Io non mi meraviglio più di niente. Dei rumori di fondo che condizionano l’economia non mi meraviglio, delle false promesse pre-elettorali e nemmeno dei tantissimi cittadini che ci credono ancora mi meraviglio. E’ un Mondo strano, un Mondo storto come qualcuno lo ha definito. Quindi non mi meraviglio. Ma a volte qualcosa che mi sorprenda la trovo ancora. E’ successo anche recentemente.
Il Financial Times è un giornale prestigioso, dovrebbe occuparsi di temi importanti, strategici, finanziari, politici, economici e di visione. Oggi, poi, i temi energetici dovrebbero essere all’ordine del giorno… Ed invece un lungo articolo, che dall’energia prende solo le mosse, ma parecchio da lontano, si trasforma in un punto fermo della sorpresa inutile, la sorprse che risponde alla domanda:
Si può cuocere la pasta senza gas?
L’articolo prosegue con un’altra domanda simile, alla quale neanche il peggior Catalano di “Quelli della notte” avrebbe mai pensato:
Si può cuocere la pasta a gas spento?
Ma il bello della domanda è l’urgenza che sembra provocare in chi scrive e chi scrive si erge a ruolo di paladino di milioni di italiani, che, sarebbero in crisi depressiva proprio per la mancanza di possibilità di cucinare pasta. Ed ha ragione. Leggete…
“Questa è ora una domanda urgente per me – e per milioni di italiani che amano la pasta – poiché il Cremlino utilizza come arma il gas naturale nel tentativo di punire gli alleati dell’Ucraina…
… Ciò che ha attirato la mia attenzione, tuttavia, è stato il consiglio ufficiale di abbassare le fiamme sui fornelli una volta che le pentole dell’acqua bolliscano, una linea guida apparentemente criptica che gli italiani hanno immediatamente interpretato come un’istruzione per usare meno gas durante la cottura della pasta. Da cuoco riluttante, mi affido spesso alla pasta per i pasti veloci, facendola secondo il metodo tradizionale italiano in una pentola scoperta di acqua bollente
Ma con le mie bollette energetiche ancora in aumento e l’inverno in arrivo, devo scoprire se è possibile cuocere la pasta in modo più efficiente dal punto di vista energetico. Secondo il fisico italiano premio Nobel Giorgio Parisi, la risposta è decisamente sì. In un recente post su Facebook, Parisi ha consigliato che la pasta può essere cotta a fuoco lento se la pentola è coperta per evitare che il calore si disperda. Il famoso architetto Alessandro Busiri Vici è andato ancora oltre, insistendo che la pasta può essere cotta a fuoco completamente spento – la cosiddetta “cottura passiva” – riducendo ulteriormente il consumo di gas.
Il trucco, scriveva Busiri Vici, era far bollire l’acqua, aggiungere la pasta, tenere l’acqua a bollore per due minuti, poi chiudere la fiamma, tenendo la pentola coperta per il resto del tempo di cottura. Dario Bressanini, professore di chimica che realizza anche video sulla scienza degli alimenti, promuove infatti la “pasta senza fuoco” da molto prima dell’attuale crisi energetica .
Cucina passiva? Ci provo anche io?
L’autrice ci ha provato: “Ho deciso di iniziare con quella che ritenevo sarebbe stata la prova più dura: i rigatoni, una pasta tubolare spessa con un tempo di cottura da 13 a 15 minuti. Il risultato, come sospettavo, fu scarso: la pasta era sgradevolmente appiccicosa fuori e cruda dentro”.
Ora toccherebbe a me scrivere qualcosa, ma mi è venuta fame…
Vado a cucinarmi un pò di pasta…con un pò di passata di pomodoro ed un’innaffiata di formaggio sarà perfetta….
Leopoldo Gasbarro 18/09/2022