Energia

Energia…non ci resta che piangere

Rassegna stampa del 9 maggio 2021

Energia

Energia: non ci resta che piangere. Magari titolerebbe così oggi Massimo Troisi, cercando di scherzarci un po’ su, il lungometraggio che stiamo vivendo sull’allarme legato al Mondo dell’energia. E’ un allarme che si traduce in rischi di erogazione, ma, soprattutto in certezze di dover pagare bollette salatissime, bollette che supereranno quelle dello stesso periodo dello scorso anno per oltre il 40-50%. Se per le famiglie i costi devono ancora manifestarsi tangibilmente, grazie anche a tutti gli aiuti messi in campo dal governo Draghi nel secondo semestre dello scorso anno, per le imprese la situazione si  già fatta insostenibile.

“Abbiamo già messo in conto che i nostri conti energetici raddoppieranno – mi racconta al telefono Domenico Guzzini, della Guzzini spa– ed è una situazione che per moltissime aziende è davvero insostenibile. E noi non siamo degli sprovveduti in tal senso. Avevamo fatto lo scorso anno dei contratti che ci hanno evitato impatti particolarmente importanti sui costi energetici fino alla scadenza del 2021. Ma ora tutto è da rinegoziare ed i prezzi stanno lievitando in maniera incontrollata”.

Guzzini ci racconta anche di come siano stati previdenti.” Abbiamo una nostra produzione interna di energia grazie alla realizzazione di un Parco Eolico, ma non può bastare”.

Insomma la situazione sembra stia scappando di mano. La dipendenza energetica del nostro Paese da Russia, prima di tutto, e poi da Libia, Algeria e Quatar, mette a rischio l’intera filiera produttiva, la ripresa, ma anche la semplice sussistenza delle famiglie.

Ma gli allarmi nel settore sembra non finiscano mai. Quella odierna, infatti è una giornata estremamente complicata.

L’urlo di dolore questa volta arriva oltralpe, dalla Francia dove EDF, (Électricité de France), il maggiore produttore e distributore di energia del Paese, ha lanciato questa mattina un profit warning  (allarme sugli utili) e ritirato la guidance sugli utili per il 2022. L’apertura del titolo sul listino Euronext Paris  è stata disastrosa, a -23,5%, anche se nel corso della mattinata le ferite si sono leggermente rimarginate e nel momento in cui scriviamo quest’articolo il titolo perde solo (si fa per dire) il 16%..

Naturalmente  la situazione di EDF ha trascinato con se l’intero comparto energetico. In Italia anche Enel è arrivata a perdere il 3%.

Tutto parte da una dichiarazione del presidente francese Macron. Dall’Eliseo hanno limitato l’aumento dei costi dei prezzi dell’energia al 4%, proprio per evitare di creare problematiche ai conti delle famiglie. Ma è evidente che il rialzo dei costi energetici, del gas in maniera particolare, non possono essere incorporati nella quota stabilita dal governo francese senza creare problemi di utili, anzi di perdite alla maggiore società elettrica del Paese.

Naturalmente quello di EDF è soltanto l’inizio di quelle difficoltà, legate al Mondo dell’energia che noi abbiamo più volte segnalato nelle scorse settimane, quando erano davvero in pochi a parlarne.

L’Inghilterra è stata la prima a soffrire del problema e nella terra di Boris Jonson sono state tantissime le aziende elettriche che sono fallite proprio a causa dei violenti rialzi dei prezzi del gas.

Il motivo? Molte di queste aziende hanno, per concorrenza tra loro, cercato di giocare al ribasso sui contratti, fissando addirittura i prezzi dell’energia per uno o due anni.  Capite bene che se i prezzi fissati erano quelli vigore nel 2020 ora non sono sostenibili?

Tale insostenibilità porta le aziende elettriche del Libero Mercato a chiudere i battenti.

E’ già successo anche in Italia.

Il problema resta legato alla sequenza di difficoltà che rischiano di patire proprio dagli utenti finali, le famiglie e le imprese, che con i fallimenti di chi eroga loro energia si ritrovano, di fatto, per qualche giorno senza contratto e senza energia.

I rialzi dei prezzi delle bollette stanno per arrivare a destinazione. Le famiglie italiane stanno per rendersi conto di quanto saranno chiamate a pagare in più per riscaldarsi ed usare tutte le diavolerie elettriche a disposizione nelle nostre case, ma per le imprese, come detto, il dramma è già cominciato da un pò.

La bomba energetica non riguarderà il 2022, è iniziata già da diversi mesi tanto che diversi impianti e intere filiere hanno già fermato la produzione perché non riescono più a soddisfare gli accordi economici presi con i clienti

 

Mai come oggi geopolitica, energia e sicurezza sono strettamente correlate, mai come oggi lItalia è vulnerabile agli shock esterni e il suo tessuto produttivo ma anche sociale esposto.

L’Italia dipende troppo dal gas russo. La soluzione non è facile né immediata ma è doveroso avanzare idee e proposte per uscire da una crisi sempre più grave: diversificare, con tutte le tecnologie, liberi da preconcetti e ideologie, è la strategia corretta. Tutte le fonti di energia e le tecnologie a basse emissioni possono essere utili a rendere l’Italia più autonoma e più stabile.  

 

 

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