Relazione

Imprenditori in 5 regole

Zuppa di Porro: rassegna stampa del 25 maggio 2020

“Il successo rappresenta soltanto l’uno per cento del tuo lavoro che si differenzia da quel 99% che è chiamato fallimento.” Soichiro Honda

Le storie dei creatori di impresa sono tutte affascinanti, ma alcune lo sono di più. Certamente lo è quella di Soichiro Honda, il fondatore della casa automobilistica che porta il suo nome. Egli ha intrapreso più di una start-up per la combinazione di sfortuna e di qualche errore che però si è rivelato ricco di insegnamenti.

Nel 1991, data della sua morte, la sua azienda era già diventata una grande protagonista delle applicazioni del motore a scoppio. Ecco la breve storia della sua impresa.

 

STORIA DI VITA INSEGNA

Soichiro Honda (1906–1991) nasce in un paesino nei pressi del Monte Fuji in Giappone. Appassionato di meccanica, aiuta il padre nella sua attività di riparazione di biciclette. All’età di sedici anni lascia la scuola e si trasferisce a Tokyo, dove lavora come apprendista meccanico. Dopo sei anni, torna a casa e apre la sua officina.

Nel 1937 fonda la Tokai Seiki, un’azienda che produce fasce elastiche per i pistoni. L’impresa cerca di crescere e ha l’occasione di acquisire un importante contratto di fornitura da parte di una casa automobilistica già affermata: la Toyota. Questa si rivela una transazione molto complessa perché il prodotto inizialmente è rifiutato dalla controparte che trova le sue prestazioni insoddisfacenti.  Ma Soichiro non si arrende: studia a fondo i processi di controllo di qualità di Toyota e nel 1941 riesce a produrre in serie fasce elastiche che Toyota accetta.

Ma la fortuna non lo accompagna. Nel 1944, durante la guerra, Soichiro soffre in rapida successione prima un bombardamento aereo americano e poi un terremoto devastante. Quel poco che resta dell’attività viene venduto e, con i proventi, Honda fonda nel 1946 una nuova azienda, l’Honda Technical Research Institute.

 

Lavora con uno staff di 12 uomini in una modesta baracca. Poi ha un’idea vincente: produrre e vendere sistemi per motorizzare le biciclette. Utilizza i già esistenti motori Tohatsu, usati per azionare piccoli gruppi elettrogeni, e pensa di montarli come accessori delle biciclette. La motorizzazione “fai da te” che propone a chi già possiede la bicicletta, riceve un’ottima accoglienza.

Il suo passo successivo è quello di mettere sul mercato una bicicletta nuova già motorizzata, che poi sviluppa ulteriormente, facendola diventare più pratica ed elegante: è “la motocicletta”, la grande novità della motorizzazione dell’epoca che incontra un grande successo.

Honda Motor Company così cresce rapidamente e nel 1964 è il più grande produttore di motociclette del mondo. Successivamente Honda entra nel settore delle automobili, nel quale oggi è una delle più famose marche mondiali.

 

LEZIONI DA IMPARARE

Per la maggior parte delle persone è normale guardare alla storia di Hoichiro Honda e pensare: “Io non potrei mai fare una cosa del genere”.  Cioè una cosa che ha richiesto decenni di duro lavoro con una certa precarietà per arrivare al successo.

Soprattutto: come si comincia?

Ha detto Lao Tzu: “Un viaggio di mille miglia inizia con un solo passo.”

Ci sono pochi viaggi al mondo gratificanti come quello di diventare un imprenditore, ma non c’è anche niente di più scoraggiante di quel primo passo. Uno dei motivi per cui molte persone non diventano imprenditori è che non sono preparate a compierlo.

Suggerisce Roy T. Bennett, un apprezzato scrittore americano:

“Non aspettare il momento giusto per cominciare, comincia e fai in modo che ogni momento sia quello giusto”.

C’è da dire che una startup non è un’operazione facile: essa presenta dei seri ostacoli da superare e dei significativi cambiamenti da accettare. Eccone alcuni.

 

START UP: 5 CONSIGLI AGLI ASPIRANTI IMPRENDITORI

 

1. Tutti ti diranno che fallirai, ma tu non devi avere paura di sbagliare e devi comunque “cominciare”.

Se commetti errori, ti accorgerai che questo è il miglior modo per imparare, crescere e diventare un imprenditore di successo. Negli affari devi essere coraggioso, devi avere fiducia in te stesso ma anche la disciplina di procurarti alcune cose indispensabili.

Paul Graham, un noto scrittore britannico, suggerisce:

Hai bisogno di tre cose per creare una start-up di successo: cominciare con delle persone in gamba, produrre qualcosa che i clienti realmente vogliono e nel fare tutto ciò spendere quanto meno è possibile”.  

Se poi non funziona, sii onesto con te stesso e prova qualcosa di diverso. Soprattutto non disperare. Ci sono studi dell’Harvard University che mostrano come gli imprenditori che hanno fallito nella loro impresa precedente abbiano una possibilità di successo del 25% nella loro start-up successiva. E la storia di Honda lo conferma.

 

2. Non condurre ricerche di mercato dedicate, probabilmente non hai i mezzi per farlo.

Vai avanti senza ascoltare i cosiddetti esperti, ma basati sul tuo intuito e cerca conferme e suggerimenti camminando per le strade e parlando con quelle persone che secondo te potrebbero acquistare il prodotto. Poi concentrati su cosa fare per ottenere il tuo prodotto esattamente come lo desideri per i tuoi utenti e sviluppalo facendo del tuo meglio.

Jack Dorsey, il co-fondatore di Twitter ha detto:

Impegnati perché ogni dettaglio sia curato, ma limita il numero dei dettagli da curare”.

Appena lo realizzi (anche se non è perfetto) mettilo sul mercato.

Il parere di E. Reid Hoffman, l’inventore di Linkedin è molto netto su questo punto:

Se non ti senti imbarazzato dalla prima versione del tuo prodotto, vuol dire che lo hai messo in distribuzione con troppo ritardo”.

 

3. Occorrono soldi per “guadagnare distribuzione”. Cosa devi fare? 

Sì, puoi cercare capitale di rischio, ma ciò significa cedere azioni dell’azienda. Così potresti ritrovarti con uno dei pezzi più piccoli della torta, proprio tu che hai avviato l’attività. La proprietà dell’azienda è la tua ricchezza futura. Sii cauto nel darla via.

Prima di farlo, assicurati di avere esaminato le altre opzioni disponibili anche se l’alternativa non è agevole.

 “È sempre più difficile trovare capitale di quanto immagini e richiede sempre più tempo. Perciò tieni conto di ciò nei tuoi piani” dice Richard Harroch, un importante Venture Capitalist in USA.

 

4. Lavorare in una start-up, creata da te o da altri, è considerata una scelta attraente. 

Le descrizioni del lavoro di solito includono frasi come “ambiente informale e divertente” e “spazio per un rapido successo”.  Attenzione però, il vero vantaggio è un altro: se non tutte le start-up hanno l’atmosfera (o il budget) di società tecnologiche attraenti, moltissime però offrono l’opportunità unica di apprendere i dettagli della costruzione di un’organizzazione partendo da zero. 

 

5. In una start-up il cambiamento diventerà la tua normalità e il tuo ruolo sarà di fare tutto quello che serve.

Diversamente dalle aziende consolidate che hanno procedure ben definite ed eserciti di dipendenti che ogni giorno ripetono gli stessi comportamenti, le start-up hanno bisogno di apportare modifiche continue e rapide. 

Anche se sei l’imprenditore, dovrai essere un giocatore di squadra, rimboccarti le maniche e fare praticamente di tutto. Certo avrai il tuo titolo di “Founder & CEO”, ma le tue attività quotidiane probabilmente varieranno a seconda delle necessità del progetto.

Ciononostante chi si imbarca in una start-up è di solito una persona molto impegnata e soddisfatta.

 

LESSON LEARNED

A conferma, leggi le parole che seguono pronunciate da Steve Jobs in un discorso pronunciato a Stanford:

“A volte la vita ti riserva amare sorprese. Non perdere la fede. Sono convinto che l’unica cosa che mi ha permesso di andare avanti era che ho sempre amato quello che ho fatto. Devi trovare ciò che ami. E questo vale tanto per il tuo lavoro quanto per le tue persone amate. Il lavoro riempirà gran parte della tua vita e l’unico modo per essere veramente soddisfatto è fare ciò che serve per realizzare quella che ritieni essere una grande impresa”.


Edoardo Lombardi, 27 febbraio 2022 

 

 

 

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