinaia e centinaia di milioni tra Regno Unito,Irlanda e Francia, le tre nazioni più importanti in Europa.

La filiera è costituita dalle fattrici, le mamme, dagli stalloni, maschi da riproduzione, dai cavalli che nascono e che vengono venduti o quando hanno 6 mesi oppure all’età di un anno e mezzo, vengono domati ed inizia il loro percorso da atleti, risiedono in centri di allenamento, dove vengono presi in carica dagli allenatori, ogni mattina strigliati e montati dai cavalieri chiamati morning jockey, artieri, fantini, veterinari, maniscalchi, aziende di prodotti alimentari per cavalli, fieno, paglia, ippodromi e relativi dipendenti ed infine ma fondamentale i proprietari che sono quelli che mettono la benzina per far girare questo mondo! Benzina che è composta dal prezzo di acquisto del cavallo e dal costo del mantenimento.

Qualcuno si starà chiedendo ma quanto costa un cavallo?
Da 1000 euro a Milioni di euro, il valore è dato dalla morfologia e soprattutto dalla “carta”, dove leggi chi è il padre, la madre, di chi è fratello, sorella, cugino, nipote, più ci sono campioni vincitori in quella “pagina di carta” e più alto è il valore del cavallo, il tutto ovviamente se la morfologia e la conformazione corporea lo assistono!

Il cavallo di una certa importanza che di solito viene venduto alle aste pubbliche, viene prima e dopo l’acquisto sottoposto a visita veterinaria e solo con il placet del veterinario si procede ad offrire in asta, cosa che accade per cavalli di un certo valore.

Vi è per caso venuta la curiosità di saperne di più di questo mondo del purosangue?
Ve lo chiedo perché se così fosse vorrei parlarvi di alcune opportunità reali di business che ci sono in questo mondo. Non vi parlo di essere proprietari di un cavallo da corsa perché quella è passione ed ho imparato che passione fa rima con remissione, fateci caso, le passioni costano in termini di tempo e denaro e spesso non sono remunerative materialmente ma conservano un merito unico, alimentano e nutrono la nostra anima e non c’è costo che tenga per tutto questo siete d’accordo?

Proverò a raccontarvi di come si può investire in questo settore che non conosce crisi nonostante la pandemia!
Vi segnalo un dato, gli indicatori delle principali aste europee nel 2021 non hanno avuto flessione! Potrete verificarlo voi stessi dando uno sguardo ai numeri dei resoconti delle tre più famose case d’asta Europee, www.tattersalls.com UK www.goffs.com IRE www.arqana.com FR

In chiusura mi permetto di buttare giù due numeri, quelli di uno dei Meeting di corse più importanti d’Europa, il Royal Ascot meeting, inserisco quelli del 2019 quelli con l’ippodromo a piena capienza. Sono certo che attraverso la lettura anche maccheronica si possa capire il business che ruota intorno all’universo “Thoroughbreds”!

ROYAL ASCOT MEETING 18-22 Giugno 2019
12 Million engagements social media channels
201 paesi collegati in broadcast
531 milioni di contatti
1+ milione di video postati
19 Corse di Gruppo, le più importanti, con un montepremi di £7.3m
300.000 spettatori
35000 ospiti nei Private Box per Fine dining o lunch
8 Chef stellati Michelin tra gli chef che hanno cucinato
10.000 bistecche
3500kg di aragoste
250.000 finger sandwiches
20000 fiori decorativi
400 elicotteri
1000 limousine
215 impiegati fissi
6500 temporary staff
Costo ingresso giornaliero £37
Dining packages da £339 a £810

Questi alcuni numeri di un meeting di 5 giorni ad Ascot. Numeri non tanto distanti da altre giornate di corse a Parigi per l’Arc de Triomphe, in Irlanda per il Derby, ad Aintree per il Grand Steeple,
Epsom per il Derby, a Goodwood,a Cheltenham… e potrei continuare.

Ma d’altronde in un mondo dove gli attori principali, intendo i proprietari, sono:
Mohammed bin Rashid Al Maktoum,
Karim Aga Khan IV
Famiglia Jacobs
Sheikh Fahad Al Thani
e tanti tanti altri, la crisi non sembra proprio alle porte…tutt’altro!

Peppe Quintale, 2 febbraio 2022

 

 

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