Economia e Finanzamaterie prime

La Nasa rimanda il ritorno dell’uomo sulla Luna, la nuova miniera delle terre rare

Slittano le missioni Artemis. Ecco perché la space economy è così importante.

La Nasa fa slittare il ritorno dell'uomo sulla Luna © fergregory tramite Canva.com

La Nasa fa slittare il ritorno dell’uomo sulla Luna. La notizia del posticipo di un anno del programma Artemis, a cui collabora anche l’Agenzia spaziale italiana, potrebbe apparire solo un fatto di immagine dopo che la scorsa estate l’India ha umiliato la Russia, completando l’allunaggio del proprio lander, mentre quello di Mosca si schiantava. Ma è molto di più.

La supremazia nello spazio infatti oggi significa:

  • dimostrare al resto del mondo di avere a disposizione la migliore tecnologia;
  • mettersi a caccia di altri depositi di materie prime.

A partire dall’oro e dalle cosiddette terre rare, cioè tutti quei metalli che sono indispensabili all’industria del futuro, indicate con l’acronimo inglese Ree (Rare earth elements).

Sostanze come lo scandio, il lantanio o l’ittrio, certo meno note al grande pubblico del metallo giallo ma altrettanto preziose perchè strategiche. Veri tesori per l’industria del futuro e la tecnologia militare di cui si stima proprio la Luna possa diventare una grande miniera. Così come di elio, di ferro o forse anche di riserve d’acqua, una risorsa centrale per la sopravvivenza in  una futuribile colonia abitata tra i suoi crateri.

Insomma, senza per questo improvvisarsi scienziati, il Satellite potrebbe assicurare la supremazia tra i metalli rari tra qualche decennio, quando le risorse terrestri inizieranno a scarseggiare. E quando potrebbero essere in corso i lavori per nuove stazioni spaziali o persino una missione verso Marte. 

Altra conferma, finanziaria, dell’importanza crescente rivestita dal cosmo è poi il moltiplicarsi di Eft che scommettono sulla space economy. Un settore in rapida crescita di cui sono pionieri imprenditori visionari come Elon Musk o Jeff Bezos che, dopo aver creato rispettivamente Tesla e Amazon, accompagnano i “paperoni” del Pianeta a vedere le stelle con le loro società di turismo spaziale Space X e Blue Origin.

Vale la pena ricordare che gli Etf (Exchange Traded Funds) sono fondi passivi o Sicav dalle commissioni ridotte all’osso che replicano gli indici o i panieri a cui sono agganciati. Si tratta, naturalmente, di asset con un elevato grado di rischio, quindi da valutare con un consulente di fiducia e comunque nel contesto di una diversificazione del portafoglio.

Si tratta però anche di sfide di grande rilievo strategico così come favorire lo sviluppo di campioni di Intelligenza Artificiali. Un aspetto quest’ultimo dove l’Ue ancora latita rispetto all’americana ChatGPT o ai software generativi cinesi.

Ma torniamo alla decisione della Nasa, con cui peraltro collabora lo stesso Musk.  L’Agenzia statunitense ha spostato in avanti di quasi un anno il lancio di Artemis II, ora in agenda a settembre del 2025 (da novembre di quest’anno) e che orbiterà con il proprio equipaggio attorno alla Luna. Lo stesso per Artemis III, riprogrammata a settembre 2026, quando l’umanità dovrebbe tornare sulla superficie lunare.

La ragione è la sicurezza degli equipaggi. Lo stesso razzo Artemis I era peraltro stato oggetto di numerosi rinvii prima di coronare con  successo la propria missione apripista. Resta invece al momento in calendario nel 2028 Artemis IV, diretta alla stazione spaziale lunare Gateway.

Per approfondire leggi anche la nostra guida in tre puntate alla Borsa che verrà con alcuni consigli su cosa fare quest’anno con le azioni, le obbligazioni, le valute e appunto le materie prime. Qui invece la guerra mondiale degli alcolici scatenata dalla Cina.

“That’s one small step for a man, one giant leap for mankind (Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per l’umanità)”: disse il comandante dell’Apollo 11, Neil Armstrong, mentre poggiava primo tra gli esseri umani il proprio piede dritto sul viso di Selene. Ora quel passo è diventato una corsa. Una corsa alle terre rare, nella quale nessuno – tra Stati Uniti e Unione europea, Russia, Cina e India – è disposto ad arrivare per ultimo.

 

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