Economia

Panettone e pandoro sempre più cari. E la confezione diventa mini

Il costo medio è di 6-7 euro al chilo, ma per i prodotti artigianali si arriva a 55 euro. Il fenomeno shrinkflation

© Yuliya Furman e Jacqueline Caballero tramite Canva.com

L’impasto di pandori e panettoni muove un giro d’affari di 700 milioni di euro all’anno e permette di sfiorare una produzione di 100mila tonnellate.  Ma quanto bisogna spendere oggi per portare sulla tavola delle feste un dolce tipico del made in Italy ormai declinato in ogni modo così da soddisfare tutti i palati.

Malgrado la recente frenata dell’inflazione e delle bollette energetiche che lo scorso inverno hanno messo a dura prova il settore, il costo di panettoni e pandori non pare sceso di un centesimo in negozi, mercati comunuali e grande distribuzione organizzata. Offerte promozionali a parte, per mettere un panettone o un pandoro con uvette e canditi nel carrello del supermercato occorre una media di 6-7 euro.

L’esborso quasi raddoppia, collocandosi tra gli 11 e i 13,50 euro, per i prodotti cosiddetti di “alta gamma“.  Chi all’opposto si accontenta di quelli “private label“, cioè sfornati per la Gdo e commercializzati con i marchi di quest’ultima (che sia Conad, Coop o Esselunga poco cambia), se la può cavare con una spesa molto più “popolare” e prossima a 3-5 euro al chilogrammo. Per quanto attiene, infine, ai prodotti con farcitura e creme occorrono 8-9 euro. Dolci questi ultimi per molti più golosi, ma che chi scrive fatica a definire un vero “pandoro” o “panettone”, visto quanto si discostano dalle ricette originali.

Molto diverso è il prezzo al dettaglio, come è naturale, dei panettoni e dei pandori artigianali o di quelli realizzati dagli chef stellati. Per aggiudicarsene uno sulla tavola di Natale occorre spendere una parte della tredicesima già stritolata dalle tasse e uscire dal negozio con in tasca uno scontrino compreso tra i 30 e i 35 euro, ma nei casi dei pasticceri più blasonati “lievita” anche a 55 euro al chilo.

A passare in rassegna i prezzi dei dolci più noti di Natale è stato il Codacons, ricordando come lo scorso anno si fossero registrati rincari prossimi al 37 percento, evidentemente mai più riassorbiti dai produttori malgrado l’accordo per il carrello tricolore. Ma c’è un’altra tattica commerciale che può trarre in inganno il consumatore: mentre il prezzo medio al chilogrammo di pandori e panettoni si appesantisce, in parallelo la loro confezione si rimpicciolisce. Tanto che gli scaffali di pasticcerie, panettieri e grande distribuzione sono invasi di panettoni e pandori da 700-800 grammi o persino pensati come delle mini-porzioni da un centinaio di grammi. Insomma, pesano poco più di una brioche.

Si tratta della shrinkflation che dopo lo scoppio della guerra in Ucraina ha colpito diverse confezioni dei supermercati, diventate appunto più piccole (dall’inglese shrink, restringere) per ridurre la quantità, conservando lo stesso prezzo di vendita. L’obiettivo sarebbe quello di soddisfare i capricci di single e bambini, ma il fenomeno è già finito sotto la lente dell’Antitrust. Qualunque sia la vostra scelta, tenete conto che il prezzo al chilogrammo può in questo caso sfiorare i 60 euro, complici i costi di packaging e logistica per una modesta quantità di prodotto. In sintesi, rischiate di pagare un dolce da supermercato come se fosse di pasticceria.

Se amate i dolci per approfondire leggete anche: qui la disputa in corso tra Italia e Svizzera per stabilire la ricetta del vero Gianduiotto. E fateci sapere qual è il vostro dolce di Natale preferito, se vi piacciono di più panettone e pandoro nella versione classica o invece in quelle rivisitate con le creme o magari il caramello salato oggi molto apprezzato tra gli adolescenti.

 

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