Economia

Richemont indossa i gioielli Vhernier e l’Italia perde un altro brand

Il big del lusso elevetico compra la casa di Valenza che si affianca a Buccellati

lusso © Tarzhanova tramite Canva.com

Il big del lusso svizzero Richemont mette le mani sui gioielli Vhernier. Nata nel 1984 a Valenza, quindi nel cuore del distretto orafo piemontese, Vhernier è un brand affermato a livello internazionale che usa affiancare gemme con metalli preziosi e non in creazioni ispirate al design e alla scultura.

Al gruppo, che nel 2001 faceva capo alla famiglia Traglio, fa capo anche il marchio di argenteria per la casa De Vecchi Milano 1935. In sintesi Vhernier è una icona dell’alto di gamma made in Italy con cui Richemont prova a scalzare gli avversari di Kering che ha appena speso 1,3 miliardi per aggiudicarsi un immobile in via Monte Napoleone a Milano e dare battaglia a Lvmh.

Per farsi una idea migliore della posta in gioco, basta ricordare che a Richemont fanno capo:

  • esclusivi marchi della gioielleria come Buccellati, Cartier e Van Cleef & Arpels;
  • brand della orologeria mondiale come Iwc, Jaeger-Le Coutre, Piaget, Vacheron Costantin, A. Lange & Söhne, Panerai;
  • realtà della moda e accessori come Montblanc, Cloè, Dunhil o Serapian Milano.

Tutti marchi che Richemont vende ai suoi facoltosi clienti in 2.366 boutique che ogni mattina aprono in tutto il mondo: le vendite nel 2023 si attestate a 20 miliardi di franchi svizzeri, con un utile operativo di 5 miliardi.

Il gruppo, aveva acquistato anche il portale delle vendite di moda online Yoox net a Porter ma poi ha deciso di rivenderlo, ha specificato che l’operazione Vhernier non peserà sul proprio bilancio. Non è tuttavia noto il prezzo.

L’acquisizione dovrà passare all’esame dell’Antitrust ma, viste anche le dimensioni di Vhernier, non si intravedono problemi. Piuttosto varrebbe la pena chiedersi come risponde il nostro sistema industriale davanti alla continua emorragia di marchi del lusso che finiscono in mani estere.

Richemont nel 2019 aveva rilevato Buccellati, che ora spicca nella sua area jewellery maisons, accanto appunto a quelle dedicate a specialist watchmakers e fashion-accessories. Anche nel caso di Buccellati era stato osservato lo stesso elegante riserbo di ieri sull’entità della transazione, parlando di una “transazione privata”.

Un po’ come accade nelle boutique del lusso quando, una volta ottenuto l’oggetto del desiderio, strisciare la carta di credito diventa per alcuni milionari (quasi) un dettaglio.

leggi anche: Giorgio Armani apre all’ipotesi di quotazione in Borsa o di una vendita in caso di successione. Qui invece Riad che si è comprata per 1,4 miliardi il 49% di Rocco Forte Hotels.

I due colossi francesi del lusso Lvmh e Kering dispongono di una vasta collezione di marchi made in Italy, compresi il caffè Cova e gli animaletti di Dodo. Il quadrilatero della Moda milanese è ormai in gran parte in mano alle multinazionali. Chi sarà il prossimo? Ci manca solo la cucina stellata.

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