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Ogni 24 secondi una vittima sulle strade del mondo

Sempre piu’ pesante il bilancio degli incidenti stradali: 1,35 milioni di persone 1,8 trilioni di dollari bruciati in auto, sulle moto, sulle bici e fra i pedoni. Ennesimo flop della Ue che prevedeva di dimezzare le vittime della strada entro il 2030

© 200mm e Industrial Photograph tramite Canva.com

Più del dato europeo diffuso nei giorni scorsi che già quantificava in 20.400 all’anno le vittime di incidenti sulle strade dell’Unione, sono le statistiche mondiali rese note in queste ore e confortate da più istituti anche riconducibili alle Nazioni Unite, a prospettare un vero e proprio scenario di guerra. Ogni 24 secondi, una persona nel mondo muore in un incidente stradale per un totale di 1,35 milioni di persone all’anno.

A livello globale, ogni giorno oltre 500 bambini di età inferiore ai 18 anni perdono la vita sulla strada e gli incidenti stradali sono la principale causa di morte tra i giovani tra i 15 e i 29 anni.

Più della metà dei decessi dovuti al traffico stradale a livello globale riguarda pedoni, ciclisti e motociclisti,

ciclisti e motociclisti.  I ragazzi e gli uomini rappresentano il 75% delle vittime della strada.

Non solo: fra i 20 e i 50 milioni di lesioni non mortali all’anno sono causate da incidenti stradali che falciano vittime in particolare nei Paesi a basso e medio reddito, che possiedono circa il 60% dei veicoli del mondo e che hanno un tasso di mortalità più di tre volte superiore ai Paesi occidentali. Il record va alla Cina, all’India e alla fascia dei Paesi del sud est asiatico, nonché al Medio Oriente.

Ecatombe nei Paesi in via di sviluppo

Il tasso di mortalità per incidenti stradali è oltre 3,5 volte superiore nei Paesi a basso reddito, Paesi che subiscono perdite del Pil superiori al 3% tutte attribuibili ai sinistri sulla strada. Si stima che gli incidenti mortali e non mortali costeranno all’economia mondiale circa 1,8 trilioni di dollari.

E tornando all’Europa, le rilevazioni ufficiose relative al primo semestre di quest’anno confermano il trend del 2023, rendendo ancora più utopistico l’obiettivo che la Commissione europea si era posta, ovvero il dimezzamento nel numero delle vittime della strada entro il 2030. I progressi compiuti in questa direzione continuano a essere molto disomogenei tra gli Stati membri: nel 2023, Cechia, Cipro, Polonia, Romania e Finlandia hanno registrato le cifre più basse da quando sono iniziate le registrazioni moderne. La Polonia ha registrato un calo del 35% nel numero di vittime tra il 2019 e il 2023, mentre l’Irlanda ha registrato un aumento del 31%. Tuttavia, il tasso complessivo di incidenti stradali pro capite in Polonia rimane superiore alla media dell’UE, mentre quello dell’Irlanda è inferiore; inoltre, la classifica generale dei tassi di mortalità dei Paesi non è cambiata in modo significativo, con le strade più sicure in Svezia (22 decessi per milione di abitanti) e Danimarca (26/milioni), mentre Bulgaria (82/milioni) e Romania (81/milioni) hanno registrato i tassi di mortalità più elevati nel 2023.

Italia fra i Paesi piu’ virtuosi della Ue

Per l’Unione europea l’obiettivo 2030 sarebbe dovuto transitare attraverso un calo percentuale di circa il 6% all’anno, mentre il 2024 conferma una diminuzione che ottimisticamente potrebbe attestarsi su mezzo punto percentuale. Fra i Paesi europei più virtuosi nonostante le oltre 3.000 vittime del 2023, figura l’Italia con un calo percentuale che potrebbe raggiungere l’8%.

In compenso l’Europa continua a spaccarsi anche sulle strade. In queste ore il vice ministro ungherese ai Trasporti,  ha dichiarato che la Presidenza ungherese del Consiglio UE non riuscirà, entro al fine del suo mandato, a completare il dossier sui pesi e le misure dei mezzi pesanti, spiegando che gli Stati membri non sembrano pronti a raggiungere un accordo entro questo periodo. L’Ungheria presenterà certamente il dossier al gruppo di lavoro del Consiglio, ma sarà la Polonia, che assumerà la presidenza del Consiglio nel gennaio 2024, a riprendere poi il tema. Per ora l’obiettivo di mettere sulle strade i cosiddetti giga-tir sembra essere, come minimo, rinviato.

L’Unione europea non era riuscita a concludere l’accordo entro la fine del 2023: la commissione TRAN del Parlamento europeo avrebbe dovuto votare ad inizio settembre il mandato per iniziare i negoziati interistituzionali, ma il voto è stato rimandato. Quanto al Consiglio UE, il tema viene analizzato parallelamente alla revisione della Direttiva sul trasporto combinato, in modo da assicurare una lettura unica dei due dossiers. Nonostante gli sforzi della Presidenza belga (gennaio – giugno 2024) non è stato possibile raggiungere un accordo. A giugno 2024 è stato quindi presentato un progress report, sulla base del quale la Presidenza ungherese (luglio – dicembre 2024) ha poi ripreso le discussioni.

 

 

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